Corea del Nord, per gli Usa la misura è colma ma non si parla ancora di attacco. Seul ipotizza nuovo lancio di missili il 9 o il 10 settembre

New York. “Enough is enough”, quando e’ troppo e troppo”. L’ambasciatrice statunitense all’ONU, Nikki Haley, oggi,a New York, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso così il pensiero dell’amministrazione Trump sulla Corea del Nord. Adesso basta, ha ragionato la rappresentante americana, l’ONU deve prendere “le piu’ forti misure possibili contro il regime di Pyongayang”.

Il nuovo lancio di un missile balistico nord coreano sta facendo infuriare diplomatici e militari occidentali

La Haley ha criticato l’azione spesso “troppo lenta e debole” della comunità internazionale.

Duro anche il commento del sottosegretario generale alle Nazioni Unite Jeffrey Feltman che ha sottolineato “le gravi violazioni” delle risoluzioni ONU e dei trattati internazionali da parte del regime di Pyongang. “Quello  effettuato dalla Corea del Nord – ha aggiunto – è il il test nucleare piu’ potente mai realizzato in precedenza”:

Sulla stessa lunghezza d’onda anche i leader del G7 che hanno condannato “nei termini più forti possibili il nuovo test nucleare condotto dalla Corea del Nord” con comportamento “irresponsabile”.

La nota vede firmatari Paolo Gentiloni (Italia), Justin Trudeau (Canada), Emmanuel Macron (Francia), Angela Merkel (Germania), Shinzō Abe (Giappone), Theresa May (Gran Bretagna), Donald Trump (Stati Uniti). A loro si sono aggiunte le firme dei rappresentanti europei  Jean-Claude Juncker, Donald Tusk.

Nella nota si chiede che la Corea del Nord immediatamente abbandoni “tutti i programmi nucleari e i programmi di missili balistici in una maniera che sia completa, verificabile e irreversibile”.

“Siamo pronti – si legge ancora nella nota – a rafforzare ancora le misure che puntano a raggiungere” l’obiettivo di fermare i test nucleari della Corea del Nord. I leader richiamano “con forza il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ad assumersi le sue responsabilità e lavorare per l’adozione di una nuova ed efficace risoluzione che includa misure più forti”.

Insomma, siamo ancora nella fase della diplomazia, delle note di protesta. Anche Trump usa due pesi e due misure. Da una parte sottoscrive la nota e dall’altra sostiene che “il dialogo non funziona, la Corea del Nord capisce una cosa sola” (l’uso delle armi?).

Il Presidente che oggi, alla Casa Bianca, ha incontrato i vertici militari alla Casa Bianca non ha escluso un attacco preventivo. “Vedremo”, ha risposto ai giornalisti che glielo chiedevano.

In mattinata, intanto, la Corea del Sud ha  registrato ancora “segnali” relativi alla preparazione di un nuovo lancio di missile balistico da parte della Corea del Nord che solo ieri ha compiuto il suo sesto test nucleare. L’intelligence di Seul ha messo in guardia dai rischi di un nuovo test nucleare, possibile in ogni momento, e di lanci di altri missili balistici intercontinentali individuando il 9 settembre, anniversario della fondazione dello Stato, e il 10 ottobre, giorno della nascita del Partito dei Lavoratori nord coreano, come date sensibili.

In un’audizione parlamentare, il National Intelligence Service (NIS) ha aggiunto che le analisi su due dei quattro tunnel del sito atomico di Punggye-ri mostrano “che una detonazione è sempre possibile”.

Nel frattempo le Forze Armate sudcoreane proseguono nelle esercitazioni. Ne hanno condotta una simulando un attacco contro un sito nucleare nord coreano, con l’utilizzo di caccia F15 e di un missile balistico. Nell’esercitazione è stato utilizzato il missile Hyunmoo-2A e missili a lungo raggio aria-terra, che secondo il comunicato dello Stato Maggiore della Difesa hanno tutti “accuratamente raggiunto i loro obiettivi”. Gli obiettivi simulati erano stati individuati nel Mar del Giappone alla stessa distanza del sito per i test nucleari nordcoreano di Punggye-ri.

La Corea del Sud, sempre dal punto di vista militare, ufficializza che altri quattro batterie di sistemi antimissile americani Thaad saranno dispiegati dalle US Forces Korea (USFK) nella nuova base di Seongju, a 300 chilometri a Sud dalla captale, in fase di completamento in quello che era un campo da golf della conglomerata Lotte.

L’annuncio del ministero della Difesa è giunto col giudizio positivo sulla sostenibilità della struttura del ministero dell’ Ambiente. Sono due i lanciatori al momento operativi, insieme agli impianti radar, sistemati tra le proteste dei residenti.

Infine, la Cina ha presentato “una forte protesta formale” all’ambasciata della Corea del nord di Pechino contro l’ultimo test nucleare.

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