NAVE ANTEO, TRAINING PER IL SOCCORSO SOMMERGIBILI

L’esercitazione svolta nel golfo di Taranto con il sommergibile Romeo Romei evidenzia la peculiarità della Marina Militare italiana, unica nel contesto delle Marine del Mediterraneo

di Viviana Passalacqua

Operativi in tempi record, salvifici anche in condizioni meteomarine particolarmente avverse. Sono i palombari di Nave Anteo, che ieri nel golfo di Taranto hanno portato a termine un ciclo addestrativo fondamentale per la capacità del Soccorso Sommergibili.

Da una profondità di circa 50 metri, è stato portato in superficie un membro dell’equipaggio del sommergibile Romeo Romei tramite l’utilizzo della Campana di salvataggio McCann, il sistema di soccorso subacqueo più longevo della storia.

Impiegata per la prima volta nel 1939 durante il salvataggio dell’equipaggio del USS Squalus affondato a 70 metri di profondità al largo di Portsmouth, la McCann è oggi dotazione indispensabile per il rescue diver.

Su Nave Anteo, attraverso un cavo di sospendita in acciaio,  due palombari possono farla appontare sui portelli dei sommergibili fino a 121 metri di profondità, effettuando una particolare manovra chiamata “ventosa” che consente di metterla in equilibrio pressorio con l’interno del battello, accogliendo così 6 naufraghi per ogni corsa verso la superficie.

L’attività – successiva a quella condotta con la tecnica di immersione in saturazione dai Palombari di Comsubin sul relitto del sommergibile Sebastiano Veniero –conferma la capacità della Marina Militare italiana di prestare soccorso ai sommergibili sinistrati, peculiarità unica nel contesto delle Marine del Mediterraneo.

Un training che ha visto la partecipazione del Gruppo Operativo Subacquei, vera e propria eccellenza di settore internazionalmente riconosciuta all’estero, come  indiscusso centro di eccellenza per lo studio, la ricerca, la formazione e lo sviluppo delle capacità operative nel settore dell’immersione subacquea a quote più o meno profonde.

Grazie alla tecnica delle immersioni in saturazione, è possibile raggiungere la profondità di 250 metri, con escursioni fino a 300 metri, ma soprattutto può effettuare lavorazioni che richiedano tempi prolungati di esecuzione.

Una caratteristica distintiva della nostra Marina Militare, messa al servizio del Paese in diverse occorrenze. Tra le recenti attività dei Palombari della Marina e di nave Anteo, ricordiamo infatti la neutralizzazione di 12.400 ordigni esplosivi residuati bellici in ambito marittimo, il recupero del relitto di un peschereccio a oltre 370 metri di profondità affondato al largo della Libia, la ricerca dei dispersi sul relitto del peschereccio Rosinella a oltre 60 metri di profondità a largo di Gaeta. E ancora: la bonifica di due relitti carichi di residuati bellici inesplosi al largo di Savona, l’ispezione al relitto del sommergibile Millo, affondato il 14 marzo del 1942, e giacente a 72 metri di profondità al largo delle coste calabre, fino ai numerosi interventi in favore del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) e del Ministero dello Sviluppo Economico per la sorveglianza e la tutela del patrimonio culturale sommerso e il controllo antinquinamento delle condotte sottomarine e delle piattaforme petrolifere.

L’Anteo, posto alle dipendenze del Gruppo Navale Speciale di Comsubin, è dotata di sofisticati equipaggiamenti e specifiche apparecchiature che consentono di svolgere lavorazioni subacquee di ogni genere, anche a notevoli profondità, nonché il soccorso e salvataggio a favore degli equipaggi dei sommergibili in avaria. Tale Unità allarga notevolmente lo spettro di impiego dei Palombari della Marina permettendo loro di raggiungere, grazie all’utilizzo delle tecniche di immersione in intervento ed in saturazione, profondità operative superiori ai 250 metri, o di operare con apparecchiature e mezzi tecnologicamente avanzatissimi, quali il minisommergibile SRV-300 (Submarine Rescue Vehicle) e lo scafandro rigido articolato ADS (Atmospheric Diving System), una sofisticata armatura antropomorfa che permette all’operatore al suo interno di muoversi sott’acqua e lavorare fino a 300 mt di profondità.

 

 

 

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