Niger: evacuati molti occidentali. La Gran Bretagna attende una proposta di collaborazione da ECOWAS. Si alzano le proteste per un intervento militare contro i golpisti

NIAMEY. Tra il Presidente russo, Vladimir Putin e quello del Burkina Faso, Ibrahim Traoré è sempre più stretta l’amicizia diplomatica.

Il Capitano Ibrahim Traoré

Nel corso del recente summit tra Russia e i Paesi africani, la scorsa settimana a San Pietroburgo, Traorè che si definisec “sovranista” si è presentato alla ricerca di nuove alleanze.

Il Cremlino, già nell’ottobre dello scorso anno, in occasione del colpo di Stato a Ouagadougou aveva dato tutto il suo appoggio ai ribelli.

II Capitano Ibrahim Traoré, il  30 settembre dello stesso anno aveva deposto il suo predecessore e compagno d’armi Damiba.

La Russia, come partner, doveva fornire al Burkina Faso l’equipaggiamento militare necessario per affrontare la lotta al jihadismo (ufficalmente) come era sta avvenuto nel vicino Mali dove Mosca riforniva le Forze Armate con aerei da ricognizione, elicotteri da combattimento, armi di ultima generazione e molti altri mezzi.

Dietro la logistica chiaramente c’è il personale per la sua gestione ma anche per combattere. E perciò ecco pronti i mercenari della Compagnia Wagner per il contrasto sul campo dei jihadisti.

Uomini della Wagner

Insomma, mentre la Cina, da tantissimi anni, è la padrona economica dell’Africa, la Russia sta diventando la padrona militare del Continente.

In verità, da quelle parti (ma anche in altre) nessuno fa nulla per nulla. E così gli africani sono passati dal colonialismo di Parigi a quello di Pechino e di Mosca.

Il futuro è africano e questo le potenze cinese e russa lo sanno. Secondo i demografi, nel 2050, un bambino su 13 nel mondo sarà nigeriano e un abitante su 4  sarà africano.

Le grandi potenze occidentali come gli Stati Uniti non ci hanno capito molto, in questi anni, della questione africana.

Così come la Francia ha sempre pensato che era suo territorio e lo gestiva come nel passato. Senza analizzare il fatto che, tra la gente, covava rabbia e frustazione. Così come sono arrivati i tovarish moscoviti gli africani gli si sono buttati al collo, ritenendoli i loro salvatori.

Così come avevano apprezzato assai i sostegni economici e di sviluppo portati dai cinesi. Questi, da buoni commercianti hanno comprato il debito dei Paesi in crisi. E poi nel bel nome della “Belt and Road” in cambio degli aiuti di ogni tipo che hanno dato, hanno consolidato il loro potere.

Nel luglio 2022, il segretario generale della NATO, Jens Stoltberg al summit di Madrid aveva detto detto che Mosca e Pechino stavando  “usando la leva economica, la coercizione e gli approcci ibridi per promuovere i loro interessi nella regione”, ovvero Medio Oriente e Africa.

Il Segretario Generale Jens Stoltenberg

Putroppo le sue parole sono arrivate tardi, quando ormai il danno era fatto.

E Cina e Russia continuavano a fare i loro affari.

E poi, in tutto questo giro, appare (non per incanto) la Turchia. Un attore che finoar si è tenuto fuori ma l’attivismo di Ankara in Africa è tanto. Dal 2003 ad oggi la Turchia è fortemente presente nel Continente.

Il suo Presidente Recep Tayyip Erdogan è entrato dove gli altri hanno fatto le valigie e sono scappati.

Il Presidente turco Erdogan

Esempio: Somalia. Qui dal 2011 da Ankara sono arrivati tantissimi soldi nel settore privato e nelle infrastrutture.

La Turchia ha donato aiuti umanitari, ha aperto Consolati e fornito addestramento militare. La Turkish Airlines, la Compagnia di bandiera, ha proprie linee dirette con Mogadiscio dove le grandi Compagnie internazionali non volano da decenni.

