Agenzia Industrie Difesa: a Torre Annunziata (Napoli) il made in Italy con le stellette

Torre Annunziata. Il “made in Italy” con le stellette.

Report Difesa, in esclusiva, ha avuto modo di visitare lo “Stabilimento Militare Spolette” di Torre Annunziata (Napoli).

Una realtà industriale che ha fatto la storia d’Italia.

Un particolare della sala museale

LA STORIA

Era il 1652 quando una Polveriera fu impiantata proprio qui a Torre Annunziata e fu alimentata con le acque del “Conte di Sarno”.

L’opera fu fortemente voluta dal Conte Muzio Tuttavilla. Il nobile portò la città a primeggiare nel mondo, tra l’altro, per la scoperta dei primi resti di Pompei (Napoli) rinvenuti in occasione degli scavi del canale “Conte di Sarno”.

Nel 1758, Carlo III di Borbone decretò l’istituzione della fabbrica d’Armi sempre a Torre Annunziata in un sito adiacente alla Real Polveriera.

Carlo III di Borbone

Nello stesso anno fu innalzato un capannone provvisorio dove furono montate le prime macchine in legno.

Fu l’architetto Francesco Sabatini, allievo del Vanvitelli, a dare avvio ai lavori .

L’opera fu successivamente terminata dall’architetto Ferdinando Fuga.

Anche Vanvitelli, in prima persona, seguì i lavori della Real Fabbrica d’Armi.

Le attività produttive iniziarono nel 1761 sotto la direzione del Tenente Colonnello Luca Ricci. In poco tempo divenne la più importante del Regno delle Due Sicilie.

Per quasi un secolo e mezzo i valenti artigiani armaioli di Torre rifornirono i vari Eserciti, in particolare quello borbonico e furono parte attività nella storia del Regno delle Due Sicilie e dei primi anni dell’Unità d’Italia.

Una testimonianza storica dei prodotti la si trova oggi custodita nella sala d’Armi sita nell’antico edificio della Real Fabrica d’Armi.

Sono circa 70 le armi da fuoco lunghe conservate (tra cui i fucili Vetterli, Martin Rumeno, Doersh-Bauwgarten e Mauser 71). Oltre alle pistole, alle sciabole, alle daghe, alle baionette e pannelli di un importante valore didattico in quanto raffigurano i diversi stadi di lavorazione delle armi e i relativi strumenti di lavoro e gli attrezzi verificatori.

Alcuni dei fucili esposti

LA NASCITA DELLO SPOLETTIFICIO

Da Real Fabbrica  d’Armi si passò allo “Spolettificio”.

Qui dal 1947 si produssero oltre alle spolette e artifizi vari, bombe a mano del tipo SRCM modello 35.

Un particolare su come si costruiva la SRCM

Dopo la produzione delle bombe a mano l’attuale Stabilimento si specializzò nel recupero e nell’ammodernamento di automezzi della Pubblica Amministrazione e nella dematerializzazione degli archivi cartacei degli Enti militari.

E da giugno dello scorso anno è iniziata la produzione di mascherine protettive da COVID-19.

LO STABILIMENTO OGGI. PARLA IL COLONNELLO (FACENTE FUNZIONI) BERARDO SABBATINO

Tra le lavorazioni dello stabilimento torrese oggi, come anticipato, ci sono gli ammodernamenti di mezzi militari in disuso.

Ultimo in ordine di tempo è stato un Defender che è stato riadattato e consegnato, ieri, a Roma al Commissario straordinario per l’emergenza pandemica Generale di Corpo D’Armata Francesco Paolo Figliuolo per le attività d’istituto https://www.reportdifesa.it/agenzia-italiana-difesa-disegnate-nuove-strategie-produttive-donato-un-defender-alla-struttura-commissariale-di-supporto-per-lemergenza-covid-19/)

La cerimonia di consegna del Defender

“Il Defender spiega a Report Difesa il Colonnello (facente funzioni) Bernardo Sabbatino, direttore dello stabilimento torrese – appartiene ad una permuta fatta con una Forza Armata. E’ stato ristrutturato da noi grazie al lavoro del nostro personale e la partecipazione della TSM di Melito di Napoli. Un’azienda di grande professionalità”.

L’Agenzia Industrie Difesa (AID) guidata dal Direttore Generale Nicola Latorre, intende fare attività di revamping di Defender e di VM90.

In questo modo si cercherà di rilanciare l’attività industriale.

Il VM 90 sono infatti mezzi che, una volta ristrutturati, possono essere forniti alla Protezione civile, per le sue attività o venduti ad altri Paesi.

Si tratta infatti di mezzi molto robusti, anche spaziosi.

Per quanto riguarda la ristrutturazione di VTLM “Lince” e dei “Puma” si sta pensando, invece, ad una vendita ad Eserciti stranieri.

Potrebbero essere resi “civili” da impiegare in occasione di visite politico-istituzionali in Teatri Operativi o in Paesi a forte rischio di sicurezza.

Tra le attività operative qui a Torre Annunziata, a causa della pandemia da COVID-19, è stata installata anche la produzione di mascherine chirurgiche di tipo 1 (100 mila pezzi al giorno, su turni giornalieri, h24, per tutto il mese) e del tipo FFP2.

Le FFP2 pronte per la spedizione

“I prodotti – aggiunge Sabattino – sono esclusivamente per le Forze Armate. Ma potrebbero essere anche venduti ai privati. Abbiamo fatto uno studio e trovato macchine e materie prime adatte alla produzione. Dopo di che siamo riusciti a certificare la mascherina FFP2 con una certficazione CE. Stiamo certificando sempre con il marchio CE anche la mascherina chirurgica. Abbiamo avuto l’autorizzazione in deroga dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità Ndr)”.

Al momento si producono circa 3 milioni di pezzi al mese di mascherine chirurgiche di tipo 1 e circa un milione del tipo FFP2.

Mascherine chirurgiche di tipo 1

Per ristrutturare i locali a Torre Annunziata in modo da poter produrre le mascherine ci sono voluti circa 45 giorni.

Dopo l’arrivo delle macchine c’è stata una fase di preparazione e di istruzione del personale civile della zona ma non dipendente dal Ministero della Difesa che opera con un supervisor militare fino a giungere a settembre 2020 alla produzione in modo industriale.

Sono state ricercate macchine molto affidabili che hanno bisogno, per le turnazioni della produzione, di una maggiore manutenzione.

Il personale produce, imbusta e inscatola in contenitori con il marchio AID (Agenzia Industrie Difesa).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 

 

Autore