Esercito: a Cesano di Roma le attività addestrative di un CAT di secondo livello. Sul terreno le Unità del 7° Bersaglieri di Altamura e del 2° Battaglione Granatieri di Sardegna “Cengio”

Cesano di Roma (dal nostro inviato). Il CAT (Centro addestramento tattico) di Cesano di Roma è definito di secondo livello.

Bersaglieri del 7° Reggimento di Altamura (Bari) impiegati in attività addestrativa al CAT di Cesano

In un CAT di questo genere si può svolgere un’attività esercitativa con il coinvolgimento di un gruppo tattico e dove il livello massimo è di complesso minore (plotone).

La missione del CAT è quella di fornire un ambiente addestrativo che ben si identifichi ad uno specifico Teatro Operativo verso il quale l’unità dovrà essere inviata o che potrebbe esserlo.

Vengono utilizzati per l’addestramento sistemi di simulazione ad alta tecnologia, come il SIAT (Sistema Integrato per l’Addestramento Terrestre) sia sul personale, che sui mezzi e sulle armi.

Uno degli operatori con indosso il sistema SIAT

Un altro aspetto della missione è quello di diffondere la “cultura della simulazione addestrativa”, partendo dagli Istituti di formazione.

Lo scopo è di formare comandanti flessibili e autonomi che siano capaci di gestire situazioni impreviste in tutto lo spettro delle operazioni terrestre.

Al CAT di Cesano, diretto dal Tenente Colonnello Marcello D’Agostino, vengono svolte tre attività.

La prima: approntamento delle unità che sono destinate al Teatro Operativo per le quali vengono preparati ad hoc degli scenari (mission oriented), a seconda di dove verranno rischierate.

A questo proposito si tengono due settimane di addestramento.

La seconda attività del Centro consiste in settimane addestrative alle quali partecipano Reggimenti che non andranno subito fuori area ma si dovranno addestrare in situazioni war.

E anche per queste unità vengono predisposti scenari appositi, appunto war, che sono difficilmente proponibili nelle aree addestrative dove questi reparti sono di sede.

E’ cura dei comandanti delle unità e dei Reggimenti fornire al CAT un tema sul quale fare addestrare i loro soldati. Il tema può essere offensivo o difensivo che sarà messo in atto. La rotation è di una settimana.

La terza attività del CAT avviene a supporto delle Scuole dell’Esercito.

Qui, infatti, si addestrano i giovani allievi dell’Accademia Militare di Modena, quelli della Scuola Sottufficiali di Viterbo e per i Sergenti.

Allievi dell’Accademia di Modena a bordo di un elicottero CH in volo

Gli addestramenti per questi allievi avvengono per rendere realistico quanto potrebbe avvenire sul campo: dall’emanazione degli ordini alla condotta.

I futuri comandanti di plotone, i futuri vicecomandanti di plotone (Marescialli) e i futuri Tenenti riescono a capire, grazie alla formazione di Cesano, l’importanza della simulazione in campo addestrativo.

Il CAT svolge, insomma, due funzioni: formativa e informativa, propedeutica al loro futuro comando.

In occasione di spazi liberi nelle giornate addestrative, il CAT supporta la formazione degli allievi della Scuola di Fanteria che ha sede nella stessa caserma.

Un aspetto che è emerso nella nostra visita al CAT, le settimane scorse è quello di un utilizzo del SIAT non solo a livello di plotone ma anche di squadra. Come? Togliendo la parte sistemistica dell’EXON (Exercise Control) che potrebbe essere usato appunto dalle squadre fucilieri, in quanto produce una riduzione dei costi.

La sala EXON al CAT di Cesano

Si può, infatti, utilizzare qualsiasi area perchè non c’è bisogno di sgomberare i poligoni, si garantisce una cura, direi maniacale, del verde con il recupero di tutti i bossoli. Sul terreno non resta piombo.

Di contro vengono replicati, in maniera fedele, gli effetti del fuoco.

IL CAT cesanese è specializzato sul MOUT (Military Operations in Urban Terrain), sul controllo della folla, sul NBC. Tutti i corsi sono tenuti da istruttori qualificati.

L’ATTIVITA’ ESERCITATIVA SUL CAMPO

Anche se si tratta di un addestramento, ogni azione deve essere svolta come se ci trovassimo in un Teatro Operativo.