Ma non c’è solo la Somalia. L’Africa è anche filo turca. Nel 2009  sono state aperte 12 Ambasciate. Oggi sono operative 43!

Erdogan ha visitato 27 Nazioni africane, più di qualunque altro leader internazionale.

E la Turkish Airlines atterra in 39 città africane (Ethiopian è più potente) con l’Aeroporto di Istanbul divenuto, in poco tempo, un gramde hub internazionale.

Oggi l’ultimo problema scoppiato nel Continente è quello nigerino, dopo il sudanese (ad aprile) e gli altri precedenti.

Ma come sarà risolto? Con un intervento militare francese che rimetta alla guida del Paese il deposto Presidente Mohamed Bazoum? Con un massiccio intervento della diplomazia anche ONU, con una più forte presenza russa a sostegno dei golpisti?

O sarà garantito a loro che possono tenere il tenere il potere? E che ne sarà dei 300 militari impegnati nella Missione Europea EUMPM (Missione di partenariato militare della UE in Niger) e della Missione Bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (MISIN)?

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ieri, aveva detto di essere in continuo contatto con il capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e con la sala operativa del COVI, oltre che, naturalmente, con il Ministero degli Esteri, per monitorare costantemente e con la massima attenzione e ogni giorno l’evoluzione delle condizioni sul terreno nel Paese africano.

LA CRONACA DI OGGI

La notizia di questa mattina e di questo pomeriggio è l’evacuazione dei cittadini francesi, spagnoli, italiani, tedeschi.

L’evacuazione dei francesi è stata solo per i civili. Quella dei militari presenti nel Paese ”non è all’ordine del giorno” ha affermato lo Stato Maggiore dell’Esercito.

Mentre il Ministero degli Esteri britannico non ha annunciato, al momento, alcun piano di evacuazione per i concittadini presenti in Niger, il cui numero dovrebbe essere inferiore ai 100.

I cittadini britannici sono stati però esortati a comunicare al Governo di Londra il luogo in cui trovano e al contempo a non lasciare il loro luogo di residenza. Il Ministero sta monitorando da vicino una situazione in rapida evoluzione.

L’Unione Europea segue la situazione in Niger e ha offerto al suo personale la possibilità di lasciare Niamey su base volontaria, ma per il momento, informano da Bruxelles, “non prendiamo la decisione di evacuare formalmente il nostro staff”.

La portavoce dell’UE per la politica estera, Nabila Massrali ha aggiunto che “la decisione sarà tenuta costantemente sotto controllo. La  sicurezza dello staff dell’Unione e dei cittadini europei in Niger è la priorità essenziale”.

Intanto, l’ex Presidente Mohamed Bazoum è stato contattato dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e dall’Alto rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrell.

L’ex Presidente Mohamed Bazoum

“Per il momento è in buona salute – fa sapere Nabila Massrali, portavoce della Commissione europea – ma chiediamo ancora il suo rilascio immediato, quello della sua famiglia e del suo entourage”.

La stessa Maserali ha detto di non volere commentare le dichiarazioni di Mali e Burkina Faso.

I due Paesi hanno avvertito che qualsiasi intervento militare in Niger per riportare al potere il Presidente Bazoum sarebbe considerato “una dichiarazione di guerra” contro di loro. ”

La nostra reazione e posizione politica – ha aggiunto la portavoce – è estremamente chiara: condanniamo fermamente il colpo di stato in Niger, rappresenta una minaccia per la stabilità e la democrazia nel Paese. Chiediamo l’immediata liberazione del Presidente Bazoum e della sua famiglia ed entourage e supportiamo fortemente la posizione dell’ECOWAS”.

Intanto, la Gran Bretagna e i suoi partner internazionali si sono detti pronti a sostenere la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) nelle sue azioni in Niger.

