Questione coreana, la voce grossa di Trump blocca la trattativa

Di Pierpaolo Piras

Washington. Non c’è tregua nei rapporti tra USA e Corea del Nord. L’ultima è data dall’annullamento dell’attesissimo incontro tra i due previsto per il 12 giugno a Singapore. Il Presidente americano, Donald Trump lo ha annunciato in una lettera personale inviata a Kim. Nella stessa è stata espressa l’intenzione di continuare con le sanzioni economiche.

Trump e Kim, salta l’incontro a Singapore

In verità, le previsioni erano sfavorevoli da un pezzo. Già all’avvicinarsi dell’incontro, i funzionari nord-coreani avanzavano pretesti e cavilli sulle modalità di riduzione-distruzione dell’arsenale nucleare. Poi è arrivato l’irritante snobismo della mancata presentazione dei nord-coreani ad una riunione preparatoria, una settimana fa, con la delegazione americana guidata dall’importante vicecapo dello Staff della Casa Bianca, Joe Hagin .

La rottura è avvenuta dopo le improvvide affermazioni di una ufficiale nordcoreana, Choe Son Hui, vice ministra degli Esteri di Pyongyang, che ha definito (non si sa quanto guidata e premeditata) il vicepresidente , Mike Pence, una “sciocca marionetta politica”, proseguendo con le consuete millanterie a base di minacce e rese dei conti di “nucleare al nucleare”.

La risposta conciliatoria di Pyongyang non si è fatta attendere. Kang Kyung-wha, il ministro degli Esteri sudcoreano e il segretario di Stato Mike Pompeo hanno concordato di continuare il dialogo secondo le migliori intenzioni, anche se l’incontro del 12 giugno è ormai saltato. Tutto lascia intendere che il prossimo avverrà con diversi antefatti ed approcci.

In questa vicenda, dove i protagonisti non cessano di fantasia e sproloqui diplomatici, la novità è rappresentata dal ritorno della iniziativa politica in mano americana in quell’area di conflittualità.

La Corea del Sud , non avvisata dell’iniziativa di Trump, non può opporsi agli USA. Sono lontani i momenti nei quali Kim e Moon passeggiavano privatamente in atteggiamento allegro e confidenziale.

La storica stretta di mano tra i rappresentanti delle due Coree

Ora il segnale è chiaro e determinato nel invitare gli attori a considerare con più serietà il ruolo degli USA nei fatti ed azione politica. La vera “conditio sine qua non” è questa posizione di Trump che afferma con forza la prevalenza americana sulla prassi e soluzione della trattativa , la valutazione dei suoi risultati e, ancora più rilevante, la scelta e ruolo dei comprimari sudcoreani in quel contesto strategico.

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