Libia, morte di Haftar. Parla Michela Mercuri (SIOI): ” Il futuro e’ un rimescolamento delle dinamiche interne”

Di Valeria Fraquelli 

Parigi. Da ieri sera il destino del Generale Khalifa Haftar, l’uomo forte di Tobruk, è immerso nel mistero. Le prime fonti ne hanno annunciato la morte in ospedale a Parigi in seguito ad un infarto, mentre qualche ora dopo il portavoce della missione UNSMIL la missione Onu in Libia, con un tweet ha aumentato il mistero dichiarando:” L’inviato Onu in Libia, Ghassan Salamé e il feldmaresciallo Khalifa Haftar hanno parlato oggi per telefono ed hanno discusso della situazione generale e gli ultimi sviluppi politici”.

Il sito di informazione francese France 24 e l’edizione on line del quotidiano Le Monde riportavano la notizia secondo cui il Generale libico fosse ancora vivo e ricoverato in un ospedale di Parigi dove sta ricevendo le cure del caso. Il giallo si infittisce e ancora adesso mentre scriviamo non si sa quale sia davvero il destino del libico che, con il suo grande carisma, reggeva sotto il suo comando una grande parte del martoriato Paese nordafricano.

Report Difesa per tentare di fare almeno un po’ di chiarezza sulla sorte del Generale libico e per capire quali potrebbero essere le conseguenze di quanto potrebbe essere avvenuto  ha chiesto alla Professoressa Michela Mercuri di fare il punto della situazione.

La docente insegna al Corso in Terrorismo e le sue mutazioni geopolitiche alla SIOI (Società italiana per le organizzazioni internazionali di Roma) ed anche Geopolitica del Medio Oriente all’Università Niccolò Cusano; collabora inoltre con il Centro Italiano per la pace in Medio Oriente (CIPMO) di Milano ed anche per il nostro giornale.

Un’ immagine del Generale Khalifa Haftar

Dice la Mercuri: “ La morte di Haftar, vera o presunta che sia provocherà di certo un grandissimo rimescolamento delle dinamiche interne alla Libia. E due sono gli scenari che potrebbero aprirsi: il primo sarebbe il caos perché Haftar era un importante connettore di milizie e fazioni interne libiche e la sua morte potrebbe scatenare lotte interne violente per colmare il vuoto di potere. Il secondo scenario potrebbe essere una seria revisione delle dinamiche politiche interne ma adesso in Libia è solo il caos a trionfare e questa seconda ipotesi è quindi altamente improbabile perché un dialogo tra le varie fazioni politiche libiche è quasi impossibile”.

L’unica cosa certa è che la morte del Generale, se anche fosse confermata, non porterebbe alcun beneficio per il traballante governo di Al Serraj.

“Conseguenze più gravi ci saranno a livello internazionale – aggiunge la docente -. Haftar era un fedele alleato dell’Egitto per bloccare infiltrazioni jihadisti. I militari fedeli al Generale aiutavano infatti le Forze Armate egiziane nella lotta al terrorismo internazionale e senza di lui gli egiziani potrebbero trovarsi in seria difficoltà. Anche per la Francia e la Russia, Haftar era un alleato prezioso sul fronte anti islamisti ed in particolare per i russi l’aiuto del Generale era strategico non solo in Libia ma nel quadrante nord africano e mediorientale”.

 

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