In una dichiarazione, alla BBC, del ministro degli Esteri James Cleverly, impegnato in una visita ufficiale ad Accra (Ghana) ha spiegato che Londra apprezzerà qualsiasi proposta di collaborazione che gli verrà presentata, sebbene spetti all’ECOWAS guidare la risposta al golpe militare.

Da parte sua il Governo della Guinea ha annunciato di dissociarsi dalle sanzioni imposte dall’organismo africano a proposito dell’uso della forza per riportare al potere il Presidente deposto la scorsa settimana.

Intanto, anche l’Algeria ha sollecitato il ripristino “dell’ordine costituzionale” in Niger, esprimendo il suo “sostegno a Mohamed Bazoum come Presidente legittimo”.

Nello stesso tempo, da Algeri, mettono in guardia contro un eventuale intervento militare straniero. Il quale sarebbe solo un “fattore di complicazione e di peggioramento dell’attuale crisi”, sostiene il Governo algerino.

“Il ritorno all’ordine costituzionale – scrive il Ministero degli Esteri algerino in una nota – deve imperativamente essere realizzato con mezzi pacifici che evitino al Niger e a tutta la regione ulteriori insicurezze e instabilità e ai nostri popoli ulteriori avversità e difficoltà”.

Sul possibile intervento militare interviene il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna.

Iil ministro degli Esteri francese Catherine Colonna

Ha smentito le accuse dei golpisti secondo cui la Francia vorrebbe “intervenire militarmente”nel Paese.

“E’ falso – ha detto alla Televisione BFM  – Non bisogna cadere nella trappola. E’ ancora possibile riportare Bazoum alle sue funzioni. E’ necessario perché queste destabilizzazioni sono pericolose per il Niger e i suoi vicini”.

Le Nazioni Unite ritengono che il golpe del 26 luglio abbia ” ulteriormente complicato uno scenario della sicurezza che stava già peggiorando”.

Il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per l’Africa occidentale e il Sahel, Leonardo Santos Simao ha ribadito la condanna del colpo di Stato.

Il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per l’Africa occidentale e il Sahel, Leonardo Santos Simao con Antonio Guterres

Il portavoce del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, Farhan Haq, ha assicurato che Simao continua a parlare con tutte le parti perché sia ripristinato “l’ordine costituzionale e consolidate le conquiste democratiche”.

E mentre la Francia è entrata “nell’occhio del ciclone”, il Presidente Emmanuel Macron, segue attivamente la situazione attuale in Niger.

Il Presidente francese Emmanuel Macron

Fonti dell’Eliseo spiegano che Macron si è confrontato in più  occasioni con i Presidenti Bazoum e Issouffou (l’ex capo dello Stato nigerino)  nonché con quelli dei Paesi che compongono l’ECOWAS e, in particolare,  con i suoi omologhi di Nigeria, Ciad, Costa d’Avorio, Benin e Senegal.  Macron ha  parlato anche con i partner europei e internazionali coinvolti nella risoluzione della crisi nigerina.

Sulla questione nigerina inteviene anche l’Italia. Il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani sostiene che preoccupa la presenza dei mercenari della Wagner. “Bisogna fare in modo – ha detto al TG 5 – che non ci sia un  peggioramento della situazione a vantaggio di trafficanti di esseri umani e terroristi”.

Il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani

Commentando il golpe del 26 luglio ha aggiunto di non ritenere la Russia direttamente implicata e il fatto che i nigerini sventolino bandiere pro Mosca è un modo per “fare sfregio alla Francia”. “Poi c’è la Wagner – ha aggiunto – che coglie l’opportunità del momento per inserirsi  e per fare un po’ di politica filo-Putin”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si inseriscono gli Stati Uniti. “”Non vi è alcuna indicazione che la Russia sia dietro il colpo di stato in Niger o che in qualche modo l’abbia sostenuto”. ha dichiarato il portavoce del Consiglio nazionale di Sicurezza della Casa Bianca, John Kirby.

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