Corno d’Africa, il ruolo geopolitico ed economico dell’Italia in un dibattito a Bari nel corso della Fiera del Levante

Bari. La situazione nel Corno d’Africa ed il ruolo dell’Italia dal punto di vista geopolitico ed economico sono stati al centro, nei giorni scorsi, a Bari di un convegno organizzato e promosso da Polis Avvocati, insieme alla Regione Puglia ed alla Fondazione Farefuturo, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di Puglia Promozione, nell’ambito della 82ª Fiera del Levante.

Un momento della giornata di studio sul Corno d’Africa

La giornata, articolata in due sessioni, la prima di carattere geopolitico, incentrata su “L’Italia per la pace e lo sviluppo” e l’altra pomeridiana, con la tavola rotonda dedicata alla cooperazione, alla tutela dei diritti ed all’internazionalizzazione ha visto il contributo dei più autorevoli esperti delle tematiche trattate.

A cominciare da Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea, che ha evidenziato come “la pace nel Corno d’Africa sia un miracolo, impensabile fino a pochissimo tempo fa. È la prima volta che, in Italia, si dibatte in modo organico e completo con la partecipazione soprattutto dei rappresentanti dei Paesi interessati di un problema che per noi dovrebbe essere di importanza primaria. Mi auguro che da oggi inizi davvero un dibattito proficuo nel nostro Paese sul tema, perché l’Italia deve fare delle scelte strategiche. Per l’Africa e in particolare per il Corno d’Africa occorre un grande piano dell’Europa in accordo con la Cina”.

I temi della giornata, dopo i saluti istituzionali, sono stati introdotti dall’avvocato Francesco Paolo Bello, managing partner di Polis. “Per il quarto anno consecutivo lo studio Polis, in occasione della Fiera del Levante, organizza un meeting su temi internazionali – ha spiegato – . Questa edizione concentra l’attenzione sui Paesi del Corno d’Africa, aprendo un dibattito a livello europeo di grande attualità, considerando la svolta epocale che riguarda la pace tra Eritrea e Etiopia. Analizzeremo il contesto seguendo la rotta delle possibili relazioni che questi Paesi intrecciano con l’Italia, sempre approfondendo le tematiche giuridiche sottostanti, e partendo dalla nostra professionalità in ambiti specifici quali l’Internazionalizzazione, che ci vede impegnati da anni nel supporto alle imprese che investono all’estero”.

L’avvocato Francesco Paolo Bello, managing partner di Polis

Il senatore Adolfo Urso, presidente della Fondazione Farefuturo (coorganizzatore dell’iniziativa) , presidente Associazione di Amicizia Parlamentare Italia Corno d’Africa e vicepresidente Copasir si è domandato “come mai, a fronte di un processo di pace che ha coinvolto innanzi tutto l’Unione Europea, le aree di prioritario interesse strategico per l’Italia, come i Balcani, la Libia ed il Corno d’Africa sono stati sconvolti dalle guerre negli ultimi 20 anni? Mi chiedo se la responsabilità sia anche italiana. È un problema che come Governo e come Parlamento dobbiamo analizzare e domandarci se l’assenza dell’Italia ha influito. L’Italia è un po’ disattenta. Mi rivolgo anche al ministro Matteo Salvini per quanto riguarda lo stanziamento di fondi in Africa, di concentrarli appunto nel Corno d’Africa. Basterebbero una decina di milioni di euro”.

A tirare le fila dell’intera giornata di lavori è stato l’

Avvocato Michele Laforgia

che ha evidenziato la necessità da parte dell’Italia e dell’Europa, di inserirsi nel percorso avviato nei territori del Corno d’Africa. “Si tratta di aiutare noi stessi, a casa loro. O meglio, nella casa di tutti, che è il nostro pianeta – ha detto -. I problemi del nostro Paese sono ormai globalizzati: e non c’è confine che tenga. Vale per il Sud, vale per l’Italia. Vale anche per l’Europa. Non solo le politiche italiane, ma quelle europee, non possono limitarsi al controllo dei confini. Non basta impedire gli sbarchi. Non è sufficiente il contrasto alla tratta degli esseri umani. Non basta limitare i flussi dei rifugiati, governare i procedimenti di asilo politico, se non si interviene sui conflitti all’origine dei fenomeni migratrori. Lo ha detto Romano Prodi: la percentuale del prodotto lordo africano rispetto al prodotto lordo mondiale è la stessa del 1980. E quindi l’Italia, l’Europa, l’Occidente non possono non intervenire. Nei Paesi del Corno d’Africa abbiamo anche responsabilità dirette, storiche, enormi. Abbiamo da farci perdonare la tragedia del colonialismo, l’avventura imperiale del fascismo. Oggi, abbiamo una straordinaria occasione per farlo, con la cooperazione internazionale”.

Per la prima volta, dopo la pace tra Etiopia e Eritrea, a Bari si sono incontrati anche i diplomatici degli Stati coinvolti: l’ambasciatore dell’Eritrea in Italia, Petros Fessehazion e quello della Somalia in Italia, Abdirahman Sheikh Issa Mohamed, il delegato dell’Ambasciata di Etiopia in Italia, Amsalu Alena Adela, e l’ambasciatore di Somalia in Benelux e nell’Unione europea, Ali Said Faqi.

Un focus specifico è stato dedicato alle “Testimonianze d’impresa”, con il racconto delle best practices delle imprese operanti nel Corno d’Africa Piccini Group, Zambaiti-Dolce Vita, ITARE, Istituto Zooprofilattico Teramo e di Luigi Potitto.

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