Sud America, è crisi sociale e di sicurezza per l’afflusso di migranti dal Venezuela e dal Nicaragua nei Paesi confinanti

Caracas. E’ crisi migratoria in molti Paesi dell’America del Sud. L’uscita dai rispettivi Paesi di venezuelani e nicaraguensisat causando numerosi casi di xenofobia e spingendo vari Stati dell’area a mettere in campo forti misure di sicurezza.

Il confine tra Brasile e Venezuela

Il Brasile ha deciso di inviare un contingente militare ai confini con il Venezuela. L’Ecuador ha deciso di chiedere la presentazione di un regolare passaporto a chi intendesse superare il confine tra i due Paesi.

In Costa Rica si registra una protesta contro la presenza di nicaraguensi nel Paese.

Secondo fonti di stampa migliaia di venezuelani hanno attraversato le frontiere terrestri con il Brasile e la Colombia. Quest’ultimo Paese ha concesso un permesso di residenza temporale per oltre 800 mila venezuelani. Il Perù che da due anni concede un permesso di lavoro a tempo stima che in un anno sono circa 400 mila i venezuelani che si sono stabiliti nel suo territorio. Il picco di entrate si è registrato lo scorso 11 agosto quando, in un solo giorno, in 5.100 hanno passato il confine.

Migranti in viaggio

Il Ministero degli Interni dell’Ecuador ha comunicato che circa un milione di venezuelani hanno attraversato la frontiera comune. E nel Paese vivono ora circa 250 mila persone. Il Governo di Quito ha eliminato l’esigenza di esibire il proprio passaporto solo per i bambini e gli adolescenti, ma devono essere accompagnati dai loro genitori e da un tutore.

Stessa situazione di crisi si registra in Nicaragua. Dopo le proteste contro il Presidente sandinista Daniel Ortega, migliaia di nicaraguensi si sono rifugiati in Costarica. Non si hanno però dati ufficiali.

Una delle tante manifestazioni violente anti Ortega

Tutto questo sta, come dicevano, creando una crisi non solo sociale ma anche della sicurezza. La città di Paracaima (Stato di Roraima a Nord del Brasile, frontiera con il Venezuela) secondo fonti di stampa sta per esplodere. In una località di 16 mila abitanti,negli ultimi mesi sono arrivati oltre 40 mila venezuelani che vivono in tende. Si sono registrati casi di scontri tra brasiliani e venezuelani, dopo che lo scorso sabato quattro sud americani avevamo aggredito un commerciante brasiliano. La popolazione locale ha protestato duramente, distruggendo le tende dei venezuelani, utilizzando ordigni incendiari artigianali.

La situazione, a due mesi dalle elezioni presidenziali. rischia di entrare nella campagna elettorale. Tanto che, già ora, qualche candidato ha proposto di chiudere le frontiere con il Venezuela.

Il Cile per entrar chiede un certificato di precedenti penali che deve essere rilasciato dal Ministero degli Interni e della Giustizia di Caracas. Non solo il passaporto deve avere una validità superiore ai 18 mesi dall’entrata. Inoltre, il Consolato cileno in Venezuela chiede il pagamento di 50 dollari americani per presentazione del certificato,

Anche nella capitale del Costarica, San Josè, si registrano incidenti per la presenza di nicaraguensi. La Polizia ha arrestato 44 persone per detenzione di armi bianche e bombe artigianali. Tra gli arrestati ci sono alcuni con precedenti penali o componenti di gruppi radicali e di club di tifoserie di calcio.

Un momento della protesta

Una situazione che sta cambiando il volto del Paese.

Intanto, il Venezuela oggi avvia una riconversione monetaria, la seconda degli ultimi dieci anni. Il bolívar forte attualmente in circolazione, viene sostituito dal neonato bolívar sovrano,che ha cinque zeri di meno del precedente ed è strettamente collegato alla criptomoneta venezuelana denominata Petro (Presentación Criptomonedas).

Quest’ultima il cui simbolo è Bs.S. viene garantita dalle riserve petrolifere del Paese ed avrà un valore di 3.600 bolívar sovrani. Di fronte a questa iniziativa che si accompagna a varie altre che saranno adottate nelle prossime settimane riguardanti il mercato dei cambi, il costo del carburante e rla iorganizzazione del valore degli stipendi, l’opposizione ha annunciato che domani sarà in piazza per uno sciopero generale “contro il pacchetto di misure del Presidente Nicolás Maduro”.

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