IT SMEREX 2018: Sommergibilisti e Palombari della Marina Militare per la Ricerca e Soccorso di sottomarini sinistrati

di Lia Pasqualina Stani

    L’equipaggio del sottomarino ARA San Juan della Marina Argentina perde i contatti con la base navale di Ushuaia, in Mar del Plata il 15 novembre 2017. Nonostante le proibitive condizioni meteo nel sud Atlantico, le ricerche del battello non si sono fermate fino a quando superato il doppio del tempo previsto dai protocolli internazionali per trarre in salvo l’equipaggio di un sottomarino, la Marina Militare Argentina ha annunciato ufficialmente che escludeva la possibilità di salvare i 44 membri del sommergibile.

Il San Juan non è l’unico precedente storico. Un palombaro della Marina Militare nel 1916, Alberto Gianni, al largo della Spezia salvò da solo i 40 membri dell’equipaggio del sommergibile S3 a 34 metri di profondità durante il collaudo. Diventato sordo per una malattia da decompressione dopo quell’episodio, inventò la camera di decompressione iperbarica, usata per l’ossigenoterapia per i subacquei con problemi di decompressione dopo immersioni e per altre patologie curate all’interno della Base della Spezia anche per i civili.

Nel 1939 il sommergibile Squalus della US Navy affondò al largo del New England. L’equipaggio venne salvato dal capitano Swede Momsen, inventore della Campana Mc Cann.

È l’agosto del 2003 quando nel Mare di Barents affonda il sottomarino russo Kursk: muoiono tutti i cento membri dell’equipaggio di cui circa venti per asfissia. In seguito alla tragedia del sottomarino Kursk, le principali Marine hanno intensificato le attività nel campo della ricerca e soccorso e l’interesse a dotarsi di specifiche capacità.

Attualmente i sommergibili di tutte le Marine del mondo sono dotati degli stessi sistemi misti di salvataggio (dall’uscita autonoma con tuta, il recupero con minisommergibile e campana Mc Cann), e hanno standardizzato i sistemi di aggancio ai portelli dei sottomarini: l’operazione di soccorso e salvataggio può essere eseguita da qualunque mezzo di qualunque Marina NATO e non. Le capacità di intervento della Marina Militare Italiana è identica a quella di altre Marine: chi interviene prima dipende dal luogo in cui il sommergibile si trova.

Scuola Sommergibili presso l’Arsenale M.M di Taranto

Per la ricerca e soccorso di sottomarini sinistrati la Marina Militare Italiana ha organizzato anche quest’anno una delle più importanti e complesse esercitazioni a livello mondiale, la “Submarine Escape & Rescue Exercise 2018” (IT SMEREX 2018). Diversi assetti e specialità sono stati impegnati in una serie di operazioni di ricerca e soccorso partite non appena segnalata la criticità, durate fino al recupero dell’equipaggio in difficoltà. Importante è la funzione del personale del GOS (Gruppo Operativo Subacquei) supportato dallo SMERAT (Submarine Parachute Asssitan Group) del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN) per il soccorso ai sommergibili. Il ruolo di soccorritore è stato affidato alla nave di salvataggio e soccorso sommergibili, Nave Anteo. Il sommergibile Romeo Romei del Comando Flottiglia Sommergibili (COMFLOTSOM) ha rivestito il ruolo di “DisSub”(Distressed Submarine, battello sinistrato) eseguendo la tipica manovra di posa sul fondo che effettua una unità subacquea in emergenza. L’area di operazione è stata individuata nelle acque prospicenti Ginosa Marina, i cui fondali sono stati monitorati dalla Marina Militare precedentemente per garantire la sicurezza in tutte le fasi di svolgimento dell’esercitazione.

Ad avviare la presentazione della IT SMEREX 2018 presso la Sala Conferenze del COMFLOTSOM, nel Reparto Formazione e Addestramento “C.F Rio Corazzi” della Scuola Sommergibili è il Comandante del Comando Flottiglia Sommergibili, C.V. Giorgio Cossiga.

Comandante del Comando Flottiglia Sommergibili, C.V. Giorgio Cossiga.

Il Centro di Addestramento è un’eccellenza della Marina Militare Italiana, ed è tra le poche Marine ad avere un polo di formazione tecnologicamente avanzato dove si forma il personale sommergibilista dall’inizio e durante l’iter di carriera. Fondamentale per gli equipaggi dei sommergibili è “l’addestramento di team” attraverso i diversi tipi di simulatori dove si ricreano possibili scenari operativi e di emergenza. “Il Centro di Formazione è il “cuore” della Componente, come ha dichiarato, il comandante Cossiga, e averlo in questo punto impone la vicinanza dei battelli, per consentire l’addestramento. […] Nel Centro di Formazione tutto il personale viene addestrato per operare su entrambe le classi delle otto unità, pur massimizzando le similitudini non tutti gli apparati sono uguali. Nei prossimi anni altri sommergibili della Classe Todaro sostituiranno quelli della Classe Sauro e si inizia ad orientare l’addestramento del personale soprattutto verso il futuro, per avere equipaggi che opereranno esclusivamente sui sommergibili classe Todaro”.

Per comprendere l’importanza della SMEREX 2018, è necessario capire cos’è, qual è il ruolo di ISMERLO ed i mezzi di soccorso coinvolti. La presentazione dell’esercitazione, alla presenza del T.V. Carlo Faggiana, capo nucleo pubblica informazione del Comando Flottiglia Sommergibili, è stata illustrata dal comandante, C.F. Zefferino, capo reparto operazioni della Scuola Sommergibili e dal T.V. Fina, due degli istruttori del Centro che si occupano rispettivamente della parte operativa e della parte tecnica della formazione.

C.V. Cossiga e C.F. Zefferino, capo reparto operazioni della Scuola Sommergibili

La SMEREX è un’esercitazione con l’obiettivo di testare la “catena di allarme” ed il sistema nazionale di ricerca e soccorso basato sul sistema satellitare impiegato normalmente per la ricerca e la localizzazione di navi in difficoltà denominato COSPAS-SARSAT, verificando il corretto svolgimento di tutte le procedure per trarre in salvo l’equipaggio di un sottomarino posato sul fondo a seguito di un’avaria. La centrale COSPAS-SARSAT riceve il segnale di soccorso emesso dalla boetta SEPIRB lanciata dal sottomarino in difficoltà, la Centrale Operativa Sommergibili e la COAN di CINCNAV gestisce l’emergenza attraverso il controllo operativo dei mezzi e degli assetti di ricerca e soccorso.   È un’esercitazione annuale che si svolge in due fasi: la “fase seriale” in cui vengono testati i singoli mezzi di soccorso e consente l’addestramento specifico degli operatori coinvolti nelle attività. Nella “fase reale” si simula un sommergibile posato sul fondo che il mezzo di soccorso, Nave Anteo, cerca, trova, presta soccorso e fa evacuare l’equipaggio. Oltre ad una serrata lotta contro il tempo nella ricerca e soccorso di un DisSub si valutano le condizioni meteo e quelle del mare.

Capitano di Fregata Gennaro Vitagliano, responsabile dell’International Submarine Search and Rescue Liason Office (ISMERLO)

A bordo di Nave Anteo presente anche il responsabile dell’International Submarine Search and Rescue Liason Office (ISMERLO),incarico da sempre affidato ad un ufficiale sommergibilista della Marina Militare Italiana, nello specifico al capitano di Fregata Gennaro Vitagliano che coordina le attività di ricerca e soccorso di sommergibili DisSub.

ISMERLO istituito nel 2003 dopo la tragica esperienza del sottomarino russo K-141 Kursk, ha sede a Northwood in Inghilterra nell’ambito del Comando Sommergibili della NATO. È un’organizzazione internazionale alla quale fanno capo tutte le Marine del mondo con una componente sommergibilistica, Con l’istituzione di ISMERLO è stato possibile standardizzare le procedure di intervento, le strumentazioni e l’addestramento del personale di tutte le Marine del mondo, in caso di un DisSub. Coinvolge 41 Nazioni al mondo che collaborano qualora dovesse esserci un evento di sommergibile posato sul fondo.

Nave Anteo durante la IT SMEREX 2018

Necessariamente per intraprendere l’operazione di salvataggio, Nave Anteo ha il compito di avviare la ricerca iniziale del sottomarino attraverso il ROV (remotely operated vehicle), minisottomarino telecomandato dotati di telecamera rilasciato in acqua che consente la visione da bordo della nave delle condizioni del DisSub.

Una volta localizzato il battello posato sul fondo, la prima cosa da fare è garantire la ventilazione: portare aria ai membri dell’equipaggio per aumentare la possibilità di sopravvivenza all’interno nel caso occorrono, per effettuare le operazioni di soccorso, più giorni a causa delle condizioni meteo non favorevoli o per altre contingenze. Lo si fa attraverso delle manichette (ARS, Auxiliary Rescue Submarine), una immette ossigeno e l’altra aspira anidride carbonica, che devono essere collegate al sottomarino. Questa attività viene svolta dal personale GOS che ha utilizzato per l’occasione, uno scafandro rigido articolato, l’ADS Quantum (Atmosferic Diving System) in dotazione a nave Anteo. pilotato all’interno da un palombaro, in grado di scendere fino a 300 metri. Tutti i sommergibili sono dotati di impianti di ventilazione che funzionano con energia elettrica. In caso di necessità ci sono sistemi di ventilazione di emergenza che garantiscono il riciclo dell’aria in attesa dei soccorsi dall’esterno, per un massimo di cinque giorni. L’ADS consente di estendere ulteriormente le capacità autonome di ventilazione del battello e può permettere di aumentare la sopravvivenza dell’equipaggio.

