Sicurezza e legalità. Regione Campania, Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ed Eurispes organizzano a Napoli tre giorni di analisi sui principali fenomeni

Napoli. La Regione Campania, la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ed Eurispes promuovono la Conferenza Nazionale su Sicurezza e Legalità  che
si terrà da venerdì a domenica prossimi a Napoli.
Si tratta di un evento di grande livello internazionale che vedrà la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni, esponenti delle Forze dell’Ordine, accademici, magistrati ed esperti di diritto, manager, giornalisti, intellettuali, ricercatori.
Il macro-tema della sicurezza verrà esaminato attraverso le riflessioni e le proposte di otto tavoli tematici: dedicati ai Beni confiscati, all’ambiente ed al territorio, alla sicurezza urbana e tutela penale, alla criminalità organizzata, all’infiltrazione nell’economia legale, al terrorismo, all’immigrazione e tratta
degli esseri umani, alla Cyber-security, alle dipendenze, sicurezza e società.

Una delle donne in divisa impegnate per la sicurezza nelle nostre città

Sui Beni confiscati, sostengono gli organizzatori, le strategie di aggressione patrimoniale alla criminalità organizzata devono essere sostenute da una politica efficace volta a disciplinarne la gestione e la destinazione delle attività. Negli anni ci sono stati tanti provvedimenti normativi che si sono mossi in questa direzione, rivalorizzando beni ed attività sottratti al controllo della criminalità organizzata. Spesso è stata sottodimensionata la stima delle risorse necessarie nella fase conseguente la confisca e il sequestro. Gli amministratori chiamati a conservare o rilanciare tali beni rivestono, per gli organizzatori del meeting, un ruolo di assoluta centralità e responsabilità nel preservare ed incrementare il loro valore economico. È quindi fondamentale intervenire nella promozione di una cultura dell’uso dei beni confiscati alle mafie ed assicurarne la custodia, adottando strumenti di contenimento degli oneri direttamente o indirettamente onnessi alla loro amministrazione. Il rischio è che la somma delle problematicità che si riscontrano sin dalla fase giudiziaria, così come nella loro gestione, possano vanificare la stessa confisca.

Operazione della Direzione distrettuale antimafia

Per la questione ambientale ed il territorio si evidenziano le sfide legate al contrasto alle attività illecite che operano nella contraffazione dei prodotti alimentari, in particolare del made in Italy che mettono a rischio interi sistemi socio-economici locali e la stessa economia nazionale e minacciano la sicurezza alimentare dei consumatori. Ci sono poi i cambiamenti climatici ed i fenomeni sempre più intensi e pericolosi che mettono a rischio il territorio. Le ondate di
calore e di siccità, le precipitazioni sempre più frequenti e distruttive combinate a esondazioni e fenomeni affini. Si cercherà di spiegare come prepararsi ai rischi e quali strategie di adattamento dovranno essere applicate.

I Carabinieri del Comando Tutela Ambientale in azione.

Il tema della sicurezza negli ambienti urbani ha da sempre un grande impatto sull’intera cittadinanza e spesso trova spazio, purtroppo, nelle pagine di cronaca nera dei quotidiani. L’obiettivo del tavolo è quello di incentrare la discussione sulle molteplici modalità di intervento per garantire la sicurezza sociale. All’opera di prevenzione e repressione portata avanti dalle Forze dell’Ordine è necessario affiancare ed attuare interventi di recupero e riqualificazione, anche di carattere urbanistico e culturale, degli spazi urbani e proporre, al contempo, efficaci misure anti-marginalizzazione sociale.

Le nuove normative adottate lo scorso anno e quelle attualmente in discussione alimentano ogni giorno il dibattito sulla sicurezza, con l’obiettivo di contrastare le criticità.
Soltanto un’azione comune può portare a risultati concreti e contrastare fenomeni allarmanti come quello delle baby gang o del racket di imprenditori nelle periferie degradate. Stando ai dati dell’Eurispes, gli italiani continuano a nutrire moltissima fiducia nelle Forze dell’Ordine.
Tuttavia, resta elevata la percezione delle insicurezze, specialmente nel Lazio, in Lombardia e in Campania. Chiaramente più grandi sono i centri urbani,
maggiori sono le criticità da affrontare.

L’economia globalizzata ha determinato radicali cambiamenti nelle strategie adottate dalla criminalità organizzata per generare profitti illeciti.
L’uso della violenza e delle intimidazioni è stato soppiantato dalla pratica delle corruzioni, in ambienti pubblici e privati. Senza suscitare particolare allarme sociale, provocato dall’uso indisciplinato della violenza, le organizzazioni criminali hanno saputo gestire la commistione tra l’economia legale e quella illegale, tessendo ragnatele in tutto il mondo. Oggi, come si sa,  è possibile vendere, comprare e fare affari ovunque utilizzando anche nuove monete come il Bitcoin. In questa sfrenata rincorsa al profitto le recenti criticità dell’economia e le crisi di liquidità da esse generate sono state affrontate utilizzando una domanda di servizi illegali.

Insomma, evidenziano ancora gli organizzatori, è emerso un nuovo modo di “fare mafia”. Capace di intercettare e soddisfare tale domanda da parte delle imprese e far divenire le criminalità organizzate dei veri e propri stakeholder accanto a clienti, concorrenti e fornitori.
L’urgenza di affrontare con un’analisi rigorosa le interferenze delle mafie nell’economia legale sarà posta al centro di questo dibattito. L’obiettivo da perseguire è quello di generare un vero e proprio cambiamento culturale che sviluppi “anticorpi antimafia” e coinvolga il settore pubblico, quello privato e l’intera società civile.

