Siria, le proposte di Rex Tillerson per il dopo Assad

Ankara. Un lasciacondotto per il presidente della Siria, Bashar al Assad è stato offerto, oggi, dagli Stati Uniti come ultima prova per far uscire il capo dello Stato siriano indenne dai crimini commessi dal suo regime nel periodo della guerra civile che ha lasciato isolato il Paese per oltre 6 anni.

Il presidente siriano, Bashar Al Assad. Si cercano soluzioni per il futuro della Siria.

“Credo – ha detto il capo della diplomazia Usa, Rex Tillerson – che questo sia lo status per il presidente Assad che sarà deciso dal popolo siriano”.

Tillerson si trova ad Ankara dove sta avendo una serie di incontri con le autorità turche, compreso con il ministro degli Esteri, Mevlüt Çavusoglu. Parlando accanto a Cavusoglu, Tillerson ha aggiunto che il regime siriano ha vinto la guerra sul terreno e che controlla le principali vie di comunicazione e le città del Paese, mentre le milizie ribelli hanno poco potere eccetto alcune sacche di resistenza e solo grazie ad appoggi esterni.

Soldati curdi.

Washington e Ankara stanno lavorando a varie ipotesi: o far cadere Assad, o il prosieguo al potere o, con il via libera di Mosca, ad un assadismo senza Assad.

La presenza di Tillerson in Turchia ha un obiettvo ben preciso: la lotta all’ISIS e come conquistare la capitael di fatto del Califfato, Raqqua.

I turchi si erano offerti di partecipare all’offensiva, ma vista la situazione in atto nella campagna per Mosul e la tensione con l’Iraq, Ankara si è chiamata fuori.

Le forze regolari siriane, appoggiate dai russi, e con l’appoggio delle milizie curde hanno bloccato il cammino dei turchi verso la Siria, tanto da costringerli a dare per terminata l’Operazione Scudo dell’Eufrate.

Erdogan, nell’incontro con Tillerson, gli ha rinfacciato l’appoggio degli Stati Uniti alle milizie curde e ha insistito affinchè si ponga fine a questo aiuto, visto che le milizie sono legate al PKK, il partito dei lavoratori curdi che gli stessi Usa considerano terrorista.

Tuttavia, la Casa Bianca considera le altre milizie curde come le Unità di Protezione popolare (YPG) ed il PKK come due organizzazioni separate.

Il ministro degli Esteri americano ha detto ad Erdogan che saranno valutate alternative e proposte della Turchia per la presa di Raqqa ed ha garantito che entrambi i Paesi continueranno nella lotta contro l’ISIS.

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