Di Valeria Fraquelli
Roma (nostro servizio). Negli ultimi anni l’Africa si sta rivelando un Continente molto redditizio per quanto riguarda le criptovalute.

Cresce l’utilizzo di criptovalute in Africa
Sembra che agli africani le nuova valute digitali piacciano molto.
Le possono usare tutti anche senza un conto corrente, servono a tutti coloro che vogliono avvicinarsi per la prima volta al mondo finanziario.
Molti Stati africani le hanno viste come un buon modo per migliorare la loro economia e fare affari usando una valuta sicura che può anche fungere da riserva di valore.
La Nigeria è stato il primo Paese africano a fare entrare ufficialmente le criptovalute nella sua economia con un piano specifico, poi diventato un vero e proprio progetto pilota, iniziato ad ottobre 2021.
Ma non c’è solo la Nigeria a far uso di questo tipo di monete che, a quanto si può analizzare, è dovuto alla debolezza di quelle locali e dai sistemi politici e bancari instabili, dalle restrizioni finanziarie e dalla carenza di fiducia nelle istituzioni nazionali.
Inoltre, circa la metà della popolazione africana non ha ancora accesso ai servizi bancari.
Questo rende i pagamenti elettronici e il trasferimento di denaro con le criptovalute una grande opportunità.
Anche il Sudafrica ha intavolato un progetto per lo sviluppo di un portale per scambiare e utilizzare criptovalute.

Anche in Sud Africa cresce il ricorso alle monete digitali
La Tunisia ha sviluppato una versione digitale delle moneta nazionale, il dinaro elettronico, per spingere l’economia alla crescita.
Inoltre, sono stati aperti corsi di cultura finanziaria per giovani e meno giovani.
Stessa cosa stanno facendo le Banche centrali di Kenya e Zambia, che stanno pensando e lavorando per adottare una loro criptovaluta.

L’Africa investe in valuta digitale
Insomma, tutto questo potrebbe servire per una finanza più inclusiva e per progetti di solidarietà.
Ma alcune criptovalute sono ancora in fase di progetto pilota e non tutte riescono a trovare la forza per svilupparsi.
L’Africa è molto divisa al suo interno a causa delle influenze straniere ed è per questo che molti Paesi puntano all’indipendenza finanziaria ed economica, sfruttando la versatilità delle criptovalute.
Di certo le monete digitali servono per migliorare l’accesso ai servizi bancari e finanziari in Paesi in cui la maggior parte della popolazione non è mai entrata in una banca e non ha dimestichezza con gli strumenti economici più diffusi come carte di credito, libretti degli assegni, ed altro ancora..
Grazie alle criptovalute si sta creando in questi Paesi una finanza inclusiva, più rispettosa delle diversità, in qualche modo più solidale, e poi molti africani non hanno un conto corrente e grazie ad essa si stanno avvicinando al mondo della finanza.
Le criptovalute sono una specie di “Scuola di economia” per la popolazione locale che si sta avvicinando, passo passo, al mondo finanziario.
Secondo Chainalysis, la società privata di New York che studia le applicazioni delle nuove tecnologie chiamate blockchain, nel 2020 il mercato delle criptovalute in Africa è cresciuto più del 1.200%.
Nella top list internazionale dei 20 Paesi, primi per il loro utilizzo, 5 sono africani: Nigeria, Kenya, Togo, Sudafrica e Tanzania.
Il resto, ad eccezione degli Stari Uniti, sono tutti Stati emergenti o di piccole dimensioni.
Ma non si può dimenticare che il mondo delle valute digitali ha luci e ombre, perché non tutto quello che luccica è oro.

Sempre più truffe legate alle criptovalute
In primis, c’è una estrema volatilità che vede le criptovalute protagoniste di grandi rialzi e altrettanto grandi ribassi, esiste un forte rischio di speculazione che nasconde anche un grandissimo riciclaggio di denaro sporco per non parlare di varie truffe e frodi, con personaggi senza scrupoli che promettono di fare guadagnare grandi fortune e invece si dileguano con i soldi degli investitori.
Le valute digitali nascondono anche usi illegali e Dark Web, sempre più spesso sono usate come riscatto, come valuta per il traffico d’armi, droga ed esseri umani.
Poco tempo fa, la Germania e gli Stati Uniti hanno bloccato “Hydra”, la più grande piattaforma al mondo del Dark Web in lingua russa, e la valuta virtuale di scambio Garantex.
Secondo quanto è stato reso noto, è stata bloccata l’infrastruttura, in quanto utilizzata per i cyber attack ai quali seguiva il pagamento di un riscatto.
E in quanto si è fatto un abuso della valuta virtuale per riciclare denaro.
Con l’operazione sono anche stati sequestrati 23 milioni di euro in criptovaluta.
In conclusione si può dire che questo mondo delle monete digitali ha due facce, una buona e una meno buona, l’importante è saper distinguere ben tra le due e farsi guidare da esperti prima di investire.
Con la giusta preparazione le valute digitali possono davvero essere un volano per le economie africane.
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