Il Movimento Federalista Europeo appoggia le liste transnazionali

Bruxelles. Il Parlamento europeo voterà nella seduta plenaria di mercoledì prossimo la proposta approvata il 23 gennaio dalla Commissione Affari Costituzionali sulla redistribuzione dei seggi che verranno lasciati liberi dai parlamentari britannici dopo la Brexit.

Una riunione del Parlamento europeo

Si tratta di decidere come definire la nuova composizione del Parlamento ed in questo ambito la Commissione propone di creare una circoscrizione unica europea che includa l’intero territorio dell’Unione, per l’assegnazione di 27 posti in cui le forze politiche si presenteranno con liste formate su base transnazionale.

Nel 2014 si è capito per la prima volta che esiste uno stretto legame tra il risultato delle elezioni europee e la scelta del presidente della Commissione.

Già in occasione delle precedenti consultazioni del 2009 l’Unione Europea aveva lanciato una campagna per spingere i partiti europei ad indicare il loro candidato alla presidenza prima del voto.

Tuttavia furono le nuove disposizioni del Trattato di Lisbona (http://www.europarl.europa.eu/aboutparliament/it/20150201PVL00008/Il-trattato-di-Lisbona) , entrato in vigore il 1° dicembre dello stesso anno, a permettere il successo dell’iniziativa cinque anni più tardi.

L’innovazione più grande non fu la raccomandazione, tutto sommato scontata e soggetta ad ampi margini di discrezionalità, rivolta al Consiglio Europeo di tener conto dei risultati delle consultazioni nell’individuare il nome da proporre al Parlamento, ma la fine di quel diritto di veto che i governi più euroscettici avevano in precedenza sfruttato per togliere le mezzo le personalità più europeiste.

Tutti i principali partiti europei nominarono il loro candidato di punta ed anzi attraverso un gentlemen’s agreement giocarono d’anticipo, assicurando l’investitura al candidato del partito che avesse ottenuto i maggiori consensi.

Le elezioni del 2009 furono le prime a cui parteciparono, in contemporanea con gli altri Stati membri anche i due Paesi che si erano appena uniti al progetto comunitario: Bulgaria e Romania.

Nell elezioni europee del 2009 entrarono nel Parlamento i rappresentanti di Bulgaria e Romania

Questo pose il problema di ridistribuire i seggi in modo da permettere anche a questi due Paesi di avere i loro rappresentanti nei palazzi dell’Unione Europea.

La ridistribuzione dei seggi provocò varie resistenze e polemiche ma alla fine fu Jean-Claude Juncker che si vantò di presiedere una Commissione “politica”, con una maggioranza altrettanto politica all’interno del Parlamento.

Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker

La Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo ha approvato il 23 gennaio scorso, cogliendo l’occasione dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la  proposta di destinare una parte dei 73 seggi lasciati liberi  ad una circoscrizione unica europea, in aggiunta alle attuali circoscrizioni nazionali.

I partiti europei potranno così competere tra di loro sulla base di liste transnazionali, ognuna delle quali sarà capeggiata dal candidato di punta scelto dal partito. Questo è il modo migliore per fare sì che la campagna elettorale diventi veramente europea e che i partiti siano indotti a presentare nelle liste transnazionali personalità di primo livello, a cominciare naturalmente dal candidato alla presidenza della Commissione.

Gli stessi programmi elettorali dovranno perdere quella genericità che spesso li ha contraddistinti per diventare coerenti programmi di Governo per avvicinare l’Unione Europea ad una federazione di Stati. Si sente forte ormai la necessità di trasformare in veri partiti politici quelle che non a caso si chiamano famiglie politiche europee che fino ad oggi sono quasi sempre state una somma di partiti nazionali.

Sulla questione interviene il Movimento Federalista Europeo che ritiene la proposta della Commissione Affari Costituzionali importante per arrivare ad una vera democrazia europea e invita tutti i parlamentari europei ad approvarla.

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