Nel corso di questi ultimi anni, il terrorismo islamico di matrice jihadista si è evoluto, trasformato profondamente, rinnovato grazie a linguaggi e tattiche fino a poco tempo fa inimmaginabili, ed ad una capacità comunicativo-propagandistica al passo con la tecnologia.
In questo contesto internazionale, l’Italia si trova in prima linea: non solo come potenziale obiettivo, ma anche per la qualità della risposta approntata.
A fronte di un variegato ventaglio di strumenti adottati per il contrasto alla minaccia terroristica, il nostro Paese presenta ancora dei profili di vulnerabilità sul versante della prevenzione dei processi di radicalizzazione.
E’ sempre più urgente il completamento della strategia nazionale di contrasto che affianchi alla repressione e al lavoro d’intelligence anche la costruzione di una contro-narrazione e l’adozione di strumenti per depotenziare il messaggio jihadista. Sull’efficacia dell’obiettivo influisce parimenti la capacità dei Governi
di adattare il quadro normativo e legale al mutamento delle tecniche di finanziamento, di creare meccanismi efficaci per la condivisione delle
informazioni a livello internazionale.

Esercitazione antiterrorismo a Roma

Secondo il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, a livello mondiale i flussi migratori sono aumentati da 154 milioni di persone nel 1990 a 232 milioni nel 2013. Le aree con il maggior numero di migranti presenti nel proprio territorio sono in primo luogo l’Europa, inclusa la Russia, (73 milioni) e l’Asia (71 milioni) che insieme coprono i 2/3 del fenomeno, seguiti dal Nord America (53 milioni), l’Africa (19 milioni), l’America Latina (9 milioni) l’Oceania (8 milioni).

Migranti subsahariani sfondano rete di protezione tra i confini spagnolo e marocchino

Secondo l’ONU, l’Europa sarà destinataria “dei flussi più elevati di immigrazione”. I Paesi che dovranno fronteggiare i più alti tassi di immigrati saranno Stati Uniti, Canada, Australia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Russia. Quelli da cui muoveranno i maggiori flussi migratori saranno, nell’ordine, Cina, India, Bangladesh, Pakistan, Messico.
Negli obiettivi specifici dell’Agenda 2030 troviamo diversi punti di impegno riguardo alle politiche migratorie come la lotta ad ogni forma di schiavitù moderna e di traffico di esseri umani ed il rispetto dei diritti umani nel mondo del lavoro.
Il prossimo 10-11 dicembre 2018, le Nazioni Unite approveranno in una conferenza intergovernativa a Marrakech (Marocco) il nuovo “Global Compact
for Safe, Orderly and Regular Migration”. Si tratta del documento della nuova strategia di gestione dei flussi migratori che conferma l’impostazione generale dell’Agenda 2030 ed impegna i Governi a piani di gestione per aree vaste.

Il 55% della popolazione mondiale (oltre 4 miliardi e mezzo di persone) è connessa ad Internet – in Italia oltre il 73% (43 milioni di persone) – e tra queste, il 68% lo fa tramite mobile devices. Entro il 2020 il rapporto uomo-apparati sarà di 1 a 6. Sulla Rete, ormai, gli oggetti hanno una propria identità e sono in grado di comunicare tra loro e di interoperare, anche a prescindere dalla volontà ed interazione dell’uomo.
Difesa delle infrastrutture critiche, implementazione delle reti intelligenti, protezione dei dispositivi, operation continuity, protezione e conservazione dei dati, identity and access mangement (IAM), identity governance and administration (IGA), rappresentano temi centrali della cyber security, ma non ne esauriscono la portata.
Accanto ad una dimensione “tecnica”, la cyber security assume centralità nella trasformazione sociale, economica ed anche democratica che la rivoluzione digitale ha comportato: social network, identità digitale, reputazione e responsabilità, privacy, profilazione, algoritmi, fake news e manipolazione del consenso necessitano di analisi e risposte di public policy making e di una effettiva partnership nel law enforcement pubblico e privato. Così come fenomeni ad elevato allarme sociale e criminale che trovano nella Rete e nell’IT un luogo di elezione, necessitano di nuovi strumenti di contrasto.
In particolare, due macrotemi di rilevanza strategica necessitano di particolare approfondimento analitico, con conseguente individuazione di strumenti di risposta adeguati alle criticità sistemiche: identità digitale e la responsabilità digitale ed effettività del law enforcement.

Militari NATO impegnati nell’esercitazione Locked Shield 2018.

Contrastare l’insorgere e la diffusione delle dipendenze, siano queste derivanti dall’uso prolungato di sostanze stupefacenti o di alcol, oppure connesse al gioco d’azzardo, è un compito estremamente complesso per tutti coloro che hanno un ruolo da protagonista in questa lotta. I circuiti della criminalità organizzata alimentano e sfruttano debolezze e vulnerabilità sociali. Contestualmente, si fanno sempre più frequenti e preoccupanti gli episodi che coinvolgono giovanissimi consumatori di droghe, tabacco o smart drug.

Oltre a Magistratura e Forze dell’Ordine, che svolgono un primario nelle attività di contrasto al narcotraffico e nella lotta alle infiltrazioni mafiose nel gioco d’azzardo, sia questo lecito o illecito, o nella gestione della condizione carceraria, anche le Istituzioni dedite alla salvaguardia della salute hanno sviluppato efficaci strategie di contenimento dei fenomeni di dipendenza.

Fondamentale sarà riuscire a migliorare le attuali collaborazioni e promuovere interventi mirati allo sviluppo di network deputati alla difesa e alla promozione della salute. In questa ottica, risultati importanti hanno raggiunto i laboratori di farmacotossicologia e lo SNAP (Sistema nazionale di allerta precoce sulle droghe).

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