Spazio, il 10 aprile la missione BepiColombo sorvolerà la Terra. Importante il contributo di Leonardo

Roma. Parte la missione BepiColombo. Il 10 aprile sarà effettuato un volo ravvicinato della Terra.

Parte la missione Bepi Colombo

Il personale al Centro di controllo missione dell’ESA si sta preparando per il sorvolo che richiederà la gestione della delicata manovra nell’aggiustare la traiettoria della navicella sfruttando la spinta della gravità della Terra.

Il tutto sarà eseguito applicando le restrizioni che l’ESA ha messo in atto in risposta alla pandemia di Coronavirus.

Lanciato nell’ottobre 2018, BepiColombo è uno sforzo congiunto tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA).

Si tratta della prima missione europea su Mercurio, il più piccolo ed il meno esplorato pianeta del Sistema Solare interno e la prima ad inviare due sonde (MPO dell’ESA e MMO della JAXA) che effettueranno contemporaneamente misurazioni complementari del pianeta e del suo dinamico ambiente.

C’è anche molta Italia a bordo di questa missione. Leonardo parteciperà fornendo tecnologie e servizi, anche grazie alle joint venture Thales Alenia Space e Telespazio.

Leonardo ha fornito il sensore d’assetto AA-STR per il corretto orientamento nello spazio e lo strumento SIMBIO-Sys (Spectrometers and Imagers for MPO BepiColombo Integrated Observatory System).

SIMBIO-Sys è composto da tre strumenti in uno: una camera ad alta risoluzione per lo studio dettagliato della topografia di Mercurio, una stereocamera per la ricostruzione in 3D di tutta la sua superficie ed una camera iperspettrale dedicata allo studio della composizione chimico-fisica del pianeta.

Si tratta di uno strumento molto complesso, che sarà responsabile per il 50% dell’intero archivio dati che varrà raccolto dalla missione.

Thales Alenia Space in Italia, parte del Core Team di Bepi Colombo, ha coordinato un team industriale di 35 aziende europee nell’ambito del suo work package.

In particolare è responsabile dei sistemi di telecomunicazione, controllo termico, distribuzione potenza elettrica, della integrazione e delle prove del satellite completo.

L’azienda, inoltre, ha sviluppato direttamente il trasponditore in banda X e Ka, il computer di bordo, la memoria di massa, l’antenna ad alto guadagno e, per l’Agenzia Spaziale italiana, il Ka-band Transponder dell’esperimento MORE e l’accelerometro ISA.

Telespazio, attraverso la controllata Telespazio VEGA Deutschland, sviluppa alcuni importanti sistemi per il segmento di terra della missione – tra questi il sistema di pianificazione, il simulatore operativo e l’infrastruttura di informazione e comunicazione – ed è coinvolta nelle operazioni di missione di BepiColombo per la stazione di terra, i veicoli spaziali e per le dinamiche di volo.

BepiColombo si compone di sue moduli scientifici orbitanti: MPO dell’ESA (Mercury Planetary Orbiter) ed MMO o “Mio” della JAXA (Mercury Magnetospheric Orbiter).

Il Modulo MTM di Trasferimento per Mercurio costruito dall’ESA porterà i due ‘orbiter’ su Mercurio utilizzando una combinazione di propulsione elettrica solare e voli ravvicinati di sfruttamento della gravità, con un volo ravvicinato – detto anche flyby – della Terra, due di Venere e sei di Mercurio, prima di entrare nell’orbita di Mercurio a fine 2025. Durante il flyby verrano testati anche alcuni degli 11 strumenti a bordo del Mercury Planetary Orbiter (MPO) dell’ESA.

Il 10 aprile, BepiColombo si avvicinerà alla Terra alla distanza di soli 12.700 chilometri, cioè meno della metà dell’altitudine dei satelliti di navigazione europei Galileo.

La manovra rallenterà BepiColombo e piegherà la sua traiettoria verso il centro del Sistema Solare, stringendo così la sua orbita attorno al Sole.

L’operazione, tuttavia, sarà eseguita con un limitato numero di personale al Centro Europeo Operazioni Spaziali (ESOC) dell’ESA, a Darmstadt, Germania, dove gli ingegneri devono attenersi alle norme di distanza sociale attualmente in vigore in tutta Europa come risposta alla pandemia di Coronavirus.

Insieme, i due orbiter aiuteranno gli scienziati a far luce sull’evoluzione di Mercurio, il meno esplorato dei quattro pianeti rocciosi nel Sistema Solare e quello più vicino al Sole.

Conoscere la composizione di Mercurio, i processi geologici sulla sua superficie e l’ambiente circostante aiuterà gli scienziati a rispondere ad alcune domande fondamentali non solo su Mercurio, ma anche sulla formazione e l’evoluzione dell’intero Sistema Solare.

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