In Spagna, lotta al terrorismo jihadista è migliore. Parola del direttore dell’IEEE

Madrid. Il generale Miguel Ángel Ballesteros Martín, direttore dell’Istituto spagnolo per gli Studi Strategici (IEEE) nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo “El Espanol” evidenzia come la Spagna sia uno dei Paesi che si trova, nella lotta al terrorismo, più avanti di tutti.

Miguel Ángel Ballesteros Martín, direttore dell’Istituto spagnolo per gli Studi Strategici (IEEE)

“Gli ultimi cambiamenti del nostro Codice penale del 2015 – ha spiegato nell’intervista – ha molto aiutato la lotta al terrorismo perchè siamo pronti a condannare l’ideologia, Le ideologie necessariamente devono essere condannate come è stato condannato il nazionalsocialismo di Hitler. Una persona può essere condannata per apologia del nazismo. Tutti i Paesi hanno legislazioni in proposito. La Spagna è tra i Paesi che è più avanti. Parliamo sempre di efficacia delle Forze di sicurezza, ma dovremmo parlare di efficacia dell’intero potere giudiziario”.

Il direttore dell’IEEE poi critica aspramente le politiche sulle migrazioni messe in atto dall’Europa, Francia e Regno Unito in testa.

Mentre, in Spagna, si sta mettendo in atto una lotta alla radicalizzazione, tanto che potrebbe divenire un modello. Come? Il jihadismo nel Paese iberico viene combattuto con forza nelle carceri, nelle moschee, in Internet.

Ha fatto scuola tra le autorità l’attentato dell’11 marzo 2004, quando le ferrovie locali nella stazione di Madrid furono colpite da attacchi terroristici di matrice islamica. Morirono 192 persone (177 delle quali subito nel corso degli attentati) e provocarono 2.057 feriti.

“Non è come il caso dell’ETA – spiega Miguel Ángel Ballesteros Martín- che aveva depositi di armi, teneva lì tutto il materiale e poi quando decideva di commettere un attentato lo andava a prendere”. Per le Forze di Polizia, per l’intelligence era più facile catturare un terrorista basco.

Per la Spagna, conclude il direttore dell’Istituto spagnolo per gli Studi Strategici , il pericolo maggiore è rappresentato da un incremento di immigrati di seconda generazione.

 

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