Consegnata una reliquia di San Giovanni XXIII al 2° Reggimento Aves “Sirio”

Di Francesca Cannataro

Città del Vaticano. I baschi azzurri, come il cielo che solcano, hanno colorato la Basilica di “San Pietro” a Roma in una giornata intensa e pregna di significato spirituale e umano. Occhi, volti, sguardi fieri quelli degli uomini del 2° Regimento Aviazione dell’Esercito “Sirio” di stanza a Lamezia Terme, per illuminare e riscaldare i cuori. Nel cuore della cristianità. La tremola luce di candela della Basilica di “San Pietro” ha illuminato e accompagnato, infatti, una cerimonia partecipata ed emozionante. Il Cardinale Angelo Comastri ha consegnato, lo scorso 11 dicembre, al Colonnello Maurizio Sabbi, Comandante del 2° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Sirio”, una reliquia di Papa Giovanni XXIII che verrà custodita nella caserma “Carmine Calò” di Lamezia Terme sede del prestigioso reggimento dell’Aviazione dell’Esercito.

 

La consegna della reliquia di San Giovanni XXIII al Colonnello Maurizio Sabbi

È un’emozione forte, viva  e indescrivibile quella che si percepisce negli occhi di chi ha avuto l’onore di prendere parte alla cerimonia. Così come viva era l’emozione nelle umane espressioni di tutti i presenti, nell’ascoltare le parole di Papa Francesco, di vivere, tutti insieme, quei momenti anche il giorno successivo allorquando, i “baschi azzurri”, hanno preso parte anche all’udienza papale, nella Sala Nervi sita nello Stato Vaticano, nel corso della quale il Santo Padre ha ricevuto il Generale di Brigata Paolo Riccò, Comandante dell’Aviazione dell’Esercito e una folta rappresentanza di militari dei reparti di volo dell’Esercito Italiano e dell’Associazione Nazionale Aviazione dell’Esercito. Alla fine dell’udienza si è poi compiuto un  altro importante momento della giornata. Il Generale di Brigata Paolo Riccò e il Colonnello Maurizio Sabbi, dopo aver assistito a tutta l’udienza hanno, infatti,  incontrato direttamente il Pontefice al quale hanno donato un casco bianco e il brevetto di volo. Un dono speciale quello che i “baschi azzurri” hanno preparato per Papa Francesco.

Il Generale Riccò e il Colonnello Sabbi consegnano a Papa Francesco il casco bianco

Una giornata unica, emozionante e intensa per  i nostri “soldati con le ali”. Soldato semplice prima, sergente poi e cappellano militare infine con il grado di tenente. L’accostamento tra San Giovanni XXIII e l’Esercito ha radici profonde. Nel 1901, infatti, l’allora ventenne Angelo Giuseppe Roncalli, iniziò a prestare servizio militare, arruolato nel 73° Reggimento fanteria, brigata Lombardia, di stanza a Bergamo, per sostituire il fratello, indispensabile alla famiglia per il lavoro nei campi. Soldato di leva di 1a categoria Roncalli Giuseppe, con questo nome fu registrato nel foglio matricolare del Distretto Militare di Bergamo, matricola N. 11331/42, mentre il libretto personale lo descrisse come segue: statura metri 1,66, capelli neri lisci, occhi castani, colorito pallido, dentatura sana, fronte alta, viso ovale. Il 23 maggio 1915 venne richiamato al servizio di leva con il grado di sergente di sanità e durante la Prima Guerra mondiale, fu cappellano militare all’ospedale di Bergamo. Con la sua amabilità e il suo ottimismo confortò tanti soldati riconciliandoli con la fede. È così che San Giovanni XXIII conobbe la profonda e pura anima dei giovani soldati italiani ed è per questo che oggi è venerato come il Santo Patrono dell’Esercito Italiano.

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