Washington. Nel 1949 a Washington D.C., la capitale degli Stati Uniti, i ministri degli Esteri di 12 Paesi firmarono il trattato fondativo della NATO.

La firma del trattato NATO nel 1949 a Washington
E per segnare i 70 anni dell’Alleanza Atlantica, la NATO Defense College Foundation (NDCF), nei giorni scorsi, ha organizzato la conferenza di alto livello dal titolo NATO at 70: Refocusing for Change? in collaborazione con l’Atlantic Council, Philip Morris International, Leonardo, MBDA, NATO Defense College e la National Defense University.

Un momento del convegno
Oltreoceano, la Fondazione ha riunito tra i più rilevanti esponenti americani ed europei del decision shaping per discutere in due panel lo stato di salute attuale dell’Alleanza, l’evoluzione del panorama strategico mondiale e prospettive future per le politiche di sicurezza e difesa. A chiudere i lavori, l’ex Segretario di Stato Madeleine Albright.
L’ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, presidente della NATO Defense College Foundation, ha dato il via alla conferenza sottolineando la necessità di approfittare di un anniversario tanto importante per riflettere sulle mutazioni profonde del panorama geopolitico globale e sugli adattamenti interni ed esterni che una grande alleanza quale la NATO deve mettere in atto.

Ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, presidente della NATO Defense College Foundation
“È evidente che il mondo sta cambiando velocemente, forse anche troppo velocemente, e non è più possibile vivere di glorie passate – ha spiegato l’ambasciatore -. Lo scenario internazionale sta diventando sempre più complesso e occorre pensare a un rinnovamento strutturale delle alleanze transnazionali. La frammentazione è pericolosa e, oggi più che mai, servono dei security provider in grado di contribuire ad una governance globale”.
Diverse volte nei lavori l’Italia è stata menzionata come elemento importante per la coesione interna all’Alleanza e come attore chiave per affrontare i problemi della Regione Sud della NATO: instabilità, migrazione irregolare, terrorismo, traffici illegali.
Sul problema del burden sharing l’autorevole esperto Anthony Cordesman (titolare della Cattedra Arleigh A. Burke, Center for Strategic and International Studies) ha detto chiaramente che il criterio del 2% è inutile, controproducente in termini di efficacia e politicamente dannoso.
Servono nuovi parametri basati sulle capacità espresse e non sulla spesa nominale. “Non si basa la valutazione di un’alleanza sulla sua spesa militare – ha spiegato -. Non è possibile forzare gli alleati perché arrivino a spendere il 2% senza prima cambiare la loro struttura difensiva. Noi dobbiamo essere onesti e smetterla d’intimidire gli alleati con la questione della ripartizione delle spese e stabilire una valutazione realistica della minaccia”.
Nonostante gli attacchi politici da diverse parti, oggi la NATO gode di un consenso del 75% tra gli americani e di cifre altrettanto positive tra gli europei.
Allo stesso tempo, è innegabile che l’Alleanza debba ridefinire valori e obiettivi comuni, così come rivedere le sue strategie dopo l’ultimo Concetto Strategico 2010.
A tal proposito, si è parlato in particolare di: considerare apertamente la questione della Cina, investire nelle dimensioni emergenti del cyber e dello spazio (competizione e deterrenza, protezione dei mezzi spaziali), dividere meglio i compiti strategici tra alleati in Europa e nell’Indo-Pacifico, avere Marine di Paesi europei in missione per affermare la libertà di navigazione nei punti caldi del Pacifico, allocare nuove risorse nei partenariati arabi e asiatici, tra cui l’India.
“Stiamo andando verso un mondo in cui gli Stati Uniti e i loro alleati NATO non potranno più essere gli unici fornitori di sicurezza. Occorre creare le capacità tecniche e finanziarie perché altri organismi possano fare ciò che la NATO ha fatto”, ha affermato Charles Kupchan (Senior Fellow del Council on Foreign Relations).
L’evento si è concluso con il discorso dell’ex Segretario di Stato. Madeleine Albright, che ha ribadito ancora una volta la centralità dell’Alleanza Atlantica.

L’ex Segretario di Stato. Madeleine Albright
“Sono fermamente convinta – ha spiegato – che la NATO sia ancora importante e dobbiamo assicurarci che continui a funzionare al meglio. Dobbiamo lavorare fianco a fianco con i Paesi membri, con i nostri alleati, tenendo a mente che tutto ciò che accade nel mondo finisce per essere intimamente interconnesso. È necessario spiegare alle persone, e in particolare negli Stati Uniti, che le cose che accadono all’estero hanno ripercussioni su ognuno dei nostri Paesi, e l’unico modo per affrontarle è insieme ad alleati forti”.
“A settant’anni – ha concluso – tanto le persone quanto le istituzioni hanno bisogno di un rinnovamento. Le nuove generazioni di politici avranno occasione di rinnovare le nostre promesse nel corso dell’ottava decade”.
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