Medio Oriente: Il Presidente Donald Trump presenta piano USA per porre fine alla guerra a Gaza. Le richieste dei leader arabi per la firma dell’accordo

Di Chiara Cavalieri*

NEW YORK. Per la prima volta dal suo ritorno alla Casa Bianca a gennaio, il Presidente statunitense Donald Trump ha presentato un piano ufficiale degli Stati Uniti per porre fine alla guerra in corso a Gaza.

Stati Uniti e Paesi arabi e mussulmani pronti ad un accordo per porre fine alla guerra a Gaza

L’occasione è stata l’incontro di New York, al quale hanno partecipato leader arabi e musulmani insieme all’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff.

Steve Witkoff (Official State Department photo by Freddie Everett)

 

Secondo tre fonti presenti all’incontro o informate sui suoi contenuti, Trump ha insistito sull’urgenza di fermare il conflitto, avvertendo che il protrarsi della guerra non fa che aumentare l’isolamento internazionale di Israele.

I principi del piano americano

Il piano, ispirato in parte al progetto “del giorno dopo” elaborato in passato da Jared Kushner e dall’ex premier britannico Tony Blair, si basa su alcuni punti chiave:

  • Liberazione di tutti gli ostaggi
  • Cessate il fuoco permanente
  • Ritiro graduale delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza
  • Creazione di un meccanismo di governo di Gaza senza Hamas
  • Dispiegamento di una forza di sicurezza araba e islamica
  • Finanziamenti arabi per la ricostruzione e il nuovo governo di Gaza
  • Partecipazione parziale dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP)

Trump ha chiesto ai leader arabi e musulmani presenti di sostenere questo schema e di impegnarsi nel piano per la gestione di Gaza “il giorno dopo” la fine della guerra.

Le condizioni dei leader arabi

Il sostegno dei Paesi arabi e musulmani è arrivato, ma condizionato ad alcune garanzie fondamentali:

  • Nessuna annessione israeliana di parti della Cisgiordania o di Gaza
  • Nessuna occupazione permanente di Gaza da parte di Israele
  • Stop agli insediamenti israeliani a Gaza
  • Rispetto dello status quo nella moschea di Al-Aqsa
  • Aumento immediato degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.

Due fonti hanno confermato che Trump ha assicurato di non voler consentire ad Israele di annettere porzioni della Cisgiordania, ribadendo la centralità di una soluzione condivisa.

Reazioni e prospettive

Alla fine dell’incontro, i leader arabi e musulmani hanno espresso cauto ottimismo. Un funzionario arabo ha dichiarato: “Tutti hanno lasciato l’incontro pieni di speranza. Per la prima volta, abbiamo avuto la sensazione che ci fosse un piano serio sul tavolo.

Il Presidente Trump vuole porre fine alla guerra, lasciarci alle spalle questo capitolo orribile e procedere verso un futuro migliore nella regione.”

Israele, da parte sua, è già stato informato del progetto.

Trump e Netanyhau

Il premier Benjamin Netanyahu ne è a conoscenza, mentre il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer ha avuto recenti colloqui con Kushner e Blair sul tema.

Secondo fonti vicine all’amministrazione americana, il prossimo passo sarà un incontro alla Casa Bianca tra Trump e Netanyahu, previsto per lunedì, con l’obiettivo di ottenere il via libera di Israele.

Verso un piano operativo

Nel frattempo, mercoledì si è tenuto un incontro di follow-up tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio, l’inviato Witkoff e i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Giordania, con lo scopo di trasformare i principi generali presentati da Trump in un piano operativo dettagliato e pratico.

Se attuato, il progetto potrebbe segnare una svolta storica, ponendo fine a una guerra che ha devastato Gaza e aperto una frattura profonda nella regione, riportando il dossier israelo-palestinese al centro della diplomazia internazionale.

*Presidente dell’Associazione italo-egiziana Eridanus e vicepresidente del Centro Studi UCOI-UCOIM

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