Siria, chi ha causato veramente la morte dei bambini colpiti dai gas?

Di Vincenzo Santo*

Mancano le grandi teste. La politica estera internazionale è dominata da “personaggetti”, come direbbe il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Trump probabilmente non sfugge a questa logica. Ma se tutti pensano che abbia voluto vendicare un crimine di guerra, compiuto con l’uso di un qualche gas a danno di civili indifesi, bambini inclusi, secondo me si sbagliano. Se pensano che abbia voluto intimorire qualcuno così tanto da farlo desistere nel futuro dal diabolico intendimento di usare un qualche altro gas, si sbagliano di grosso ancora una volta.

In realtà, come risultato sul campo, non ha fatto altro che dimostrare agli oppositori di Assad che basta far vedere qualche bambino soffocante per accendere gli animi teneri degli occidentali. E il fatto potrebbe invece ripetersi. Purtroppo.

In quella bolgia infernale che è la Siria, dove non si capisce chi controlla e che cosa, dove le linee di contatto si sovrappongono e le alleanze traballano, è seriamente difficile attribuire con certezza divina colpe di questo genere. Nessuno ad oggi ha presentato prove concrete che sia stato Assad a causare quelle morti. Né, comunque, sarebbe possibile, a meno di affidarsi a discutibili testimonianze “dal posto”. Cosa che probabilmente è avvenuta. Strumentale.

Abbiamo assistito ad uno scempio in Iraq, proprio sulla base di testimonianze prodotte dall’intelligence americana sulla famosa “pistola fumante”; dov’era? Nessuno l’ha mai trovata.

Così vanno le cose. Non c’è da stupirsi. Ma bisogna stare attenti per evitare, almeno noi, di farci prendere in giro.

È difatti sconfortante, francamente, che i nostri politici e governanti si pieghino alla narrativa imposta da oltre oceano e ripetano a memoria il compitino. Federica Mogherini lo aveva già fatto solo pochissime ore dopo il fatto, addossando la responsabilità ad Assad. Che uno stinco di santo certo non è, ma non lo è neanche chi, dall’altra parte, lo combatte mescolandosi con i civili. Sia chiaro. Quanto oggi sussurrato da Paolo Gentiloni si commenta da sé.

Bisogna essere realisti, pur rischiando di essere cinici, e chiedersi, per esempio, quale morte sia più atroce, anche per un bambino ovviamente; se quella che colpisce quasi silenziosa e ruba il respiro, distruggendolo, oppure quella che con gran fragore fa a pezzi e squarta, ma che viene mostrata al mondo se avviene ad Aleppo e nascosta invece se avviene a Mosul o nello Yemen. E, inoltre, a che età o l’una o l’altra morte cessano di essere atroci?

La verità, diciamocelo, è che a Trump non interessa affatto di vendicare la morte di quei bambini. Intanto è abbastanza intelligente e freddo per comprendere che non c’è differenza nelle atrocità.

Ma l’occasione fa l’uomo ladro e nelle analisi che portano a decisioni strategiche non esiste etica. Guai! Certo, aveva urgente bisogno di compattare attorno a lui tanto i suoi quanto gli oppositori, in un momento storico dell’amministrazione americana che a me pare replicare, in grande, i tentennamenti e gli inceppamenti di quella della nostra capitale.

Ma, la visita di Xi ha anche rappresentato una combinazione ancora più ghiotta per dimostrare “live” al presidente cinese che lui, Trump, è uno che fa sul serio, non fissa linee rosse senza mettere in atto il castigo promesso. E lo fa subito, senza pensarci troppo e tanto …. con una sbirciata anche all’Iran? Forse.

Segnale forte, secondo me, per quella parte del mondo che crede di costruirsi un proprio dominio regionale sul Pacifico. Direttamente, nelle dispute nel Mar Cinese, meridionale e orientale, e indirettamente, sfruttando un pazzo scatenato. Un imprevedibile soggetto che gioca a fare il grande, lanciando missili un giorno sì e l’altro pure, perseguendo un obiettivo che non gli si può permettere di raggiungere.

Lacrime per quei bambini siriani uccisi dal gas? Sarà, ma io non ci credo!

* Generale C.A. (Riserva)

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