Aeronautica Militare e CNR: annunciata ieri la prima missione suborbitale scientifica sul velivolo SpaceshipTwo della società Virgin Galactic

Di Fabrizio Scarinci

Roma. Nel corso dei prossimi decenni i già considerevoli benefici derivanti dall’accesso allo spazio extra-atmosferico, così come alle quote suborbitali, aumenteranno in modo esponenziale, con un notevole impatto sia in campo strategico che a livello economico. Per tale ragione i nostri vertici politici, militari ed industriali starebbero portando avanti diverse iniziative volte a valorizzare e, ovviamente ad ampliare, l’enorme patrimonio di conoscenze accumulato in tale ambito dal nostro Sistema-Paese.

E’ questo il principale concetto emerso durante la conferenza stampa di ieri a Palazzo Aeronautica, organizzata dalla Forza Armata e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) al fine di annunciare la conduzione della missione suborbitale congiunta VIRTUTE (Volo Italiano per la Ricerca e la Tecnologia sUborbiTalE), che si svolgerà il prossimo 25 settembre a bordo dello spazioplano SpaceshipTwo VSS “Unity” della società Virgin Galactic.

Un momento della conferenza

Per il velivolo in questione si tratta del 23° volo (da qui la denominazione di “Unity 23” data da Virgin alla missione) e verrà effettuato, come da prassi, a partire dallo “Spaceport America” di Las Cruces (Nuovo Messico), un’area desertica particolarmente adatta alla conduzione di tali attività.

In particolare, la missione prevede che lo spazioplano venga portato in volo dalla “mothership” VMS “Eve”, che lo rilascerebbe ad una certa quota per poi tornare alla base. In seguito al rilascio il VSS Unity punterebbe verso l’alto fino a raggiungere l’apogeo, previsto a circa 90/92 Km di altitudine (una quota quasi spaziale) per poi iniziare anch’esso le manovre di rientro.

La componente italiana dell’equipaggio sarà composta da Walter Villadei, Colonnello dell’Aeronautica Militare, ingegnere e cosmonauta (che comanderà il nostro personale coinvolto nella missione), Angelo Landolfi, Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare e medico aerospaziale, e Pantaleone Carlucci, Ingegnere Energetico e Tecnico del CNR.

Immagine dell’equipaggio italiano della missione; da sinistra l’Ing. Pantaleone Carlucci, il Colonnello Walter Villadei e il il Tenente Colonnello Angelo Landolfi

Accompagnati da Beth Moses, Chief Astronaut Instructor di Virgin Galactic (in funzione di Cabin Lead), e, ovviamente, dai piloti (Michael Masucci e CJ Sturckow a bordo dello spazioplano e Kelly Latimer e Nicola Pecile a bordo della piattaforma di lancio), essi effettueranno diversi esperimenti volti a ricavare informazioni utili da applicare anche nell’ambito di ricerche condotte nel nostro Paese.

Tra essi (una dozzina in tutto) figurano una valutazione dell’impatto della microgravità sulle capacità cognitive degli astronauti (sia in fase di riposo che durante lo svolgimento delle loro attività), una raccolta di dati inerenti la risposta cardiaca in modalità holter durante le diverse fasi del volo suborbitale, la sperimentazione della nuova tuta spaziale italiana Smart Flight Suit 1 (creata, tra le atre cose, con materiale ignifugo, antimagnetico e anti-taglio), una valutazione dell’effetto della microgravità sulla miscelazione di liquidi (in vista del futuro utilizzo di piattaforme spaziali per la realizzazione di materiali innovativi), uno studio sulla combustione e sul comportamento termo-fluidodinamico di miscele di combustibili binari e micro emulsioni alle altissime quote e un’indagine sugli effetti dell’esposizione umana alle radiazioni cosmiche presenti nelle zone più alte della mesosfera.

