Di Valeria Fraquelli
PARIGI (nostro servizio). L’Africa si sta avvicinando sempre più alla Russia e alla Cina.
Entrambi i Paesi stanno usando il territorio del Continente africano per i loro traffici.
Questo è vero soprattutto per quanto riguarda il Mali, uno degli Stati più poveri dell’Africa che, da anni, sta cercando di liberarsi da quello che chiama “il giogo occidentale”.

Un’operazione antiterrorismo in Mali
Da quando la Francia ha deciso di abbandonarlo al proprio destino è entrato, quasi totalmente, nell’orbita russa. Un’influenza che si sta facendo sentire.
I russi forti di un trattato di cooperazione militare firmata con il governo del Presidente Ibrahim Boubacar Keïta, hanno iniziato a dispiegare, sin dal dicembre dello scorso anno, uomini, istruttori, operativi della Wagner, piloti, elicotteri, aerei e mezzi da trasporto blindati.
E la recentissima visita nel Continente africano del ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov è una spia accesa del sentimento africano nei confronti della Russia, Paese che vuole “rinsaldare legami di vecchia data, nati all’epoca della decolonizzazione”.
Il rapporto tra Russia e Africa ha radici profonde, più di quanto generalmente si pensi, e muove uno scambio commerciale enorme, in tutti i settori produttivi.
“Oggi – ha scritto recentemente il capo della diplomazia russa in un suo discorso pubblicato con grande enfasi su tutti i principali giornali locali – gli Stati africani svolgono un ruolo sempre più importante nella politica e nell’economia mondiali e partecipano attivamente alla risoluzione dei principali problemi contemporanei. La loro voce di solidarietà risuona sempre più armoniosamente negli affari mondiali”.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov
La Russia, insomma, vuole occupare quegli spazi che prima erano dei francesi e degli altri governi europei e non esiterà a cacciare color i quali giudica nemici dei propri interessi.
Vuole spingere dalla sua parte i governi africani perché si pongano come un argine contro le sanzioni internazionali.
Mosca si propone come un nuovo partner per fare affari in Africa e si presenta attenta e solidale nel mandare aiuti ai più poveri .
Gli Stati africani la vedono come uno sbocco per le loro merci capace di fare da volano per lo sviluppo del continente.
Su tutto questo è da tenere in considerazione anche l’aspetto più prettamente politico-militare.
Il gruppo mercenario Wagner spadroneggia da tempo in Mali.
Si è, a poco a poco, preso territori e spazi che fino a poco tempo fa erano francesi.
Ora si è impadronito di quegli stessi spazi per usarli come zone addestrative.
Il capo del Comando degli Stati Uniti per l’Africa (AFRICOM), il Generale Stephen Townsend, ha detto che “è da escludere che la Russia abbia richiamato le proprie forze dal Mali per sostenere gli sforzi bellici in Ucraina. Dall’inizio della guerra ci si aspettava che la presenza Wagner in Mali aumentasse, mentre non è stato cosi”.
Le accuse mosse alla Francia di colonialismo, i disordini e islamisti e signori della guerra che si uniscono alla Russia per creare scompiglio, per incutere terrore nella popolazione creano solo caos e distruzione.
IL MALI AL CENTRO DELL’ATTENZIONE
La giunta militare al potere in Mali tuttavia spera di poterne approfittare per ottenere qualche vantaggio economico o strategico, magari avere anche materiale militare russo.
Ma, al momento tutto sembra preannunciare che questa strategia alla fine si rivelerà come un boomerang e si ritorcerà contro gli stessi maliani.

Un villaggio del Mali
I recenti disordini con l’Etiopia con i 500 militanti del gruppo terrorista Al Shabaab che sono riusciti a sfondare il confine etiope e ad addentrarsi per 150 chilometri è un chiaro segno che il Mali è ancora impreparato a difendere il proprio territorio.
Alla fine le vicende africane e la guerra in Ucraina si legano.
Il mondo è un villaggio globale dove quello che succede riguarda tutti, nessuno escluso.
Le manovre russe in Africa possono influenzare le sorti della crisi ucraina, possono cambiare il quadro geopolitico del Continente e possono portare in Mali una situazione di caos con terroristi e “signori della guerra” che attraversano il Paese lasciando dietro di sé dolore e distruzione.
In conclusione, quello che potrebbe essere un rapporto win- win potrebbe diventare un boomerang capace di ritorcersi contro gli stessi africani.
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