Corea del Nord, Forze Armate e di Polizia per proteggere il regime di Kim Jong Un

Di Andrea Gaspardo

Pyongyang. A prosecuzione della disamina delle forze d’élite della Corea del Nord di ieri (https://www.reportdifesa.it/corea-del-nord-le-forze-delite-uomini-fanaticamente-fedeli-a-kim/) trattiamo il ruolo e le missioni delle unità scelte facenti capo alle altre strutture di sicurezza del Paese.

La Corea del Nord é dotata di un vasto apparato di Forze d’élite che trascende l’alveo del semplice impiego militare. Oltre ad esse nelle Forze Armate (raggruppate nel Comando delle Forze Speciali) la Corea del Nord può contare anche sulle Forze di Sicurezza Interna e sulle Guardie di Frontiera, sotto la responsabilità del Ministero per la Sicurezza del Popolo, sulle formazioni paramilitari controllate del Dipartimento per la Sicurezza dello Stato e sul Comando della Guardia Suprema, vera forza pretoriana del regime dei Kim.

IL MINISTERO PER LA SICUREZZA DEL POPOLO

Istituito all’indomani della fine della Guerra di Corea, il Ministero per la Sicurezza del Popolo rappresenta il principale strumento per il mantenimento dell’ordine, il rispetto della legge e la repressione del crimine in Corea del Nord. Le sue funzioni sono comparabili con quelle di un classico “Ministero degli Interni”.

Tuttavia esso assolve anche a specifiche funzioni di carattere militare la cui esecuzione é demandata alle Forze per la Sicurezza Interna e alle Guardie di Frontiera.

Il badge del Ministero per la Sicurezza del Popolo

Le Forze di Sicurezza Interna rappresentano il complemento delle Forze Armate ma, come suggerisce il nome stesso, sono responsabili per la repressione di eventuali attività anti-governative all’interno della Corea del Nord.

Composte da circa 144 mila uomini rispondono al Ministero per la Sicurezza del Popolo e supportano la Polizia nel mantenimento dell’ordine all’interno del Paese (in un modo comparabile a quello dei Carabinieri in Italia o della Gendermerie Nationale in Francia).

Benché esse non siano tecnicamente una “Forza Armata” ma una “Forza Paramilitare”, le loro unità sono organizzate lungo linee convenzionali e posseggono le proprie formazioni di artiglieria e di corazzati aggregate. L’addestramento e l’indottrinamento dei coscritti che prestano servizio nelle Forze di Sicurezza Interna é sostanzialmente comparabile con quello dei coscritti che prestano servizio nella componente terrestre delle Forze Armate ma si svolge nelle Accademie facenti capo al Ministero per la Sicurezza del Popolo anziché in quelle facenti capo alle Forze di terra.

I compiti che le Forze di Sicurezza Interna devono assolvere variano a seconda della situazione politica. In tempo di pace, per esempio, esse forniscono truppe per sorvegliare una miriade di installazioni, inclusi i più importanti depositi alimentari e di prodotti destinati alla distribuzione. Mediante il Bureau per la Sicurezza Ferroviaria, le Forze di Sicurezza Interna provvedono inoltre alla sicurezza delle linee ferroviarie e alla prevenzione di eventuali atti di sabotaggio.

Altre unità sono distribuite (anche se a ranghi ridotti) nelle città e nei centri abitati minori per fornire addizionali rinforzi alle Forze di Polizia locale nel caso dovesse sorgerne la necessità.

Servono, inoltre, come contraltare delle Forze Armate nel caso di ammutinamenti. Infatti nelle principali basi delle Forze Armate nord coreane, i depositi dove sono custoditi gli arsenali, sia di pronto impiego che della riserva, sono sotto il diretto controllo delle Forze di Sicurezza Interna ed i soldati vi hanno accesso solamente durante l’addestramento o in occasione di grandi manovre militari.

In tempo di guerra, alle Forze per la Sicurezza Interna spetta il delicato quanto vitale compito di mantenere la sicurezza delle retrovie, prevenire ammutinamenti o fughe di unità di sbandati dalla linea del fronte e combattere l’infiltrazione di incursori delle forze speciali avversarie nel territorio della Corea del Nord; nell’adempiere a tale missione, le Forze si Sicurezza Interna opererebbero in maniera congiunta con le forze paramilitari del Dipartimento per la Sicurezza dello Stato.

Le Guardia di Frontiera rappresentano la seconda Forza Paramilitare facente capo al Ministero per la Sicurezza del Popolo. Tradizionalmente svolgevano compiti abbastanza limitati ma, con la fine della Guerra Fredda e l’aumento sia delle pressioni esterne che del fenomeno delle defezioni, esse hanno subito un robusto potenziamento sia negli organici che nei mezzi.

Guardie di frontiera nord coreane

Stime prudenti parlano di una forza di almeno 57 mila uomini distribuiti soprattutto lungo il confine cinese ed in punti specifici della cosiddetta “Zona Demilitarizzata”, in particolare nell’area di Panmunjeom, ma esiste anche un Dipartimento speciale (il Bureau per la Sicurezza Costiera) incaricato espressamente del controllo delle coste e che collabora con la Marina alla difesa della cosiddetta “zona economica esclusiva” che si estende al di là delle acque territoriali.

