Il 32° Carri festeggia la ricorrenza del Reggimento in Kosovo

Belo Polje (Kosovo). Il 32° Carri di stanza a Tauriano (Pordenone) ha celebrato nella base di Villaggio Italia, sede del Multinational Battle Group West (MNBG-W), ente multinazionale su base 32° Carri che annovera fra le sue file anche assetti austriaci, sloveni e moldavi, la sua ricorrenza, ricordando la battaglia della II Guerra Mondiale, avvenuta in Cirenaica l’8 febbraio del 1941 a Beda Fomm. 

Furono quattro giorni di intensi e sanguinosi scontri tra le piccole unità del III e V battaglione Carri italiani e le più ingenti forze inglesi della IV Brigata e dell’11° Ussari. Gli italiani combatterono strenuamente per consentire il ripiegamento delle fanterie e delle artiglierie che procedevano lungo la via Balbia e la costa verso sud, in modo da sfuggire all’aggiramento da parte del XIII Corpo d’Armata britannico. I carri italiani furono distrutti o immobilizzati. La metà dei nostri equipaggi morirono o rimasero feriti. L’avanzata inglese fu però fermata. 

Un carro italiano colpito dagli inglesi in Africa settentrionale

I caduti furono i sottotenenti Luigi Lolina e Giovanni Prendibene (entrambi medaglia d’argento al valore militare), i sergenti Firmo Moretti (medaglia d’argento al valore militare) e Carlo Riboldi (medaglia di bronzo al valore militare), i caporal maggiori Mario Pagano (medaglia di bronzo al valore militare) e Massolari , i caporali Isaia Brambilla (medaglia di bronzo al valore militare) e Mario Zambelli (medaglia di bronzo al valore militare), i carristi Isidoro Gattoni (medaglia d’argento al valore militare, proposto per quella d’oro alla memoria) e Giuseppe Bellazzi (medaglia di bronzo al valore militare). 

Il grandissimo valore dei carristi fu consacrato dalle motivazioni delle ricompense al valor militare concesse allo Stendardo del 32° Reggimento carri: “Più grandi delle loro sfortune i carristi del III seppero immolarsi alla pura bellezza del dovere e dell’onore…; strenuamente, anche senza speranza, affrontando la pro­pria distruzione e chiudendo con pochi superstiti la sua gloriosa e cruenta epopea nel rogo degli ultimi carri armati, incendiati dagli stessi equipaggi di fronte al soverchiante nemico”.

Lo stendardo del 32° Carri nella cerimonia a Villaggio Italia in Kosovo.

Per questo, a ricordo di tanto sacrificio dei due battaglioni, l’8 febbraio è stata scelta come Festa di Corpo del 32° Reggimento Carri.

Il reggimento, oggi al comando del colonnello Stefano Imperia è dallo scorso dicembre operativo in Kosovo alla guida del Multinational Battle Group West (MNBG-W), ente multinazionale che annovera fra le sue file anche assetti austriaci, sloveni e moldavi. 

Il comandante del 32° Carri, colonnello Stefano Imperia.

Alla cerimonia hanno partecipato anche numerose personalità civili e religiose locali, autorità militari di altri contingenti KFOR, l’ambasciatore d’Italia in Kosovo, Piero Cristoforo Sardi.

La cerimonia a Villaggio Italia con l’ambasciatore d’Italia in Kosovo, Piero Cristoforo Sardi.

Attualmente all’operazione KFOR della NATO, denominata “Joint Enterprise”, partecipano 4 mila soldati di 30 Paesi, di cui 550 italiani organizzati su un Multinational Battle Group, Multinational Specialized Unit (MSU) dell’Arma dei Carabinieri, e un Joint Regional Detachment (JRD), tutti a guida italiana.

Lo stendardo del 32° Reggimento Carri torna per la quarta volta in territorio balcanico, dopo avere partecipato per la prima volta all’Operazione “Joint Guardian” nel 2000.

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