Libia e non solo, gli affari di Nicolas Sarkozy

Di Valeria Fraquelli 

Parigi. Da ieri si parla incessantemente dell’ex Presidente francese Nicolas Sarkozy, sotto strettissimo interrogatorio per avere ricevuto finanziamenti illeciti da parte dell’ex dittatore Gheddafi per la sua campagna elettorale del 2007.

I rapporti ambigui tra l’ex dittatore libico e il politico francese sono da anni al vaglio della magistratura d’Oltralpe dal 19 aprile 2013, giorno in cui è stata aperta ufficialmente l’inchiesta, anche se i fatti sono stati portati all’attenzione del grande pubblico già l’anno prima, il 28 aprile del 2012, quando il sito di informazione Mediapart aveva pubblicato la notizia di incontri segreti tra Sarkozy e il capo dei servizi segreti militari libici Moussa Koussa.

Da Gheddafi, Sarkozy all’epoca prese parecchi milioni di euro per finanziare la sua campagna elettorale per le Presidenziali francesi, una grossa somma fatta di soldi sporchi che derivavano del commercio delle armi. Questi milioni sarebbero stati poi effettivamente usati per finanziare la sua campagna elettorale; quindi un aiuto illecito proveniente da un dittatore sanguinario.

Finanziamenti di provenienza illecita sarebbero stati usati dall’ex Presidente francese anche nella campagna elettorale del 2012. In questo caso il partito politico di Sarkozy, l’UMP, e l’agenzia di comunicazione Bygmalion avrebbero prodotto fatture false per coprire fondi neri utilizzati durante la campagna elettorale.

Sarkozy e Gheddafi.

Gli affari di Sarkozy però non si limitano ai soli rapporti pericolosi ed ambigui con l’ex dittatore libico Gheddafi; ci sono anche altri scandali in cui l’ex Presidente francese sarebbe implicato.

Primo tra tutti lo scandalo Azibert, in cui sarebbe implicato anche l’avvocato Thierry Herzog, caso di corruzione e violazione del segreto professionale. Sarkozy avrebbe cercato di corrompere un importante giudice della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, in cambio di informazioni segrete che lo riguardavano, informazioni che dovevano rimanere assolutamente protette. L’ex Presidente avrebbe promesso al magistrato una promozione di rilievo.

Lo scandalo Tapie riguarda invece un arbitraggio a favore dell’uomo d’affari Bernard Tapie annullato improvvisamente senza spiegazione. L’imprenditore ha dovuto rimborsare 404 milioni di euro che aveva ricevuto dallo Stato nel 2008 come rimborso per gli effetti negativi che aveva subito in seguito alla vendita dell’Adidas nel 1993. Christine Lagarde, attuale capo del Fondo Monetario Internazionale e all’epoca Ministro dell’economia, è stata a sua volta indagata per eventuali sue implicazioni nella vicenda ma la sua posizione è stata poi stralciata dalla magistratura d’Oltralpe. Nel corso dell’inchiesta è risultato un fitto scambio di nomine e favori tra Nicolas Sarkozy e Bernard Tapie. Gli inquirenti non escludono, anche se nessuno ha direttamente interrogato l’ex presidente della Repubblica su questo argomento, che le istruzioni potrebbero essere date dalle autorità più alte dello stato su questo dossier.

Riguarda una fornitura di elicotteri militari invece il caso Karachi. Alla vigilia delle elezioni del 1995 il Governo guidato da Edouard Balladur, di cui Sarkozy era ministro del Budget, concordò un affare per fornire elicotteri militari al Pakistan e all’Arabia Saudita. Una parte della somma sarebbe stata dirottata da misteriosi intermediari per finanziare la campagna elettorale di Balladur, con la complicità di Sarkozy che divenne il portavoce del Presidente. La giustizia francese si sta interessando anche ad un altro caso di vendita di elicotteri militari, il caso Kazakistan. Il Governo kazako avrebbe acquistato quarantacinque elicotteri dalla società francese Eurocopter per la cifra di due miliardi di euro, ma la fattura sarebbe stata gonfiata ad arte per ottenere finanziamenti illeciti. Se così fosse questo aggraverebbe ancora di più la posizione giudiziaria di Sarkozy che all’epoca era già Presidente.

Mentre Sarkozy era Presidente, l’Eliseo commissionò a due società di sondaggi appartenenti a due fedelissimi del capo di Stato, Patrick Buisson e Pierre Giacometti, di redigere sondaggi sulla popolarità del governo e delle istituzioni francesi. I contratti illegali toccavano la cifra dei 9,4 milioni di euro. All’epoca Sarkozy era protetto dall’immunità ma sei suoi collaboratori vennero indagati, così come la società di sondaggi Ipsos.

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