Si inizia con l’emanazione degli ordini da parte del comandante di plotone ai suo comandanti di squadra che, a loro volta, dovranno poi comunicarli alle singole squadre.

All’emanazione degli ordini assistono anche gli Observer Coach Trainer (OC/T) che poi sia dalla sala Exon, dove affluiscono tutti i dati relativi al personale impiegato nell’esercitazione, ai mezzi, alle armi da utilizzare, sia direttamente sul terreno seguiranno l’addestramento.

Uno degli OC/T in attività addestrativa al CAT

Gli OC/T operano sia al seguito delle BLUEFOR (in questa attività a Cesano rappresentati da un plotone di Bersaglieri del 7° Reggimento di stanza ad Altamura – Bari) che delle OPFOR (sempre in questa occasione erano rappresentate da alcune unità del 2° Battaglione Granatieri di Sardegna “CENGIO” di stanza a Spoleto – Perugia).

Il primo giorno dell’attività addestrativa è iniziato con la predisposizione dell’armamento e dei mezzi che sono stati dotati dei sistemi del SIAT.

Ricordiamo che questo Sistema è stato apprezzato da diverse delegazioni straniere quali quella israeliana, cinese ed araba quando hanno visitato il CAT romano.

Il SIAT ha, infatti, un grande valore tecnico. Consente di poter operare da -20 gradi a +50 gradi.

La mattina dell’azione, dopo che la sera prima il comandante di plotone aveva diramato gli ordini, ai comandanti di squadra e questi, a loro volta, li avevano resi noti ai team alle loro dipendenze, i Bersaglieri del 7° Reggimento sono usciti dalla Porta Nord del Poligono.

Il comandante di plotone emana gli ordini alle squadre

Gli OC/T, in una pozza d’acqua (la sera prima era piovuto copiosamente) avevano fatto ritrovare il simulacro di una bomba di mortaio.

Il simulacro della bomba da mortaio, nella pozza d’acqua, viene scoperto dal team delle BLUEFOR

Questo simulacro è stato posizionato in modo che il rallista o il capo team potesse vederlo e testare la reazione di tutto il dispositivo.

Una reazione che, come abbiamo avuto modo di vedere, è stata rapida ed efficace.

I Bersaglieri sono appiedati, hanno controllato che sotto i loro mezzi non fossero stati “posizionati” eventuali IED, compiendo un 525. Hanno controllato, in modalità V rovesciata, tutta la loro area per poi far rientro ai Lince e cambiare itinerario per raggiungere le altre zone addestrative.

Il simulacro della bomba da mortaio

Una bottiglia di plastica sul terreno ha richiamato l’attenzione della pattuglia. Si temeva che potessero essere collegate alla bomba di mortaio eventuali fili che, se toccati, avrebbero potuto azionare l’ordigno.

Tutto viene comunicato via radio in modo che il comandante del convoglio e la Sala TOC siano a conoscenza, seppure via voce, di quanto stia succedendo.

Gli altri aspetti dell’esercitazione hanno previsto l’incontro con un “partigiano” che ha comunicato alle BLUEFOR con un classico documento di intelligence che le OPFOR potevano combattere per 5-6 giorni, avendo armi e cibo a sufficienza.

Oltre a rendere noto che le OPFOR erano molto di più di quelle stimate ad un pino report di intelligence e che avevano un discreto armamento.

Una postazione OPFOR

Da parte loro le OPFOR, al comando di un Tenente, si sono preparate all’attacco predisponendo una serie di contro misure per mettere in difficoltà il “nemico” come, ad esempio, posizionare degli elmetti nascosti nell’alta erba del poligono.

Così, da lontano, potevano sembrare dei soldati posizionati in una trincea.

Gli elmetti delle OPFOR

Molto interessante, dal punto di vista della manovra, l’azione messa in atto dalle BLUEFOR del 7° Reggimento Bersaglieri in occasione dell’attacco finale al caposaldo dei soldati del 2° Battaglione Granatieri di Sardegna.

La manovra dei Lince del 7° Reggimento Bersaglieri

Una manovra sia operata con l’utilizzo dei mezzi Lince che appiedata. La quale ha consentito, non senza fatica e “perdite” alle BLUEFOR di conquistare il caposaldo “nemico”.

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