Africa subsahariana, il debito estero rischia di strangolare i Paesi dell’area

Londra. L’anno appena iniziato potrebbe essere molto difficile per le economie dell’Africa subsahariana. Il principale imputato che mina la crescita è considerato il debito estero contratto da molti Paesi a partire dal 2008.

Il debito estero rischia di frenare lo sviluppo economico dei Paesi dell’Africa subsahariana

Poi, con lo scoppio della crisi finanziaria, i prestiti ai Governi di Paesi a basso e medio reddito si sono più che quadruplicati da 57 miliardi di dollari nel 2007 a 260 miliardi nel 2016, favoriti anche dai bassi tassi di interesse. Finché la recessione ha mantenuto questi tassi a livelli minimi, l’impatto sulle economie è stato modesto. Poi, con la ripresa dell’economia mondiale e l’incremento dei saggi di interesse, potrebbero emergere molti questioni da risolvere.

Il Jubilee Debt Campaign (http://jubileedebt.org.uk) , che ha sede nel Regno Unito, ha realizzato una ricerca che ha evidenziato come il pagamento dei debiti da parte dei Paesi più poveri, nel 2016, sia aumentato del 50% rispetto ai due anni precedenti e ha già raggiunto il livello più alto dal 2005.

La crisi del debito degli anni ’80, ’90 e 2000 è nata per il calo del prezzo delle materie prime e dall’aumento dei tassi di interesse statunitensi. Fattori che si sono replicati a partire dal 2014, quando l’indice dei prezzi delle materie prime del Fondo Monetario Internazionale è sceso di oltre il 40% de il dollaro Usa è aumentato del 15%.
Secondo quanto riportato dal sito http://www.theeastafrican.co.ke , in Africa orientale, il peso del debito è ancora ridotto in questi Paesi: Kenya (32% del Pil), Uganda (57%) e Tanzania (63%).

Il Mozambico ha invece un rapporto debito/Pil del 299% ed inizia a risentirne fortemente. I debiti sono dovuti per il 38% a prestatori privati, il 36% ad istituzioni quali Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e banche di sviluppo regionale. Il 26% è invece dovuto ad altri Governi.

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