Afghanistan, rappresentante ONU Yamamoto per dialogo con i talebani

New York. Se si vuole porre fine al conflitto con i talebani in Afghanistan, occorre trattare con loro. Così ragiona Tadamichi Yamamoto, rappresentante speciale dell’ONU in Afghanistan. Intervenendo alla 1TVNews di Kabul, Yamamoto ha detto che “il Governo afghano, i Paesi della regione e le potenze chiave dovrebbero rafforzare il messaggio che i talebani possono essere parte del futuro afghano, e della sua struttura politica e sociale”.

Il rappresentante ONU per l’Afghanistan, Tadamichi Yamamoto.

Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite analizza gli scontri armati che già all’inizio del 2017 sono in aumento e quando arriverà la primavera e l’estate il rischio di attacchi talebani potrebbe aumentare.

Per questo l’ONU ha Rivolto un pressante appello alle parti afghane in conflitto a mettere fine all’uccisione e al ferimento di civili, nel momento in cui un rapporto della Missione delle Nazioni Unite di assistenza all’Afghanistan (Unama) ha rivelato che nel 2016 si sono registrati nuovi record annuali di vittime civili e di bambini uccisi o feriti.

Il rapporto, presentato ieri nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza, ha rivelato che il conflitto in corso ha provocato lo scorso anno 11.418 vittime civili, di cui 3.498 morti e 7.920 feriti.

La guerra in Afghanistan ha colpito numerosi civili.

Di esse 3.512 sono state bambini – 923 morti e 2.589 feriti – con un aumento del 24% sulla più alta statistica finora registrata dal 2009. Come già in passato, lo studio delle Nazioni Unite sostiene che quasi i 2/3 delle vittime sono addebitabili a forze anti-governative (per lo più talebani), mentre alle forze filo-governative è addossata la responsabilità di 1/4 di esse.

Il rappresentante dell’ONU ha insistito che “non c’è una soluzione militare” per il conflitto afghano e qualora la guerra continuasse aumenterà la miseria per questo martoriato popolo.

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