Herat. L’Italia è in Afghanistan da 20 anni, con la NATO, con un impegno ingente e diversificato in termini di uomini e mezzi.
Lo ha evidenziato, oggi ad Herat, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini intervenendo al cambio di comando al Train Advise Assist Command West (TAAC-W) tra il Generale di Brigata Alberto Vezzoli, comandante uscente del contingente nazionale e del TAAC-W e al personale della Multinational Land Force (MLF) su base Brigata Alpina “Julia”, che oggi lasciano il Paese.
La Julia viene sostituita dalla Brigata Paracadutisti Folgore al comando del Generale di Brigata Beniamino Vergori.
Dapprima con la Missione ISAF, avviata alla fine del 2001 e poi, dal 2015, con la missione di “Train Advise and Assist” Resolute Support, che ha il compito di garantire le attività di addestramento, assistenza e consulenza a favore delle Istituzioni e delle forze di sicurezza locali nella regione Ovest del Paese.
“In questi ultimi anni, il Paese si è progressivamente avviato verso la ricostruzione – ha aggiunto il ministro – ma il terrorismo resta una minaccia diffusa, l’insorgenza è resiliente e sempre presente con capacità offensive in molte aree del Paese. Gli attacchi terroristici che colpiscono i membri delle Istituzioni del Paese, le Forze di Sicurezza locali e la popolazione – come quelli avvenuti nella provincia settentrionale di Kunduz che hanno causato decine di morti – ne sono la tragica testimonianza”.
Non mancano poi difficoltà politiche e sociali, in un Paese che intendiamo continuare ad assistere nel consolidamento dell’architettura istituzionale, per lo sviluppo di un Afghanistan sovrano, unito e democratico.
“Sappiamo bene quanto la presenza delle nostre Forze Armate in Afghanistan – ha proseguito il ministro – sia stata e sia tuttora importante nell’ambito dello sforzo internazionale per la rinascita di questo popolo martoriato. A questo riguardo, la postura dell’Italia nei confronti di ogni prematuro ritiro delle nostre Forze rimane la stessa: fin quando sarà necessario e fin quando le Istituzioni ed il popolo afgano ce lo chiederanno, resteremo nel Paese, nel pieno rispetto degli impegni assunti”.
Sono consapevole che la pandemia in atto è andata a complicare ulteriormente un quadro di situazione già grave, ma la mia presenza qui con voi oggi vuole essere – oltreché un dovere istituzionale – anche un segno tangibile dell’impegno e dell’attenzione che il nostro Paese vuole continuare a garantire per la pace e la prosperità in Afghanistan.
Un impegno che, naturalmente, non può prescindere dalla stringente necessità di considerare, quale esigenza di assoluta preminenza, la tutela della salute individuale dei nostri militari.
Anche in queste difficili contingenze, l’impegno italiano non è mai venuto meno, e abbiamo preservato le capacità di maggiore valore.
Le attività svolte da nostri militari forniscono la più chiara dimostrazione.
Sono state decine di attività in ambito operativo per effettuare pattugliamenti terrestri, controllo e bonifica degli ordigni esplosivi improvvisati lungo le principali arterie di comunicazione, migliaia di ore volate in attività di ricognizione aerea.
Sono state molteplici le attività addestrative e di mentoring delle Forze di Sicurezza locali in molti settori dello spettro delle capacità operative necessarie per la loro piena operatività.
A queste si aggiungono i progetti di Cooperazione Civile Militare (CIMIC) e le donazioni in favore della popolazione, dei gruppi più vulnerabili e delle minoranze coordinando, in tal senso, anche gli interventi di sostegno provenienti direttamente dall’Italia.
Attribuiamo infatti un’importanza prioritaria al consolidamento delle conquiste realizzate in Afghanistan, in particolare in tema di tutela dei diritti e protezione delle donne, dell’infanzia e delle categorie più vulnerabili.
E’ nostro intendimento continuare a dare ulteriore impulso a queste progettualità, operando anche in supporto alle iniziative di contrasto alla pandemia da COVID 19.
Il ministro ha anche ringraziato i Paesi che forniscono il loro personale a supporto delle attività del TAAC-West.
“Per la rinascita dell’Afghanistan – ha evidenziato Guerini – ritengo sia indispensabile l’impegno e la collaborazione di tutta la comunità internazionale. Anche in questa fase delicata, il nostro impegno in queste terre continuerà così come il supporto al Governo dell’Afghanistan, al fine di proteggere e non disperdere in alcun modo i risultati raggiunti in questi ultimi 20 anni con elevati sacrifici, soprattutto in termini di vite umane”.
L’Italia e la comunità internazionale dovranno stare a fianco degli afgani e, nei prossimi giorni, insieme agli Alleati sarà deciso il futuro della missione.
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