Frontex, come aumentare il personale di 10 mila unità secondo le direttive del Consiglio Europeo

Bruxelles. All’ultimo vertice europeo, tenutosi a Bruxelles il 28 ed il 29 maggio, i leader europei hanno fatto una promessa: la figura della guardia di frontiera e della guardia costiera all’interno dell’Agenzia Frontex sarà aumentata di 10.000 unità e non più nel 2027, ma già nel 2020. La cifra è tonda. È bellissimo. Ma come rispettare la parola data?

Il direttore dell’agenzia Frontex, Fabrice Leggeri

Risposta: semplicemente con un trucco del passato, di cui solo gli europei sanno il segreto.

Qual è la forza lavoro attuale?

In realtà, oggi Frontex è di circa 600 persone (589 per la precisione secondo un ultimo conteggio effettuato a Varsavia la sede dell’Agenzia) di cui 138 esperti nazionali distaccati (per un periodo variabile di due o tre anni in generale). Si deve notare che la maggior parte di questo personale è utilizzato per gestire tutti i compiti affidati all’Agenzia (in aumento), solo poche decine sono distribuiti o dispiegati nel settore (di solito per un periodo di tempo abbastanza breve.

Circa 1300 persone sono dislocate sul campo (Grecia, Italia, Bulgaria ed altri). La cifra varia di settimana in settimana, tra 1200 e 1400 ufficiali (1500 al culmine della crisi). Il personale è distaccato dagli Stati membri per una durata variabile (da una a poche settimane).

A questo, si aggiunge un pool di riserva di 1500 persone che è stato creato nel 2015 con l’istituzione del corpo europeo delle guardie di frontiera.

Oggi arriviamo a 3400 persone (600 + 1300 + 1500).

Qual è l’obiettivo?

Lo scorso maggio, la Commissione Europea ha previsto di aumentare il numero delle guardie di frontiera di 10 mila unità di personale nel 2027. Una proposta formulata nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (PCP o QFP) per il periodo 2021-2027. Di fronte alla pressione degli eventi, la domanda franco-tedesca (nella dichiarazione Meseberg), il dibattito politico in Consiglio Europeo, la Commissione ha proposto di anticipare tale obiettivo al 2020.

Come ci arriviamo al 2020?

Per arrivarci non si sta cercando di reclutare centinaia di persone ogni anno.

Molto semplicemente l’obiettivo, in linea con quanto stabilito dalla decisione del 2015, è quello di rafforzare il corpo europeo delle guardie di frontiera e guardacoste (Frontex) per aumentarlo gradualmente a 2020 da circa 300 a 1000 persone (dipendenti pubblici, appaltatori ed esperti Nazionale. Da notare che uno è circa la metà dell’obiettivo (circa 600), che è già un bel risultato.

Aggiungere a questo, l’aumento del personale distribuito a spendere da 1500 a 2000 persone in media e aumentare il pool di riserva da 1500 a 7000 persone. Né visto né conosciuto.

Si arriva a 10.000 = 1000 + 2000 + 7000. È meraviglioso, vero?

Sarà personale permanente?

No. Infatti, il personale principale (più di 9 mila persone) è fornito dagli Stati membri (se hanno questi numeri e se lo desiderano), con il sostegno finanziario dell’Unione Europea (che assicura la diaria). Semplicemente ciò che si prevede è di avere gradualmente una metà del personale di riserva (cioè 3500) trasformata in personale permanente dal 2027.

Perché è difficile da reclutare?

È costoso e non è automaticamente economicamente sostenibile. Ma la difficoltà è per lo più pratico. In primo luogo, con l’istituzione di Schengen, la maggior parte delle forze nazionali (polizia di frontiera e dogane) sono state ridotte al minimo. Quindi non ci sono più fondi, come dice un ufficiale di polizia Senior, o personale ampiamente disponibile. Poi, con l’allerta terroristica, gli Stati certamente hanno ripreso il reclutamento ma hanno assegnato il nuovo personale al territorio nazionale. Infine, la formazione e il reclutamento del personale richiedono tempo.

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