Lo status d’élite della Guardia di Frontiera é certificato sia dai salari sensibilmente più alti rispetto a tutte le altre Forze di Sicurezza del Paese che dal fatto che, dopo il Comando della Guardia Suprema e il Comando delle Forze Speciali, la Guardia di Frontiera risulti terza nella priorità dell’assegnazione sia dei fondo che nella distribuzione dei nuovi equipaggiamenti.

Inoltre, data la delicatezza che il loro ruolo impone, tutti i coscritti candidati a prestare servizio nella Guardia di Frontiera, subiscono un’attenta selezione al fine di determinarne tanto l’idoneità fisica quanto l’affidabilità politica.

IL DIPARTIMENTO PER LA SICUREZZA DELLO STATO

Creato nel 1973 dall’allora dittatore nord coreano Kim Il-Sung per garantire la propria sicurezza personale, il Dipartimento per la Sicurezza dello Stato si é grandemente espanso nel corso dei decenni diventando una superpotenza politico-militare-economica che niente ha da invidiare al defunto KGB sovietico.

Per prima cosa, ha ereditato tutte le funzioni di “sicurezza politica” prima spettanti al Ministero per la Sicurezza del Popolo. Questo ha comportato anche l’assunzione della responsabilità per la gestione del complesso sistema dei “Kwalliso”, le colonie penali per prigionieri politici (da non confondere con le normali prigioni o con i campi di rieducazione per prigionieri comuni che invece sono sotto la giurisdizione del Ministero per la Sicurezza del Popolo) nonché la gestione dei beni espropriati alle famiglie dei condannati.

Ciò ha garantito al Dipartimento per la Sicurezza dello Stato un’addizionale base economica parzialmente sommersa per espandere le proprie attività sia legali che illegali (é noto a tutti in Corea del Nord, che gran parte dei traffici più o meno illeciti da e per il Paese passino sotto l’attento scrutinio degli uomini del Dipartimento).

Non é chiara quale sia l’organizzazione compartimentale così come la catena di comando all’interno del Dipartimento per la Sicurezza dello Stato dato che, per esempio, nonostante fosse priva di un direttore tra il 1987 ed il 2011, l’Agenzia abbia continuato ad operare.

Secondo le testimonianze fornite da diversi disertori, il Dipartimento per la Sicurezza dello Stato in realtà non sarebbe altro che un “guscio vuoto” costruito ad arte per ingannare gli osservatori stranieri e per mascherare le attività parallele di una serie di diverse Agenzie di sicurezza che operano in base a direttive emanate alternativamente dalle Forze Armate, dal Partito dei Lavoratori o dalla famiglia Kim stessa.

La funzione principale del Dipartimento per la Sicurezza dello Stato é quella di coadiuvare il Ministero per la Sicurezza del Popolo nelle operazioni di sicurezza interna e controllo del crimine; qualora i crimini riscontrati siano di natura “ordinaria”, la loro gestione viene lasciata al Ministero per la Sicurezza del Popolo, nel caso invece che la natura del crimine sia valutata “politica”, la responsabilità spetta al Dipartimento per la Sicurezza dello Stato.

L’Agenzia ha alle sue dipendenze anche una vasta forza di “irregolari” demandata soprattutto a operazioni di interrogatorio e tortura (i celeberrimi pubyok immortalati anche nel libro Il Signore degli Orfani) e collabora con le Forze Armate nella gestione congiunta del Bureau Generale della Ricognizione (RGB), l’organizzazione d’intelligence che gestisce tutte le operazioni clandestine all’estero, con particolare enfasi rivolta alla Corea del Sud ed al Giappone, oltre alle operazioni di “guerra cibernetica”.

Da ultimo, il Dipartimento per la Sicurezza dello Stato opera, in pace come in guerra, per garantire la sicurezza personale del Leader Supremo, di tutta la famiglia Kim e dei vertici del Partito e dello stato nord coreano; in tale mansione, esso collabora con il Comando della Guardia Suprema.

IL COMANDO DELLA GUARDIA SUPREMA

Il Comando della Guardia Suprema rappresenta l’apice del complesso delle d’élite sia militari che di sicurezza della Corea del Nord. Costituito nel 1946 per provvedere alla sicurezza personale di Kim Il-Sung, il Comando si distinse nel corso della Guerra di Corea partecipando ai combattimenti e producendo, tra gli altri, 72 “Eroi del Lavoro” e 28 “Eroi della Repubblica”, le massime onorificenze militari della Corea del Nord, mai assegnate con leggerezza.

Kim Jong Un protetto dai militari

Con l’eccezione di un periodo compreso tra la metà degli anni ’70 e la metà degli anni ’90 in cui venne posto sotto lo stretto controllo del Dipartimento per la Sicurezza dello Stato, il Comando della Guardia Suprema é sempre stato autonomo – anche se nominalmente composto da soldati delle Forze Armate – e, dal 2010 é guidato dal generale, Yun Jong-Rin.

