Aeronautica Militare, conclusa l’esercitazione internazionale “Grifone 2018”. Oltre 30 ore di volo per un addestramento nel pieno rispetto del concetto “dual use”

Di Daniela Lombardi

Campobasso. Un aiuto che arriva dal cielo e che salva le vite di militari e civili, secondo il concetto di “dual use” che acquista sempre più spazio e importanza nell’ambito delle Forze armate italiane.

Elicotteri dell’Aeronautica Militare pronti per l’esercitazione

L’11^ edizione dell’esercitazione “Grifone” si è conclusa, oggi, conclude dopo 30 ore di volo e 50 uscite di simulazione ricerca e soccorso tra le montagne molisane, condotte da 35 squadre con l’impiego di 10 velivoli.

Numeri importanti, adeguati a sottolineare il carattere interforze ed interagenzia dell’esercitazione internazionale, condotta annualmente dall’Aeronautica Militare nel quadro del SAR.Med.Occ. (Search and Rescue Mediterraneo Occidentale) un accordo di cooperazione tra Italia, Francia e Spagna volto alla creazione di un “linguaggio comune” nella gestione delle operazioni di ricerca e soccorso in caso di incidenti.

“L’esercitazione ha avuto carattere interforze, in quanto ha coinvolto il personale e gli assetti di Esercito italiano, Aeronautica militare e Carabinieri, ma ha anche la particolarità di far lavorare le Forze Armate a stretto contatto con i diversi Corpi armati e le varie Agenzie dello Stato che intervengono in maniera congiunta in caso di calamità o ricerca di dispersi”, ha ricordato il Colonnello pilota dell’Aeronautica. Alfonso Cipriano, capo ufficio del Rescue Coordination Center presso il COA (Comando Operazioni Aeree)di Poggio Renatico (Ferrara).

Alla “Grifone” hanno partecipato, infatti, anche la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco, il Corpo Nazionale del soccorso alpino e speleologico, il Corpo ausiliario delle infermiere volontarie della Croce rossa italiana, la Protezione civile ed il Servizio 118.

Quest’anno il campo allestito per l’addestramento è stato ospitato presso il centro della Protezione civile a Campochiaro, in Molise, a dimostrazione dell’importanza del carattere “itinerante” della Grifone.

Un aspetto strategico, poiché un’esercitazione di questo tipo deve svolgersi in territori molto differenziati, affinché le forze in campo siano pronte ad intervenire in qualsiasi situazione e con qualsiasi grado di difficoltà.

Il territorio molisano, montagnoso e a tratti impervio, è stato ritenuto idoneo a creare uno scenario difficile e al contempo esemplificativo di tutti i problemi che possono venirsi a creare in un ambiente come quello del Matese, caratterizzato da bruschi cali delle temperature e forti raffiche di vento.

La responsabilità di tutta la pianificazione operativa e della gestione sia delle operazioni, sia delle esercitazioni aeronautiche, ricade sul COA (Comando operazioni aeree) costituito a Poggio Renatico nel 2010, come è stato spiegato dal comandante stesso, il Generale di Divisione aerea Antonio Conserva.

All’esercitazione erano presenti anche osservatori internazionali per uno scambio reciproco di conoscenze e di aggiornamenti nell’ambito del soccorso. Qatar, Kuwait, Libano, Bosnia Herzegovina, Serbia, Usa, Austria e Spagna hanno potuto fare tesoro dei suggerimenti – ed al contempo fornirne alcuni – ai protagonisti della principale operazione addestrativa dell’Aeronautica italiana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore