Kosovo, avvicendamento nel contingente italiano. Il 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti “Folgore” dà il cambio al 3° Reggimento Artiglieria da Montagna della Brigata Alpina “Julia”

Belo Polje. Avvicendamento al Comando del Multinational Battle Group West e del contingente italiano dislocato a Belo Polje presso la Base di “Villaggio Italia” nell’ambito della missione KFOR.

Il passaggio dello stendardo del MNBG-W

Alla presenza del comandante di KFOR, Generale di Divisione Salvatore Cuoci,  il contingente uscente, su base 3° Reggimento Artiglieria da Montagna della Brigata Alpina “Julia”, comandato dal Colonnello Enzo Ceruzzi è stato avvicendato dal contingente subentrante, su base 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti “Folgore”, comandato dal Colonnello Ettore Gagliardi.

Il passaggio della bandiera della NATO, formale atto di cessione della responsabilità, è stato presieduto dal Comandante di KFOR,  al cospetto di numerose autorità militari, civili, religiose, e folte rappresentanze dei diversi contingenti nazionali.

Il Generale Cuoci ha sottolineato l’importanza dell’impegno delle Forze Armate nella missione in Kosovo esprimendo sentite parole di compiacimento per l’intensità e la qualità del delicato lavoro svolto dai militari italiani e per quanto l’attività sia apprezzata dalle Istituzioni kosovare e riconosciuta dai partner della comunità internazionale.

Il Comandante di KFOR, Generale di Divisione Cuoci

Durante gli ultimi sei mesi, il contingente multinazionale, guidato dal Colonnello Ceruzzi, composto da circa 230 soldati italiani e da ulteriori 400 militari provenienti da Austria, Moldavia e Slovenia ha operato con successo nel pieno rispetto della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il Colonnello Ceruzzi. comandante del 3° Reggimento Artiglieria da Montagna della Brigata Alpina “Julia”,

In particolare, il contingente multinazionale ha garantito il monitoraggio della libertà di movimento nell’area occidentale del Kosovo, lo sviluppo di attività addestrative ed esercitazioni tese al miglioramento dell’interoperabilità tra militari provenienti da nazioni diverse, l’attuazione di pattuglie congiunte con le Forze di Sicurezza kosovare e le Forze Armate serbe in prossimità e lungo la linea di demarcazione tra il Kosovo e la Serbia e lo svolgimento di progetti CIMIC per lo sviluppo economico e sociale dell’area balcanica.

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