La consistenza numerica del Comando si aggira sulle 120 mila unità, scelte tra i migliori studenti delle scuole superiori nord coreane. I candidati non solo devono avere un quoziente intellettivo superiore alla media ed essere prestanti fisicamente, ma devono superare un minuzioso esame, portato avanti in maniera incrociata sia dal Comando stesso che dal Dipartimento per la Sicurezza dello Stato e dal Ministero per la Sicurezza del Popolo, volto a valutare non solo l’affidabilità politica del candidato ma anche quella della sua intera famiglia mediante un’analisi delle azioni pregresse di tutti i componenti dell’albero genealogico (il famoso “songbun”) andando indietro fino ai tempi della colonizzazione giapponese.

Un unico membro di una famiglia può servire all’interno del Comando e, una volta che il candidato abbia ricevuto il nullaosta, egli deve rompere i contatti con la propria famiglia d’origine, tutti i suoi dati amministrativi vengono eliminati ed egli riceve un nuovo numero identificativo; a quel punto egli sarà a tutti gli effetti una “non persona” finché presterà il servizio militare.

Solamente al termine del servizio potrà acquisire un nuovo nome (preferibilmente scelto tra quelli degli eroi sepolti nel cosiddetto “Cimitero dei Martiri della Rivoluzione” a Pyongyang), gli verrà assegnata una moglie ed entrerà a far parte della nomenclatura del regime: i cosiddetti yangban.

Il semplice addestramento dei soldati del Comando della Guardia Suprema dura due anni (quando quello medio dei soldati semplici delle Forze Armate nord coreane dura sei mesi) e comprende: prove fisiche basiche, classi di taekwondo, utilizzo di armi da fuoco, cecchinaggio, 25 chilometri di marce giornaliere in piena tenuta di combattimento, nonché lo stesso ciclo intensivo creato anche per i soldati del Comando delle Forze Speciali.

Al termine dell’addestramento, i candidati diventano a tutti gli effetti soldati del Comando della Guardia Suprema e devono prestare servizio nel Corpo per almeno 10 anni (ma la maggior parte di essi rimane sotto le armi per periodi assai più estesi, diventando soldati professionisti a tutti gli effetti), nel corso dei quali, oltre a garantire la sicurezza della famiglia Kim e delle alte sfere del Paese, i soldati vengono inviati a rotazione a partecipare alle manovre militari presso le unità corazzate, di fanteria, delle Forze Speciali e persino quelle anti-aeree in modo tale che il loro curriculum sul campo si espanda progressivamente a tutte le fattispecie operative e, allo stesso tempo, mantengano una adeguata capacità combattiva senza ridursi a semplice “guardia di palazzo”. La fedeltà dei soldati al Leader Supremo e al paese raggiunge picchi assoluti, tanto che, dalla sua fondazione sino ad oggi, il Comando ha registrato solamente due casi di diserzione.

Dato il suo ruolo sia come Forza Speciale che come “servizio d’élite”, il Comando della Guardia Suprema occupa la posizione di preminenza sia nell’allocazione dei fondi che degli equipaggiamenti. Un banale esempio riguarda le dotazioni ausiliarie delle armi da fuoco.

Negli ultimi anni hanno cominciato a circolare immagini relative a soldati nord coreani, appartenenti alle guardie del corpo di Kim Jong-Il ed ora di Kim Jong-Un, equipaggiati con fucili d’assalto Type-88, copie dei sovietici AK-74, a sua volta derivato dal famoso AK-47 Kalashnikov, dotati di strani contenitori cilindrici ausiliari.

Militari equipaggiati con fucili d’assalto Type-88, copie dei sovietici AK-74, a sua volta derivato dal famoso AK-47 Kalashnikov, dotati di strani contenitori cilindrici ausiliari

Tale particolare dotazione é rimasta confinata nell’alveo di quelle destinate al Comando della Guardia Suprema fino all’aprile del 2017 quando é stata intravista anche sui Type-88 in dotazione ai soldati del Comando delle Forze Speciali in parata a Pyongyang.

Sebbene la stragrande maggioranza degli osservatori abbia sbrigativamente derubricato i misteriosi “contenitori cilindrici” come particolari “lancia granate coassiali”, abbiamo avuto modo di consultare una fonte sudafricana esperta di affari coreani la quale ha rivelato che i “cilindri” sarebbero in realtà dei caricatori di nuovo tipo che aumenterebbero la potenza di fuoco da 30 a 150 proiettili.

Ciò darebbe ai soldati nord coreani sia del Comando della Guardia Suprema che del Comando delle Forze Speciali – ed un domani anche a tutti gli altri fanti, una volta che tale caricatore diventasse parte della dotazione standard della fanteria – una potenza di fuoco individuale assolutamente ragguardevole, dandogli inoltre una maggiore indipendenza ed autonomia sul campo di battaglia, in una situazione dove la costanza dei servizi logistici delle Forze Armate nord coreane non sarebbe affatto garantita in maniera continuativa a causa dei massicci bombardamenti da parte delle Forze aeree americane e sud coreane.

 

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