Intelligence: una breve analisi sul Forward Observations Group (FOG). Uno “spettro” si si muove tra i campi di battaglia del Donbass, le sabbie roventi del Sudan e le basi militari di Fort Bragg

Di Giuseppe Gagliano*

WASHINGTON D.C. Nel cuore delle ombre della geopolitica contemporanea, il Forward Observations Group (FOG) emerge come un’entità sfuggente, una sorta di “spettro” che si muove tra i campi di battaglia del Donbass, le sabbie roventi del Sudan e le basi militari di Fort Bragg.

Fort Bragg (Jonas N. Jordan, U.S. Army Corps of Engineers – U.S. Army Corps of Engineers Digital Visual Library)

 

Il FOG non è una semplice compagnia militare privata, ma una rete paramilitare che opera in una zona grigia, priva di uno status legale chiaro, eppure profondamente intrecciata con gli apparati di sicurezza degli Stati Uniti.

Fondata da Derrick Bales, un ex operatore delle Forze Speciali con un passato che si intreccia con le missioni più oscure dell’Esercito americano, il FOG si è ritagliato un ruolo unico: addestrare i Marines a Fort Bragg, fornire supporto logistico e operativo in teatri di guerra come l’Ucraina e l’Africa, e condurre operazioni con droni e azioni coperte che sfuggono al controllo pubblico.

Derrick Bales, fondatore della Forward Observations Group (FOG)

 

Ma chi sono davvero questi uomini, e perché la loro esistenza sembra così essenziale per gli interessi di Washington?

Immaginate Fort Bragg, ribattezzata Fort Liberty, un colosso militare nel cuore della Carolina del Nord, dove si addestrano alcune delle unità più letali del pianeta: i Green Berets, i Rangers, le forze speciali che hanno scritto la storia delle operazioni segrete americane.

Qui, il FOG organizza corsi di addestramento per i Marines, affinando le loro capacità in tattiche di combattimento ravvicinato, utilizzo di droni e guerra non convenzionale.

Ma non si tratta solo di esercitazioni. Il FOG, con la sua natura sfuggente, si è trasformato in un attore chiave in contesti dove gli Stati Uniti preferiscono non apparire direttamente.

In Ucraina, ad esempio, Intelligence Online rivela che il FOG ha partecipato alle incursioni militari ucraine nella regione russa di Kursk nel 2024, fornendo supporto in sabotaggi strategici e raccolta di intelligence.

Non è un caso isolato: la loro presenza è stata segnalata anche in Africa, dove le operazioni con droni e il supporto a forze locali si intrecciano con gli interessi americani in regioni come il Sudan, dilaniato dalla guerra civile.

La forza del FOG sta nella sua capacità di operare sotto il radar.

A differenza di colossi come Blackwater (oggi Academi), che hanno attirato l’attenzione per scandali e brutalità, il FOG si muove con discrezione, quasi come un’ombra.

Non ha una struttura legale definita, né un sito Web ufficiale che ne proclami le attività.

Eppure, la sua influenza è innegabile.

Derrick Bales, il fondatore, è una figura controversa: il suo viaggio in Ucraina nel 2022, dove è stato fotografato con un membro del battaglione Azov, ha sollevato polemiche, soprattutto dopo che il Ministero degli Esteri russo ha accusato il FOG di pianificare un attacco con armi chimiche, un’accusa smentita con veemenza da Bales e dal Dipartimento di Stato.

Ma la verità, in queste operazioni, è un lusso raro.

Le foto condivise su X nel marzo 2022, che mostrano operatori del FOG a Kiev, confermano la loro presenza in prima linea, in un conflitto che ha ridefinito gli equilibri globali.

Perché Washington si affida a un’entità come il FOG? La risposta sta nella parola “plausibile negabilità”.

In un’epoca in cui ogni mossa militare è scrutata da media, governi e opinione pubblica, le compagnie militari private offrono agli Stati Uniti un modo per agire senza lasciare impronte

In Ucraina, il FOG non solo addestra le Forze Speciali ucraine, ma partecipa a operazioni di intelligence e sabotaggio, come quelle nella regione di Kursk, dove ha supportato incursioni ucraine contro obiettivi russi. In Africa, la sua presenza si inserisce in un contesto di competizione crescente con potenze come Cina e Russia, che cercano di espandere la loro influenza nel continente.

Qui, il FOG utilizza droni per missioni di ricognizione e supporto, operando in aree dove l’Esercito regolare americano preferisce non essere visto.

Ma non è solo una questione di tattica. Il FOG rappresenta un’evoluzione della guerra moderna, dove le linee tra esercito regolare, contractor privati e intelligence si sfumano.

La loro capacità di integrare tecnologie avanzate, come i droni, con tattiche di forze speciali, li rende un’arma versatile in un mondo in cui i conflitti sono sempre più asimmetrici.

Nel 2017, il FOG ha introdotto il “Roll 1 Trauma Pouch”, un kit di pronto soccorso progettato per le Forze speciali in Siria, dimostrando un’attenzione non solo al combattimento, ma anche alla logistica e alla sopravvivenza in ambienti ostili.

Questa versatilità li ha resi popolari tra gli operatori delle Forze speciali e gli appassionati di equipaggiamento tattico, trasformando il FOG in una sorta di “marchio” militare, con un seguito quasi cult su piattaforme come Instagram.

Eppure, questa ascesa non è priva di ombre.

La mancanza di trasparenza del FOG solleva interrogativi etici e legali.

Chi controlla le loro operazioni? A chi rispondono?

In Ucraina, la loro vicinanza al Battaglione Azov, accusato in passato di legami con l’estrema destra, ha alimentato sospetti.

Combattenti del Battaglione Azov

In Africa, il loro ruolo in conflitti come quello sudanese, dove le forze paramilitari locali sono state accusate di atrocità, pone domande sulla complicità indiretta degli Stati Uniti in violazioni dei diritti umani.

E poi c’è la questione interna: a Fort Bragg, il FOG addestra i Marines in un momento in cui il Pentagono sta riducendo le Forze speciali di circa 5 mila unità, come riportato da AP News nel 2024, per fare spazio a esperti di tecnologia, come programmatori di droni.

Il FOG, con la sua expertise in questo campo, sembra colmare un vuoto, ma a che costo?

La guerra segreta del FOG, dal Donbass al Sudan, è il riflesso di un mondo in cui il potere si esercita sempre più attraverso intermediari. Non ci sono bandiere, non ci sono uniformi ufficiali, solo uomini armati di droni, fucili e un mandato implicito da Washington.

Mentre le truppe ucraine avanzano con il supporto di questi contractor, e mentre le sabbie africane si tingono di nuove battaglie per il controllo delle risorse, il FOG continua a operare nell’ombra, un’entità senza volto che incarna il futuro inquietante della guerra moderna.

E in questo gioco di specchi, dove nessuno è ciò che sembra, la domanda non è solo chi vincerà, ma chi pagherà il prezzo di questa guerra senza fine.

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