ROMA. Dopo la presentazione, la scorsa settimana a Roma ai vertici dell’Esercito e della Società Consortile Iveco – Oto Melara (CIO), e la successiva consegna del primo carro armato Ariete ammodernato alla versione “C2”, lo analizziamo dal punto di vista tecnico con tutte le novità apportate.

Il contratto di aggiornamento previsto è di 90 unità più 35 in opzione, su un parco complessivo di 200 carri.
Il carro potrebbe avere anche un mercato extra Italia.
Partiamo in questa nostra analisi dal motore V12 che è stato riprogettato.
E’ stata incrementata la cilindrata dai 24 litri iniziali ai 30 litri di oggi, inserito il sistema di iniezione common-rail a controllo elettronico ed aumentato la dimensione dei turbocompressori.
Inoltre, sono stati riprogettati alcuni componenti strutturali e sottosistemi, anche con l’obiettivo di superare alcune obsolescenze.
Il risultato è un 20% in più di potenza e coppia e una risposta del motore molto più reattiva ai bassi regimi.
Questo consente di affrontare agevolmente ogni manovra.

Per gestire l’incremento di potenza e coppia, abbinato all’aumento di peso, è stato irrobustito il cambio nonché introdotte le riduzioni finali Heavy Duty con un rapporto di trasmissione più corto.
Quest’ultimo intervento ha lo scopo di “proteggere” la trasmissione dai carichi aumentati dovuto all’incremento della coppia del motore e al maggior peso del veicolo.
E’ stato anche riprogettato il sistema frenante in modo che fosse più evoluto ed efficace e coerente con le 62,5t, ottenendo spazi di arresto ridotti, che di fatto sono ora limitati solo dall’attrito presente tra il cingolo ed il suolo.
I cingoli dell’Ariete C1 sono stati sostituiti con un modello sviluppato appositamente per garantire una maggiore mobilità grazie ad una impronta al suolo maggiorata e ad una significativa riduzione delle vibrazioni sull’equipaggio rispetto ad altre piattaforme sul mercato.

Per quanto riguarda la torretta, il sistema di tiro analogico del carro Ariete C1 è stato completamente sostituito con un sistema di tiro digitale, derivato dal Centauro II, che integra elettro-ottiche stabilizzate, dotate di telecamere TV e IR di III generazione operanti nelle bande spettrali 3-5µm e 8-12µm e telemetri di puntamento.

La suite elettro-ottica e il sistema di tiro, assicurano al nuovo Ariete capacità hunter-killer e killer-killer, permettendo quindi a puntatore e capo carro di eseguire l’ingaggio di bersagli stazionari e in movimento in ogni condizione di marcia, sia di giorno, sia di notte.
La movimentazione della torretta e il puntamento della bocca da fuoco, sono giro-stabilizzate e attuate attraverso azionamenti completamente elettrici, che hanno preso il posto dei sistemi idraulici legacy, a vantaggio di una maggiore precisione, affidabilità e sicurezza.
L’Ariete C2 è stato dotato di sistemi di Comando e Controllo e Comunicazione che ne permettono l’interoperabilità con le moderne piattaforme in servizio.
La gestione e visualizzazione dello scenario tattico è demandata al sistema di Comando, Controllo C2D N EVO che si interfaccia con i vettori di comunicazione SDR (Software Defined Radio) quadri-canale e con il vettore satellitare AN/PRC-152A, utilizzabile anche come “radio salva vita” nel caso di necessità di abbandonare il carro.
Inoltre, il sottosistema di comunicazione sfrutta l’innovativo parco antenne e il nuovo sistema interfonico digitale, dotato anche di capacità ITI (Intra Team Intercom, per il collegamento con le truppe a terra).
Alter elementi importanti del C2 è che il capo carro e il cannoniere dispongono oggi di postazioni più ergonomiche e moderne, dotate di schermi multifunzionali su cui sono remotizzati i flussi video provenienti dalle optroniche e le informazioni tattiche dei sistemi di Comando e Controllo.
Anche la postazione pilota è stata ridisegnata e beneficia di un nuovo cruscotto digitale che integra anche l’interfaccia di navigazione, interconnessa al sistema di Comando e Controllo.
Il cruscotto si interfaccia con la cassetta di potenza di scafo, anch’essa riprogettata per risolverne l’obsolescenza e per introdurre nuove funzionalità interfacciandosi al motopropulsore e al cruscotto aggiornati.
E’ stato integrato sia in torre sia nello scafo un nuovo sistema antincendio ed anti-esplosione.
Infine, gli interventi apportati al carro, non hanno introdotto solamente nuove funzionalità, integrato nuovi sottosistemi allo stato dell’arte e risolto obsolescenze, ma hanno anche definito una baseline pronta a supportare ulteriori possibili evoluzioni quali, giusto per citare i principali:
- Incremento della letalità grazie all’introduzione di un nuovo cannone da 120/55, idoneo a sparare munizionamento di ultima generazione (incluso DM11, già in servizio su Centauro II) e di futura disponibilità grazie alla capacità di gestire maggiori pressioni sviluppate durante lo sparo
- Possibilità di sparare munizionamento guidato Vulcano 120 mm, che sarà sviluppato nell’ambito del programma MBT
- Incremento della capacità d’ingaggio e auto protezione grazie all’integrazione di una RCWS (già installata a titolo dimostrativo nel recente passato), con eventuale capacità di autodifesa C-UAS, potendo essere configurata con arma 30×113 e munizionamento a prossimità
- Incremento della protezione attraverso l’introduzione di sistemi di protezione attiva, la cui integrazione è già oggetto di uno studio dedicato
- Ulteriore evoluzione della suite elettroniche che potrà beneficiare degli sviluppi oggetto dei programmi AICS e MBT in tema di interoperabilità, capacità multi-dominio e target hand-over.
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