di Enrico Maria Ferrari
Cori (Latina). Nel 1909, appena sei anni dopo aver fatto volare il primo aereo nella storia dell’umanità, uno dei fratelli Wright, Wilbur, presentò alcuni voli dimostrativi all’aeroporto di Roma Centocelle alla presenza del Re d’Italia: il volo era la tecnologia avveniristica divenuta immediatamente popolare in tutto il mondo ed una grande folle assisteva a queste dimostrazioni.
A Roma-Centocelle un giovane ingegnere di 26 anni, laureatosi appena un anno prima, guardò con emozione i voli dimostrativi di quei primi traballanti aerei e decise che sarebbero stati il centro della sua vita: era Alessandro Marchetti, pioniere e visionario dell’aeronautica mondiale, nonché uno dei maggiori progettisti nazionali di velivoli.
Marchetti era un uomo d’azione, votato all’impresa e con buone conoscenze di marketing: in soli due anni, nel 1911 aveva progettato e realizzato il suo primo velivolo, “la Chimera” un aereo in leggero legno di abete americano spinto da un motore da 30 cv.
Nel 1916 consegue il brevetto di pilota e nel 1921 rileva il controllo della SIAI (Società Idrovolanti Alta Italia) Savoia che da allora prenderà il nome di Siai Marchetti e che in seguito diventerà la SIAI Savoia-Marchetti, un nome diventato leggenda in tutto il mondo per le realizzazione aeronautiche avveniristiche.
I Savoia-Marchetti sono stati il vanto dell’aviazione italiana della prima metà del ‘900, e sono diventati noti in tutto il mondo per le imprese compiute in epoca fascista, come le trasvolate atlantiche di Italo Balbo con l’idrovolante S 55.
Numerosissimi i primati ed i record conquistati negli anni come il primato mondiale di velocità nel 1919 con il caccia MVT, ottenuto da un caccia interamente metallico che raggiunse la velocità di 278 km/h, 50 km/h oltre i record dei velocissimi SVA del volo su Vienna e degli stessi SPA francesi.
Arrivò di seguito il primato sulla distanza con l’S.64 (1928), ma i Savoia-Marchetti sono ricordati soprattutto come gli aerei dell’aviazione italiana in guerra e vanno menzionati tra questi l’aerosilurante S.79 costruito dal 1934 in ben 1350 esemplari e l’aereo da trasporto S.82 del 1940.
Marchetti era un futurista ed un innovatore, già negli anni ’20 si dedicò infatti alla ideazione e realizzazione di un mezzo a due rotori controrotanti coassiali a quattro a pale che altro non è che un moderno elicottero. Ci vollero più di 20 anni dai suoi brevetti perché tali idee fossero poi realizzate ma queste idee erano talmente avanzate che Marchetti trovò una grande opposizione in esponenti della Regia Marina, tanto da sfociare in una sfida a duello, poi fortunatamente ricomposta.
Nel dopoguerra Marchetti gestì l’azienda fino al 1960, nel 1996 la società è confluita in Aermacchi (oggi Leonardo), che continua la produzione dell’SF 260 e del jet S.211 (1981, ora ribattezzato M-345).
Il 12 settembre 2003 Poste Italiane ha emesso in suo onore un francobollo celebrativo.
Sono anni, che, soprattutto nei luoghi dove Marchetti visse e dove sviluppò la sua attività, si sta cercando un modo per onorarne la memoria in maniera permanente. Nel 2015 la città di Sesto Calende (Varese), il Comune dove sorgevano le fabbriche SIAI Marchetti, ha festeggiato la ricorrenza dei cento anni dalla nascita del complesso industriale lombardo e lo scorso 2016/17 per il 50° della scomparsa di Marchetti il Comune di Cori (sua città natale) ha reso omaggio al pioniere dell’aeronautica con la produzione di un mediometraggio dal titolo “Con gli occhi pieni di cielo”, che ne rievoca gli anni giovanili trascorsi in gran parte nella città natale.
Sempre a Cori dal 30 giugno al 1 luglio il Comune ospiterà LA MIA CHIMERA È UN SOGNO – Giornate di studio, arte, poesia in omaggio al genio visionario dell’Ingegnere aeronautico Alessandro Marchetti, atto di inizio del percorso che terminerà con la creazione di un’ala nell’attuale museo cittadino dedicata a questo visionario del volo.
Infatti, Il Comitato Promotore e il Comune di Cori intendono realizzare un Museo interamente dedicato a Marchetti ed al suo genio, un museo che utilizzi le più sofisticate tecnologie di realtà virtuale e che dovrebbe essere situato nell’ex convento agostiniano di Sant’Oliva (che già ospita il Museo della Città e del Territorio) con una nuova sezione dedicata al grande progettista la quale si distinguerà per le soluzioni tecnologiche che saranno adottate e che consentiranno di superare la tradizionale impostazione collezionistica dei musei aeronautici.
Non solo uno spazio espositivo di foto ed oggetti di Marchetti ma un punto di riferimento anche per incontri di studio tecnico/scientifico in ambito aeronautico in stretta collaborazione con l’Aeronautica Militare, il Gruppo Lavoratori Seniores SIAI Marchetti e l’Historical Group SAVOIA Marchetti di Sesto Calende, il Museo Storico dell’Aeronautica di Vigna di Valle, il Museo Volandia di Milano oltreché Centri di Ricerca e Università che operano in questo settore.
Il Sindaco di Cori, Mauro De Lillis ha dichiarato che è necessario “realizzare un luogo che avvicini, informi soprattutto le giovani generazioni, sulla straordinaria avventura professionale di uno dei padri della storia del volo umano. Con LA MIA CHIMERA È UN SOGNO poniamo le basi del Museo Alessandro Marchetti”.
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