Germania, il 9 novembre 1989 crolla il Muro di Berlino. Il Paese ancora alla ricerca di una sua identità

Di Valeria Fraquelli

Berlino. Era il 9 novembre 1989. Da questo momento tutto cambia non solo in Germania, ma anche nel resto d’Europa. Quella quella sera, infatti, con il crollo del famoso Muro eretto, in  una notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, viene giù uno degli ultimi pezzi del comunismo.

Un momento del crollo del Muro di Berlino

All’improvviso si capì che era finalmente arrivato il momento di tornare alla normalità. Il mondo stava cambiando.

L’URSS stava per sciogliersi. Il Presidente sovietico Gorbaciov e quello statunitense Reagan stavano per dare inizio ad una nuova era.

L’incubo dei missili e delle armi nucleari che potevano scatenare una Terza Guerra mondiale era finito. Tutti facevano festa perchè il tempo dei Muri e delle divisioni sembrava definitivamente archiviato.

Si poteva sperare in un mondo unito e solidale che avrebbe portato benessere a tutti.

Pace e armonia tra i popoli non erano solo parole al vento e frasi fatte, ma stavano diventando realtà.

A Berlino, in quei giorni precedenti al 9 novembre, c’era una strana atmosfera, un po’ elettrica. Si sapeva che stava per succedere qualcosa, qualcosa di importante.

E così fu , quando il Muro cominciò a crollare sotto le prime picconate.

Le prime erano indecise e incerte ma, mano a mano che diventava chiaro che la storia era davvero destinata a cambiare per sempre, diventarono decise e frenetiche.

Colpi sempre più potenti e la folla che gridava, si abbracciava, piangeva di gioia e tutto faceva capire che non sarebbero più esistite due Germanie, sarebbe esistita solo una Germania unita.

Tutti gli errori e le tensioni del passato si erano come dissolti. Finalmente i berlinesi erano liberi, liberi da quel Muro che aveva diviso improvvisamente famiglie e vite. Aveva fatto la differenza tra vivere nella parte occidentale e vivere in quella orientale della città.

L’URSS era crollata. La Germania stava rinascendo e adesso toccava ai suoi abitanti cercare di rimettere insieme quanto, per tanti anni, avevano perduto.

La parte ovest era benestante mentre la parte est era povera e degradata e ci sarebbero voluti anni per rimettere tutti sullo stesso piano e, forse, il processo non è ancora finito.

Il Muro eretto dopo la Seconda Guerra mondiale rappresentava in pieno le divisioni della Guerra Fredda.

Dapprima era una barriera di filo spinato e transenne, poi venne innalzato il Muro vero e proprio e vennero messe delle torrette di guardia sia da parte sovietica che da quella occidentale.

Non era facile passare dalla zona sotto l’influenza alleata a quella governata dalle autorità sovietiche e viceversa.

Servivano un passaporto e molteplici visti. Tutti erano controllati più e più volte e chi tentava di attraversare il Muro illegalmente veniva immediatamente fucilato sul posto.

Non c’era pietà. Il Muro divideva tutto.

Berlino venne letteralmente smantellata e divisa. Anche la metropolitana venne soppressa. I servizi come luce, acqua e gas funzionavano a singhiozzo e nella parte est erano razionati per poche ore al giorno.

Il crollo del Muro di Berlino

Per qualche anno sembrò che effettivamente fosse così.

Fiorirono le organizzazioni internazionali, la NATO acquistò un ruolo di primo piano e ci fu il periodo d’oro della Comunità Europea che cominciò quel lungo rinnovamento che è la base dell’Unione Europea di oggi.

Oggi però con la crisi economica, la paura dell’immigrazione e il rischio del terrorismo internazionale sembra che tutto stia lentamente ritornando indietro.

Sono stati costruiti nuovi muri e barriere e le frontiere che avevano cominciato ad aprirsi si stanno richiudendo.

Siamo forse di fronte ad un nuovo ed inquietante periodo di divisioni? Questo nessuno può saperlo ma ci sono segnali che fanno prospettare un mondo nuovamente diviso.

Quel Muro che cadendo ha cambiato la storia forse non ci ha insegnato nulla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Autore