Ucraina, un comico al potere. L’eredità di Poroshenko nelle mani di Zelensky. Quali saranno le politiche economiche e i rapporti con Mosca?

Di Pierpaolo Piras

Kiev. Le elezioni presidenziali di domenica scorsa in Ucraina che con oltre il 95% dei voti scrutinati – secondo la Commissione Elettorale centrale i risultati finali ufficiali saranno pronti alla fine di questo mese) – hanno visto Volodymyr Zelensky, un attore comico senza alcuna precedente esperienza amministrativa e di Governo, ottenere il 73,5% dei voti, contro l’esiguo 24,5% conseguito da Petro O. Poroshenko.

Il neo Presidente ucraino Volodymyr Zelensky,

Poroshenko era il Presidente in carica, magnate miliardario, rappresentante della classe politico-commerciale, in passato lungamente accusato di non aver ostacolato la corruzione, anche personale.

Poroshenko a colloquio con Trump

Da alcuni punti di vista, il larghissimo successo elettorale di Zelensky ha stupito l’attuale classe politica dirigente e i commentatori, anche stranieri.

In primis, il comico ha dimostrato di sapere coniugare sapientemente la politica con l’intrattenimento tramite i media di massa, catturando l’attenzione e, quindi, il consenso degli elettori.

La professionalità e la simpatia che lo hanno reso celebre sui palcoscenici ed in TV – Zalensky ha vinto un concorso internazionale di umorismo, tenutosi a Mosca nel 1997 – hanno sicuramente contribuito, ora anche in politica, a stendere un legame con le persone.

Zelensky ha dichiarato, apertamente, di essere un ebreo non praticante. L’estrema destra ucraina ha tentato di sollevare il caso basandosi sull’antico antisemitismo, oggi dimostratosi controproducente, specie fra i giovani ed i cittadini più istruiti.

Contro Poroshenko, è stato molto più incisivo il lancio televisivo di domande ad effetto, come ad esempio questa: “Come è successo che l’Ucraina sia lo Stato più povero con il Presidente più ricco della storia?”.

La propaganda elettorale del Presidente uscente è apparsa, da subito, fuori luogo e debole in argomentazioni contro Zelensky.

E’ stata tutta fondata su accuse infamanti: di essere un agente nelle mani del Cremlino o di obbedire agli oligarchi attualmente esiliati dall’Ucraina, di essere renitente alla leva militare e addirittura un tossicodipendente.

Sono state diverse le strategie. Poroshenko ha viaggiato freneticamente il Paese privilegiando il contatto fisico mentre Zelensky ha comunicato con gli elettori quasi esclusivamente attraverso radio, televisioni e Web.

Invece, di essere vista come una debolezza, la mancanza di esperienza politica di Zelensky ha dimostrato di essere il suo più grande vantaggio.

L’attuale quanto immediato parallelismo viene fatto con l’Italia dove negli ultimi anni è salito al potere nazionale una forza politica senza un passato e fondata da un altro personaggio comico di grande successo, anch’egli maestro nell’utilizzo dei mass media.

Anche in Ucraina, i cittadini hanno detto di volere un forte cambiamento rispetto alla politica paludosa e, ancor di più, nei confronti delle discriminazioni economico e diseguaglianze sociali.

Durante la campagna elettorale, i due concorrenti, Poroshenko e Zelensky, hanno espresso vaghe promesse su cosa e come migliorare i tanti problemi dell’Ucraina, evitando accuratamente di formulare soluzioni concrete.

La vittoria di Zelensky è stata stupefacente. Tuttavia ora dovrà affrontare il governo difficile di uno Stato importante come l’Ucraina, ma in severe difficoltà economiche ed il carico di un sanguinoso conflitto con le forze separatiste sostenute dalla Russia nell’Est del Paese,che finora ha provocato circa 13 mila vittime.

Anni di guerra, senza ancora una soluzione.

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