Gran Bretagna, la May sulla graticola. Ora ha più avversari che sostenitori

Di Vincenzo Priolo

Londra. Il risultato finale si è rivelato una delusione, si va verso un ‘hung Parliament’, un “Parlamento impiccato” alla necessità di dar vita a fragili coalizioni o a Governi di minoranza.

Theresa May entra nel suo ufficio di Downing Street. In molti scommettono che però non riuscirà a fare il nuovo Governo.

A Theresa May arrivano le prime, velate richieste di dimissioni, anche dall’interno del Partito Conservatore, dopo il risultato elettorale: a livelli record in termini percentuali, analoghe alle migliori prove di Margaret Thatcher, eppure disastrosamente sotto la maggioranza assoluta di che la premier si proponeva di consolidare in termini di seggi. La colpa si potrebbe attribuire all’inattesa resurrezione del Labour di Jeremy Corbyn, risalito a sua volta oltre il 40% e del fenomeno terrorismo che in questi mesi ha colpito l’Inghilterra mutando di fatto le intenzioni di voto.

La premier “dovrebbe considerare ora la sua posizione”, ha detto alla Bbc, Anna Soubry, deputata anti-Brexit, da tempo voce critica nei confronti di May. Una frase che tutti gli osservatori in studio hanno interpretato come un benservito.

Corbyn attacca: “Ha perso, vada via.  Theresa May ha perso sostegno, ha perso seggi e ha perso voti, io credo sia abbastanza perché se ne vada”. Queste le parole del leader laburista Jeremy Corbyn, nel discorso tenuto dopo la rielezione a deputato nel suo collegio.

Corbyn ha poi ripetuto che con il voto “la politica è cambiata” e ha aggiunto che la gente ha fatto capire “di non poterne più di austerity e tagli ai servizi pubblici”, ma “ha votato per la speranza”. Ha assicurato infine che il Labour insisterà nella sua battaglia ed è orgoglioso dello slogan: “Per i molti, non per i pochi”. Inoltre si è detto disponibile a scendere in campo al posto della May, che ormai è in serissime difficoltà.
Anche l’ex cancelliere dello scacchiere, il conservatore George Osborne, intervistato dalla Bbc ha parlato con parole forti: “la May ha le ore contate, a metà della prossima settimana tutto crollerà per lei”.
“Quello che abbiamo ora – ha aggiunto – è un Governo di minoranza, in carica ma privo di poteri e dipendente da soli 10 parlamentari del Dup. Due anni fa eravamo un faro di stabilità politica e successo economico. Oggi abbiamo l’opportunità di ripensare l’hard Brexit come la intendeva la signora May. Possiamo rispettare gli esiti del referendum senza tagliare i nostri legami con il Mercato Unico e senza lasciare l’Unione Doganale”.
Nell’attesa, tutti i Paesi europei e i mercati finanziari attendono con ansia gli sviluppi della questione londinese.

Autore