Grande Guerra, un novembre ricco di eventi: dalla Rivoluzione russa alla cacciata di Cadorna. A Caserta una mostra ricorda gli anni al fronte

Caserta. Il mese di novembre del 1917 fu un periodo dell’anno ricco di eventi politici e militari che cambieranno nel giro di un anno le sorti della Grande Guerra.

Tra il 6 ed il 7 novembre (24 e 25 ottobre secondo il calendario giuliano) a Pietrogrado, i bolscevichi formarono un Governo rivoluzionario presieduto da Lenin, estendendo il loro potere su gran parte dei territori dell’Impero zarista. La reazione armata delle forze controrivoluzionarie e l’intervento delle potenze straniere provocò l’inizio di una cruenta guerra civile che si concluse con la vittoria bolscevica tra il 1921 e il 1922.

Attacco al Palazzo d’inverno a San Pietroburgo

Ma per la storia italiana ecco le date più importanti di quell’anno.

Partiamo dal 4 novembre 1917. Alle 12 di quel giorno il Generale Luigi Cadorna che si trovava a Codroipo (Udine) ordinò la ritirata generale. Quello che rimaneva dell’Esercito post Caporetto si trincerò sulla sponda a destra del Piave e sui Monti Grappa, Tomba e Monfenera.

Sotto occupazione austro- ungarica finirono la parte sinistra del Piave del Trevigiano e del Veneziano, oltre al Bellunese e al Friuli.

Secondo il “Bando Cadorna”, i primi giorni di novembre, si erano già spostati tutti i maschi dai 15 ai 60 anni validi al combattimento. Nei territori invasi restarono solo vecchi, bambini o ammalati.

Il 6 e 7 novembre però si tenne un vertice politico-militare molto importante. Siamo a Rapallo (Genova). Qui nelle sale del Kursaal New Casino, gestito dalla società Cellè & Fumo, dopo la sconfitta a Caporetto (che ci costò oltre 11 mila caduti, 30 mila feriti, 265 mila prigionieri; oltre a danni ingenti all’armamento) si riunirono i rappresentanti di tre Paesi alleati: Italia, Francia e Gran Bretagna.

Per il nostro Paese erano presenti il capo del Governo, Vittorio Emanuele Orlando, il ministro degli Affari esteri Sidney Sonnino, il generale Vittorio Alfieri, il sottocapo di Stato Maggiore Carlo Porro, l’onorevole Leonida Bissolati ed il segretario Luigi Aldrovandi Marescotti. I francesi erano rappresentati dal presidente del Consiglio Paul Painlevé, dal ministro Henry Franklin-Bouillon, dall’ambasciatore in Italia Camille Barrère, dal Chef de Bataillon dello Stato maggiore Jacques Helbronner e dai generali Ferdinand Foch, Maxime Weygand e De Gondrecourt.

Per i britannici erano seduti al tavolo il premier Lloyd George, Maurice Hankey ed i generali Jan Smuts, William Robertson e Henry Maitland Wilson.

In una riunione preparatoria del vertice, furono i rappresentanti stranieri a mettere sul banco degli accusati il Generale Luigi Cadorna chiedendo al capo del Governo italiano di cacciare Cadorna. Aggiungendo che doveva essere sostituito dal Duca d’Aosta.

La sostituzione di Cadorna fu imposta come condizione per inviare rinforzi da parte degli Alleati.

I partecipanti al vertice ligure si trasferirono a Peschiera l’8 novembre per riferire i risultati al Re, il quale si oppose alla nomina del Duca d’Aosta, ma confermò la rimozione di Cadorna.

Il Generale Armando Diaz, fino a quel momento alla guida del XXIII Corpo d’armata, vene nominato comandante supremo dell’Esercito italiano con un decreto datato 9 novembre, in sostituzione di Cadorna. Questi, dopo un iniziale rifiuto, accettò l’incarico di rappresentante presso il Consiglio di guerra interalleato con il comandante supremo dell’Esercito francese generale Ferdinand Foch ed sir William Robertson, capo di Stato maggiore dell’Esercito britannico.

L’intuizione di Cadorna scritta in una lettera del 3 novembre di un imminente attacco sul fronte trentino si dimostrò giusta.

