Carabinieri 8° Reggimento “Lazio”, l’impiego di CIO E SOS per il controllo del territorio ed il contrasto al terrorismo

Roma. La CIO (Compagnia di intervento operativo) e le SOS (Squadre Operative di Supporto) costituiscono un altro importante aspetto operativo dell’8° Reggimento “Lazio” dei Carabinieri,  comandato da Colonnello Gianluca Trombetti, titolato Scuole di Forze di Polizia.

Report Difesa ha trascorso una giornata con questi militari per conoscere da vicino le loro attività.

Quando viene rilevata l’esigenza di Ordine pubblico in una provincia di competenza delle regioni Lazio, Marche ed Umbria per quanto riguarda l’area di competenza dell’8° Reggimento, vengono dispiegate delle squadre CIO che operano con una linea di mezzi simili a quelli dell’Arma territoriale.

Il controllo dei Carabinieri della CIO alla Sinagoga di Roma

I Carabinieri effettuano servizi di pattugliamento, perlustramento e vigilanza del territorio di competenza.

Insomma, viene fatta quella che, tecnicamente, “mobilità di pronto intervento”. Su disposizione del Comando Generale dell’Arma vengono mandati quei uomini a supportare i loro colleghi della territoriale.

In un città come Roma, ricchissima di luoghi sensibili, i Carabinieri della CIO operano, ad esempio, anche nei pressi del Tempio Maggiore di Lungotevere de’ Cenci, più conosciuto come la Sinagoga. In stretta collaborazione unità di vigilanza privata della Comunità ebraica, i militari controllano su tutto ciò che avviene da quelle parti, come furgoni, persone ed altro.

Ci spostiamo nel comune di Fiumicino (Roma). Anch’esso, per presenza del vicino aeroporto internazionale, è tenuto sotto costante monitoraggio.

Il controllo del territorio a Fiumicino (Roma)

La maggior parte degli interventi sono fatti  per reati collegati alla droga (per lo più cocaina), alle liti in famiglia. In vista delle prossime vacanze estive Fiumicino aumenterà il numero di presenze e questo aumenterà, senza dubbio, i controlli dei Carabinieri.

Le SOS sono, invece, considerata una “prima risposta (first responder) in caso di minaccia terroristica e di particolari criticità per una minacce che possono arrivare da esponenti della criminalità organizzata.

I Carabinieri delle SOS sono addestrati per fissare un obbiettivo rapidamente, in caso di minaccia, e valutare l’eventuale intervento o attendere l’arrivo del Gruppo intervento speciale (GIS).

Un team delle SOS a Castel S. Angelo a Roma

Quando si ravvisa un’esigenza è la Centrale operativa del Comando provinciale di Roma dell’Arma che valuta la situazione e dispone l’impiego delle Squadre Operative di Supporto.

Sono armati di un ARX 160 della Beretta con ottiche particolari e di una pistola sempre della Beretta. Sono dotati anche di auto blindate, uno scudo balistico e di un casco balistico, di un “ariete” qualora fossero chiamati ad intervenire per liberare ostaggi in edifici). Vigilano sui luoghi sensibili, come ad esempio le sedi istituzionali, la zona di San Pietro, i concerti musicali, gli eventi sportivi. Ogni è composto da 4 operatori. Il loro compito è di ingaggiare, se estremamente necessario una minaccia terroristica.

Un Carabiniere delle SOS

I componenti delle SOS si tengono sempre aggiornati nel tiro che deve essere “discriminato” e “selettivo”, un tiro di Polizia diverso da quello prettamente da sniper. Per entrare a far parte di questi team, altamente professionali, oltre alla classica richiesta occorre superare prove fisiche e psicoattitudinali.

Gli istruttori delle Squadre Operative di Supporto hanno tutti un lunghissimo curriculum nei GIS o nel Tuscania.

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