Immagine raffigurante la traiettoria che verrà seguita dei velivoli coinvolti nella missione

Fisicamente presenti alla conferenza di ieri, il Colonnello Villadei, il Tenente Colonnello Landolfi e l’Ing. Carlucci hanno anche avuto modo, dialogando con il giornalista del Corriere della Sera Massimo Sideri (invitato a moderare l’incontro), di contribuire a far luce sulla crescente importanza rivestita dallo spazio e dall’alta atmosfera, soffermandosi, in modo particolare, sugli enormi vantaggi connessi all’utilizzo di quote sempre più elevate, che nei prossimi decenni comporterà una sensibile riduzione dei tempi di spostamento, con effetti considerevoli sia sul sistema economico e commerciale internazionale, che potrà fruire di collegamenti intercontinentali sempre più veloci, sia sul mondo militare, per il quale il controllo della zona compresa tra i 20 e i 100 km di altitudine (attualmente ancora poco conosciuta, dato che i voli pilotati si svolgono in genere sotto i 20.000 metri) diventerà sempre più importante al fine di ottenere la supremazia aerea e la capacità di operare efficacemente a supporto delle forze di superficie.

Ovviamente, gli intervenuti non hanno mancato di ricordare l’importantissimo ruolo giocato finora dall’Italia nel campo dell’esplorazione spaziale, sottolineando non solo come il nostro Paese sia stato il terzo al mondo dopo Unione Sovietica e Stati Uniti a costruire un satellite artificiale, ma anche la straordinaria importanza del ruolo giocato dalla nostra industria e dai nostri centri di ricerca nella realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale, specificando come, grazie alle sue competenze e al fatto di essere stata la prima in Europa ad aver dato luogo a questo tipo di missioni suborbitali, Roma abbia tutte le carte in regola per continuare ad essere, anche nel sempre più competitivo contesto del XXI secolo, uno dei maggiori “attori spaziali del pianeta”.

Un altro momento della conferenza

L’evento di ieri è stato poi arricchito anche da un interessante contributo audiovisivo di Michael Colglazier, CEO di Virgin Galactic, e Sirisha Bandla, Vice President of Governament Affairs and Research Operations dell’azienda, che, oltre a ricordare come il 2021, 160° anniversario dell’Unità d’Italia, costituisca anche il 160° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti, si sono anche detti molto fieri di poter facilitare la cooperazione tra le nazioni interessate al volo spaziale e i pionieri dell’industria, sia al fine di favorire l’espansione delle conoscenze umane, sia allo scopo di mostrare il valore intrinseco della loro offerta ad eventuali partner governativi e scientifici.

La conferenza si è poi chiusa con gli interventi della Professoressa Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR, che si è detta certa di come tale collaborazione possa consentire di condurre importanti esperimenti nella prospettiva di rendere tali voli accessibili a un sempre maggior numero di persone anche a partire dall’Italia, e del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Alberto Rosso, che ha dichiarato come l’iniziativa in questione rappresenti un doppio binomio: tra i mondi pubblico e privato e tra il settore civile e quello militare, sottolineando la sua importanza come “esempio di collaborazione inter-istituzionale al servizio del Paese, che facendo squadra ha la possibilità di sviluppare incredibili opportunità sotto molti punti di vista; ricerca tecnologica, sviluppo commerciale e crescita economica, anche in termini di offerta di lavoro per i più giovani”.

Il Generale di squadra aerea Alberto Rosso con la Professoressa Maria Chiara Carrozza

Il Generale ha poi proseguito spiegando come l’Aeronautica Militare, pur essendo pragmaticamente calata nella realtà quotidiana, non possa non avere un occhio proiettato al futuro, all’innovazione, alle sfide ed alle prospettive offerte dai nuovi ambienti.

E’ nostra precisa responsabilità, ha poi aggiunto, “fornire supporto al Paese con le nostre capacità e la nostra preparazione (come dimostrato durante la pandemia o con il recente ponte aereo per trarre in salvo civili dall’Afghanistan), ma anche guardare avanti, all’innovazione e alla ricerca, tramite l’ampliamento di un dominio nel quale siamo presenti dall’inizio e in cui intendiamo continuare a fare la differenza, offrendo le nostre competenze e la nostra professionalità al fianco delle altre Istituzioni, dell’industria, delle start-up e delle forze più sane del Paese. Tutto ciò senza mai dimenticare la funzione propria dell’Aeronautica Militare, cioè la Difesa Aerea, che nel futuro prossimo arriveremo a garantire ben oltre le quote a cui operiamo normalmente al giorno d’oggi.”

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