Il 9 novembre la coda della 4ª Armata e tre divisioni del XII Corpo d’armata in ripiegamento dalla Carnia furono sopraffatte con gravi perdite dalla 14ª Armata austro-tedesca che, dopo avere forzato il ponte di Cornino sul Tagliamento il 2 novembre, aveva cominciato una manovra eccentrica rispetto all’asse principale di avanzata.

La 3ª Armata si attestò sulla sinistra del Piave dal Ponte della Priula al mare il 9 novembre, mentre la 4ª non aveva ancora completato il suo schieramento. Un indugio che consentì alla 4ª Armata di mettere in salvo le artiglierie di medio e grosso calibro che tanto contribuirono a salvare il Grappa.

Tutto ciò fa parte ormai della Storia del sanguinoso conflitto mondiale di inizio ‘900. Ma i soldati, protagonisti di questi eventi sul terreno come vivevano questi fatti?

Per capirlo si può visitare una bellissima mostra, curata da Valentina Cosco, alla Quadreria della Reggia vanvitelliana di Caserta. Dal titolo ‘“Erano Giovani e Forti -Caserta e i suoi Figli nella Grande Guerra 19172017”, l’evento ha ottenuto la concessione del logo della “Struttura di Missione per gli anniversari di interesse Nazionale” della Presidenza del Consiglio dei ministri. Inoltre si pregia del patrocinio della Fondazione Vittoriale degli Italiani, della Croce Nera Austriaca, della Rai e si avvale della collaborazione dell’Istituto Luce Cinecittà e della Fondazione Banco di Napoli.

Alcuni pezzi della mostra di Caserta

 

Come riposava un militare nel periodo di guerra

L’obiettivo è stato quello di ricostruire, rivivere, comprendere e raccontare gli anni al fronte durante la Grande Guerra attraverso un excursus storico senza precedenti.

In esposizione fino al prossimo 27 febbraio ci saranno infatti circa 600 cimeli provenienti da musei civili e di Forza armata, collezioni private, biblioteche e archivi. Italiani e non solo.

Attraverso un percorso che si snoda lungo sei diverse sezioni sarà possibile ammirare uniformi, armi, medaglie, documenti e tantissimi altri oggetti recuperati dai campi di combattimento, custoditi nelle case e, da qualche anno, anche nei musei dedicati a questo conflitto.

Si va dagli equipaggiamenti alla sanità al fronte, dalla trincea al tempo libero, dalle mongolfiere agli aerei con uno spazio dedicato alla figura di Gabriele D’Annunzio e al pilota capuano Oreste Salomone e soprattutto ai caduti austro-ungarici che, prigionieri o ricoverati negli ospedali militari, caddero sul territorio casertano, ove ancora oggi riposano, nei cimiteri di Caserta e Maddaloni. Ancora, una sezione è stata dedicata alla Croce Rossa ed una agli oggetti tedeschi, inglesi, francesi, russi e americani.

Uno dei pezzi nella sezione dedicata a Gabriele D’Annunzio

Si raccontano non solo combattimenti, ma veri stralci di vita vissuta, quella che non sempre si ritrova nei libri di storia.

La mostra illustra una diversa chiave di lettura fatta di curiosità e di laboratori di ricerca alla scoperta di storie custodite nelle memorie familiari, negli archivi, nei documenti, negli oggetti e, purtroppo, qualche volta dimenticate.

Si tratta di una ricostruzione della memoria rivolta ai giovani, per renderli consapevoli dell’importante funzione educativa della storia, poiché solo conoscendo dal profondo le proprie radici si può guardare al futuro, imparando dal passato.

A fare da guide ai visitatori, i militari della Brigata Garibaldi insieme agli studenti degli istituti scolastici di secondo grado del territorio che, anche quest’anno, hanno accettato con entusiasmo di partecipare all’iniziativa.

Partner del progetto, che proseguirà fino al 2018, sono la Brigata Bersaglieri Garibaldi, la Reggia di Caserta, la Provincia ed il Comune di Caserta, l’Ufficio scolastico regionale per la Campania, la Camera di Commercio, l’Archivio Di Stato, la Società di Storia Patria.

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