ADS Quantum (Atmosferic Diving System) nella fase di recupero dopo il collegamento delle manichette di ventilazione al DisSub durante la IT SMEREX 2018

Nave Anteo successivamente alla fase di ricerca, se localizzato deve prestare soccorso al DisSub e può evacuare il personale utilizzando due dei principali strumenti di soccorso in dotazione: il minisommergibile SRV 300 e la Campana MC Cann.

L’SRV 300, opera a quote maggiori, fino a 300 m di profondità, con battelli inclinati fino ad un massimo di 45°. È ospitato nel compartimento a poppa della nave e messo a mare tramite argano.  Durante la fase di approccio, si apponta diagonalmente rispetto alla prua, sulla mastra del sommergibile in corrispondenza del portello e una volta espulsa l’acqua all’interno della “gonna” di collegamento, comincia il trasferimento del personale. Può riportare in superficie fino a 11 militari alla volta.

Altrimenti si può intervenire con la Campana Mc Cann che può scendere fino a 120 metri, con una capienza massima di sei persone, testata per operare su battelli inclinati fino a 10°. Per agevolare la posa sulla mastra del battello in difficoltà, la nave deve portarsi sulla verticale del DisSub. Smaltita l’acqua all’interno della campana, ottenuto l’effetto ventosa, si procede con l’apertura dei portelli ed al passaggio del personale nella stessa. Richiusi i portelli e separata la campana dal sommergibile si procede alla riemersione ripetendo la manovra per il personale restante. È necessario fare una prova “a secco” durante la fase seriale dell’esercitazione. Nave Anteo possiede anche una camera di decompressione multipla immergibile che viene calata in acqua e consente agli operatori subacquei di fare delle soste intermedie necessarie alla decompressione e se si deve proseguire con le immersioni.

Sia la campana che il minisommergibile sono compatibili con molte tipologie di sottomarino per poter intervenire in caso di necessità anche su mezzi di altra nazionalità.

Simulatore di fuoriuscita individuale dalla garitta Classe Sauro

Nel caso in cui le condizioni a bordo non consentissero di attendere i soccorsi dall’esterno, è possibile far evacuare l’equipaggio attraverso la fuoriuscita individuale dalla garitta presente sul DisSub, indossando la tuta MK11 che protegge il corpo durante la risalita d’emergenza. Indossata la tuta si entra nella garitta, inserendo il bocchettone di gonfiaggio della stola nell’apposito erogatore. Intanto dall’interno del battello si provvede ad aprire la valvola di allagamento in modo da allagare la garitta, chiudendo lo sfogo d’aria. Attraverso una “gonna” si crea una bolla d’aria al di sotto della garitta. Il personale si infila sotto la “gonna” e risalirà in superficie. Le Mk 11 incorporano in una borsa un piccolo battello gonfiabile in superficie che può unirsi ad altri minibattelli creando una sorta di “isola” facilmente individuabile dall’alto. In superficie lo SPAG (Submariner Parachute Assistance Group), un nucleo altamente specializzato in seno al GOS di palombari e tecnici sanitari brevettati paracadutisti militari aviolanciatosi da un EH-101 dell’Aeronautica Militare o di MARISTAER Grottaglie, può prestare soccorso ai membri dell’equipaggio del DisSub, che ha preso posto sui rispettivi minibattelli di salvataggio.

La SMEREX è un’esercitazione complessa che comprende la gestione del soccorso all’interno del battello e il controllo delle procedure di soccorso dall’esterno.

La IT SMEREX 2018 quest’anno ha avuto carattere internazionale per la partecipazione del sottomarino greco ed ha ospitato numerosi Ufficiali di Marine in qualità di osservatori, provenienti da Emirati Arabi Uniti, Francia, Grecia, Israele, Turchia, Brasile, Cile, Ecuador, Olanda, Pakistan, Spagna, Russia, tutti interessati alle capacità peculiari ed expertise della Marina Militare Italiana in questo settore.

A bordo di nave Anteo continuerà il racconto di una delle attività della “fase reale” della IT SMEREX 2018.

(Foto dell’Autrice)

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