Russia, 564 euro al mese per essere un soldato. Le Forze Armate verso la professionalizzazione spinta

Mosca. Cinquecentosessantaquattro euro al mese essere un soldato. E’ questa la retribuzione che viene data ad un giovane di 20 anni che decide di essere un soldato della Federazione russa. Non è poi una cattiva paga, se si pensa che nella zona della Russia europea lo stipendio medio è di 322 euro al mese.

Militari russi in sfilata

La prospettiva del guadagno, in un Paese che sta comunque sentendo la crisi economica, sta spingendo molti ragazzi di 20 anni ad arruolarsi.

Ben equipaggiati, ben disciplinati e seguendo la retorica di una Russia potenza del mondo, i giovani sono desiderosi di ripercorrere la strada dei loro nonni e dei loro padri.

Nel corso degli anni ’90, la Russia ha ridotto, in valori assoluti e percentuali, il budget per le Forze Armate. Secondo i calcoli del SIPRI di Stoccolma, si è passati dal 4,9% al 3% del Pil tra il 1992 (41.932 milioni di dollari in valore costante del 2015) al 1998 (14 mila milioni di dollari). Ma, dal 1999 quando Vladimir Putin divenne capo del Governo, il budget per le spese militari iniziarono a salire. Nel 2014 già si era arrivati al 4,5% del Pil (11,8% il budget delle spese governative) fino ad arrivare al 5,3% del Pil nel 2016 (15,5% le spese del Governo).

Sempre all’arrivo di Putin, l’Esercito russo contava 1,3 milioni di persone in uniforme. Oggi si contano tra le 870 mila e le 900 mila unità. Le Forze Armate sono formate da soldati di leva e da 385 mila professionisti. Il Ministero della Difesa punta ad avere tutti militari professionisti.

 

In Russia aumentano i militari professionisti

Ricordiamo che lo stesso Ministero della Difesa ed altre istituzioni russe hanno dei propri contingenti armati, come il Ministero degli Interni e delle Situazioni d’emergenza, il Servizio Federale di Sicurezza, le Ferrovie ed altre ancora. Dovrebbero essere circa circa un milione di unità con indosso un’uniforme.

Nel 2016, Putin ha creato la Guardia Nazionale, trasferendo diverse truppe del Ministero degli Interni. Il Dipartimento consente al Presidente russo un maggiore e più facile controllo rispetto agli Interni. La Guardia nazionale viene impegnata nelle manifestazioni di piazza, per gestire l’ordine pubblico ed altre cose.

Tra il 2008 ed il 2012, ai tempi del ministro della Difesa, Anatoli Serdiukov, fu l’Esercito che provò a fare una riforma. L’idea era che, in caso di guerra, scattava la mobilitazione massiccia di milioni di riservisti. Nel periodo di pace, la Forza armata fungeva da Scuola militare elementare per la formazione di uomini da impiegare in caso di necessità. Ma l’idea si scontrava con la realtà. Visto che il Paese era impiegato in azioni militari in territori tipo la Cecenia.

Messa allora da parte la riforma. Serdiukov tagliò il numero delle unità, puntando ad un Esercito più professionale. Una scelta che si rilevò vincente. Nel febbraio del 2014, Putin ordinò all’Esercito di dislocarsi lungo la frontiera con l’Ucraina in tempo di record. Quarantamila militari lo fecero velocemente.

Il ministro della Difesa licenziò 130 mila ufficiali e migliorò la proporzione tra soldati e comandanti.

Oggi, l’Esercito russo è modellato su quello statunitense, più flessibile. Le unità sono rafforzate da reparti di artiglieria e di carri. I sergenti sono militari professionisti, rispetto a prima che provenivano dalla leva.

L’organizzazione militare russa prevede anche la creazione di un Comando per le Operazioni speciali che prima dipendevano dal Direttorio centrale per l’intelligence (GRU) della Difesa. Ci sono poi unità che si occupano di ciberspazio e contingenti per la difesa dell’Artico.

Di fronte ci sono le truppe NATO. Se la Russia vuole opporsi ad esse deve schierare le sue truppe sulle frontiere occidentali. Stiamo parlando di un dispiegamento dall’Artico al Mar Nero.

Truppe russe nell’Artico

Un grande sforzo militare ed economico che forse non avverrà mai.

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