Emergenza COVID-19, gli assetti dell’Aeronautica Militare sempre in prontezza operativa

Di Ferdinando Ceglia 

Roma. In queste settimane di emergenza Covid-19 sono state effettuate, fino ad oggi, 13 missioni di trasporto dai velivoli dell’Aeronautica Militare per trasferire in sicurezza pazienti da un ospedale all’altro, alleviando così la pressione sui centri di cura del Nord Italia.

Un elicottero HH101 pronto al decollo

E’ attivo 24 ore su 24, l’hub temporaneo costituito nella base aerea di Cervia, dove sono sempre pronti al decollo elicotteri HH-101 ed equipaggi del 15° Stormo, nonché team di medici ed infermieri della Forza Armata, specializzati in trasporti in alto bio-contenimento.

Sono stati 8 i trasporti effettuati fino ad oggi dai velivoli C-130J della 46ª Brigata Aerea per il trasporto di pazienti che da Bergamo sono stati trasferiti in altri ospedali.

In particolare sono stati 5 i voli sul territorio nazionale e 3 quelli diretti in Germania (due a Lipsia ed uno a Dresda).

In ognuno degli interventi effettuati, il velivolo, in stato di allerta sulla base di Pisa e attivato su richiesta del Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) della Protezione Civile, ha prelevato sull’aeroporto di Cervia il team di bio-contenimento e le speciali barelle di isolamento, per poi dirigersi verso l’aeroporto di Orio al Serio per l’imbarco dei pazienti.

Un C130J con team specialistici dell’Aeronautica Militare

Altri 5 trasporti di questo genere sono stati garantiti con gli elicotteri HH-101 del 15° Stormo, con il supporto anche di equipaggi del 9° Stormo di Grazzanise (Caserta) sempre partendo dalla base di Cervia per intervenire in diversi luoghi del territorio nazionale.

Si tratta di aeromobili di ultima generazione utilizzati per molte tipologie di missioni, dalla ricerca e soccorso fino al supporto alle operazioni speciali, configurati in questo caso come delle vere e proprie “ambulanze volanti”, in grado di trasportare pazienti in modalità di bio-contenimento attraverso speciali barelle isolate ATI (Aircraft Transit Isolator), nonché assistere i pazienti con apparati di respirazione durante il volo.

Il trasporto aereo in bio-contenimento è, in questa emergenza, una delle capacità peculiari espresse dall’Aeronautica Militare, unica insieme alla Royal Air Force del Regno Unito in Europa, che permette il trasporto di personale affetto da malattie particolarmente infettive in totale isolamento e sicurezza. Come dimostrano le diverse missioni di questi ultimi giorni, la Forza Armata è in grado di garantire tale capacità con un’ampia gamma di assetti, a seconda del tipo di intervento richiesto, sia con ala rotante che con velivoli da trasporto (del 14° Stormo di Pratica di Mare, C-130J e C-27J della 46ª Brigata Aerea di Pisa).

Un trasporto in biocontenimento

Il Team di bio-contenimento dell’Arma azzurra che fa riferimento all’Infermeria Principale di Pratica di Mare, è costituito da specialisti – medici ed infermieri – il cui numero nella singola missione può variare in ragione del tipo di velivolo impiegato e del tipo e livello di intervento richiesto. I medici e gli infermieri impiegati vengono periodicamente addestrati e formati attraverso corsi ed attività esercitative. L’Aeronautica Militare è dotata di sistemi isolatori tipo ATI, STI e N36, certificati sui vari velivoli militari impiegati per questo genere di trasporti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore