Immigrazione, il porto de La Valletta sarebbe adatto per gli sbarchi di migranti. Ma un accordo tacito Italia-Malta non lo consente

Bruxelles. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker promette “sforzi supplementari” per aiutare Italia e Grecia “nella battaglia difficile ed eroica” sulla questione delle migrazioni.

Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker promette “sforzi supplementari” per aiutare Italia e Grecia

Ma le promesse potrebbero restare tali se non si troverà, presto, una soluzione. Viene ventilata l’idea di dirottare le navi delle Organizzazione non governative (ONG) verso i porti di altri Stati membri. Ma anch’essa potrebbe scontrarsi con ostacoli politici e logistici, senza cambiare di una virgola il numero degli sbarchi nel nostro Paese.

I migranti soccorsi dalle ONG che battono bandiera francese o spagnola potrebbero essere sbarcati in Francia o Spagna.

Ma, come spiega una fonte comunitaria, citata dall’Agenzia Italia, tutto dipenderà “dalla disponibilità dei singoli Paesi”.

Bruxelles sostiene di capire “la situazione perché se i numeri restano quelli degli ultimi giorni la situazione diventerà ingestibile”.

Però, ha sostenuto la stessa fonte, il numero di sbarchi da navi di Organizzazioni non governative che battono bandiera di un altro Paese sono solo una “piccola porzione”. rispetto al totale delle imbarcazioni che operano al largo della Libia.

La maggior parte dei salvataggi viene effettuato dalla Guardia costiera italiana, da navi che partecipano alle missioni europee Sophia e Triton e da mercantili.

Secondo quanto sostiene un documento della Commissione europea, risalente allo scorso febbraio, nel 2016 le navi delle Ong hanno condotto appena il 22% dei salvataggi nel Mediterraneo centrale contro il 46% da parte di imbarcazioni della Polizia di frontiera, della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera italiana.

In questa vicenda il porto di Malta potrebbe tornare centrale, visto che la maggior parte dei salvataggi, al largo della Libia, avvengono nella zona di ricerca e soccorso maltese (SAR).

Ma c’è un accordo tacito tra Roma e La Valletta che prevede gli sbarchi in Italia, perché l’isola del Mediterraneo è troppo piccola per gestire migliaia di migranti.

Il porto de La Valletta

Quel che ha chiesto il Governo Gentiloni – si sottolinea ancora a Bruxelles – è una modifica dell’automatismo che porta alla designazione dei porti in Italia, non necessariamente per procedere a sbarchi a Malta, ma in altri Stati membri.

La discussione politica avverrà in una riunione informale dei ministri dell’Interno dell’Ue la prossima settimana a Tallin (Estonia).

Sul tavolo la soluzione di problemi legali, logistici e politici.

Le missioni dell’Unione europea che operano al largo della Libia designano esplicitamente l’Italia per gli sbarchi.

Per modificare le regole di ingaggio dell’Operazione Sophia serve l’unanimità dei 28 Stati membri.

Mentre, per cambiare il mandato della Triton occorrerà il consenso di tutti gli Stati membri partecipanti.

Una volta escluse le imbarcazioni italiane e quelle delle missioni Ue, restano solo le navi delle ONG. Si tratta di 14 imbarcazioni che battono bandiera di Malta, Olanda, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito.

Nel frattempo, malgrado il sostegno alle richieste italiane, il presidente della Commissione europea, Juncker ha mostrato segnali di irritazione nei confronti di chi accusa l’Unione di non muoversi sulla crisi migratoria. “Abbiamo agito, non lascerò dire che non è stato fatto nulla- ha dichiarato -, La Commissione ha stanziato nel 2016 e 2017 10,2 miliardi di euro per la crisi dei migranti. Si è trattato di un grande sforzo perchè le risorse non sono state messe a disposizione dagli Stati membri ma da tutti i commissari che hanno dovuto cedere somme importanti”.

Juncker ha anche rivendicato anche il lancio del corpo di guardia-coste e guardia-frontiera dell’Ue. “E’ una politica già fatta. Abbiamo dispiegato in Grecia più di 800 soldati, poliziotti e guardia-frontiere – ha spiegato – più di 300 in Italia, 200 alla frontiera bulgaro-turca e un centinaio in Spagna. La protezione delle frontiere sta funzionando”.

L’immigrazione e le richieste di solidarietà nell’accoglienza arrivate dall’Italia ai Paesi dell’Unione Europea sono state discusse anche durante la visita della Commissione Ue a Tallin per l’inizio del semestre di Presidenza estone.

L’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza dell’Unione europea, Federica Mogherini, ha già discusso della preparazione della riunione informale dei ministri dell’Interno della prossima settimana durante l’incontro con la Presidenza estone.

Tra le ipotesi a cui la Mogherini e la Commissione stanno lavorando, in stretto coordinamento con il premier Paolo Gentiloni ed il ministro dell’Interno Marco Minniti, è lo stanziamento di 40 milioni di euro dal Trust fund Africa per progetti in Libia, da approvare già a luglio.

I fondi andrebbero a ulteriore supporto della Guardia costiera, al Centro coordinamento operazioni a Tripoli e ad azioni per rafforzare il confine meridionale.

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