Solbiate Olona (Varese). Il Corpo d’Armata di Reazione Rapida della NATO in Italia, con sede a Solbiate Olona (Varese) è stato costituito nel 2001 e, in tutti questi anni, è stato protagonista di numerose attività addestrative ed operative in Italia ed all’estero. Oggi il Comando ha la capacità di pianificare e condurre una vasta gamma di operazioni militari, cooperando con un ampio spettro di entità non militari e implementando il concetto NATO del comprehensive approach.
Report Difesa ha intervistato il Generale di Corpo d’Armata Roberto Perretti che dal 30 settembre 2016 è il comandante del Comando del Corpo di Armata di Reazione Rapida della NATO a guida italiana.
Generale Perretti, in questo momento storico cosa rappresenta per l’Italia l’NRDC?
Grazie ad una connotazione interforze acquisita negli anni, il Comando rappresenta per il Paese una preziosa risorsa nel quadro del contributo che l’Italia fornisce alle organizzazioni internazionali e, nello specifico, all’Alleanza Atlantica.
Centrale anche il ruolo che esso riveste anche in ambito nazionale, con le assunte funzioni di pivot/hub addestrativo delle Divisioni e delle Brigate dell’Esercito Italiano.
NRDC-ITA rappresenta quindi, a livello nazionale, la principale palestra nella quale addestrare i Quadri delle Grandi Unità. L’obiettivo è quello di consolidare, attraverso il ruolo guida di NRDC-ITA, le capacità di operare in ambiente multinazionale approfondendo le tematiche relative alla gestione, sviluppo e sicurezza delle infrastrutture di rete e dei sistemi/servizi informativi della NATO.
Peraltro, su indicazione del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, è stato recentemente affidato al NRDC-ITA il compito di “pivot” nelle esercitazioni “a cascata” per Comandi di Divisione, Brigata e Reggimenti, utilizzando scenari in uso in ambito alleanza e quindi facendo in modo che tutti i Comandanti e staff del nostro Esercito siano addestrati e pronti per il successivo eventuale impiego.
E come si inquadra NRDC-ITA nell’ambito della cooperazione NATO-UE?
La missione del Corpo d’Armata prevede di condurre o supportare tutto lo spettro delle operazioni, oltre che nell’ambito dell’Alleanza o di una coalizione, anche sotto la guida dell’Unione Europea.
Questa opportunità di impiego discende anche dal recente rilancio del partenariato strategico NATO-UE, che si basa sulla consapevolezza di evolvere lungo le medesime direttrici per fronteggiare minacce comuni, che vedono l’area mediterranea teatro di pericolose tensioni.
Ciò non vuol dire porre in secondo piano il tradizionale legame atlantico, oggi unico vero garante di stabilità e sicurezza comune. Anzi, “More Europe for a better NATO” è uno slogan che ricorda come un’Europa più forte sia un “valore aggiunto” per l’Alleanza Atlantica, un indirizzo politico sostenuto anche dagli USA, quando chiedono ai Paesi europei di assumersi maggiori oneri e responsabilità.
Incidono in questa convergenza anche la necessità per i Paesi europei appartenenti ad entrambe le Organizzazioni di dover attingere alle stesse forze, di dover ottimizzare l’impiego delle risorse finanziarie ed il bisogno di sviluppare nuove capacità per affrontare le sfide alla sicurezza.
Un ambito di recente collaborazione NATO-UE è stato individuato nel settore della proiezione di stabilità nelle aree di comune interesse strategico e, in particolare, nel cosiddetto “Fianco Sud”. Al riguardo la NATO, nel 2017, ha costituito a Napoli il “NATO Strategic Direction South Hub” che consente di coordinare, attraverso tale “cabina di regia”, le iniziative nell’area oltre che di condividere la conoscenza delle dinamiche regionali. In tale contesto, NRDC-ITA è impegnata concretamente nel fornire un grosso contributo all’ “Hub for the South”, proponendosi come attuatore tattico.
Quali sono le ripercussioni per l’attività di NRDC-ITA in conseguenza della contrazione delle spese per la Difesa?
È ormai risaputo che l’occorrenza e la tipologia dei possibili interventi richiedono che le unità chiamate ad operare, e tra queste NRDC-ITA, debbano essere caratterizzate da un’elevata proiettabilità ed efficacia operativa e da piena interoperabilità multinazionale, capacità che possono essere assicurate, nel tempo, solo a condizione di procedere ad un continuo ed adeguato ammodernamento dello strumento militare.
A fronte delle necessità di ottimizzare l’impiego delle risorse finanziarie assegnate, la sfida odierna è quella di riuscire a rimanere agganciati al processo di trasformazione che interessa le Forze Armate dei paesi occidentali e che costituisce il perno cui ancorare la loro reale efficacia operativa.
Tale prova può essere vinta solo passando attraverso una sempre più stretta integrazione interforze e multinazionale nell’ambito delle organizzazioni di sicurezza di riferimento, la NATO e l’Unione Europea.
Ritengo essere indispensabile questo processo, poiché rappresenta l’unico modo per affrontare le attuali e le future sfide e valorizzare le risorse disponibili mantenendo uno strumento militare efficiente, efficace, assolutamente integrato ed interoperabile.
La capacità di risposta alle crisi è una delle principali caratteristiche dell’Alleanza. Di quale tipologia di proiezione si è dotata la NATO e in quali tempi di risposta?
Nello scenario internazionale attuale, caratterizzato da complessità crescente, spiccata mutevolezza ed elevata indeterminatezza, l’Alleanza Atlantica si è dotata di uno strumento operativo con capacità ad ampio spettro atto a contrastare nel modo più efficace le diverse minacce emergenti.
Nel 2002, è stata costituita, messa a punto e poi modificata nel corso degli anni una Responce Force, la cosiddetta NRF, che rappresenta oggi un complesso multinazionale di forze addestrate, certificate e ad elevato stato di prontezza, con circa 40 mila uomini.
Essa esprime un complesso di capacità tecnologicamente avanzate, dotate di mezzi all’avanguardia, capace di schierarsi con breve preavviso come elemento di prima risposta della NATO per fronteggiare possibili minacce, sia in ambito Article 5 (Collective Defence) sia Non-Article 5 (Crisis Response Operation – NA5CRO).
La struttura di Comando e Controllo (C2) della NRF è normalmente affidata a rotazione ai Joint Force Command, e dispone di tre tipologie di forze a un diverso stato di prontezza: la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF), che costituisce l’aliquota di forze in massima prontezza, le unità costituenti l’Initial Follow-on Forces Group (IFFG), capaci di rinforzare e proseguire l’azione delle unità precedentemente schierate e il Follow-on Forces Group (FFG), che completano lo schieramento iniziale con le forze necessarie per assolvere la missione.
Queste tre strutture sono espressione del concetto di gradualità nello schieramento delle forze, che consentono all’Alleanza di disporre di “soluzioni scalabili” in funzione dell’intensità della crisi, assicurando una risposta immediata e flessibile.
Generale, qual è il ruolo che ha avuto la NRDC-ITA nell’ambito della NATO Response Force (NRF)?
Dalla sua costituzione NRDC-ITA ha condotto ben quatto cicli di stand-by NRF: NRF 3 dal 1° luglio 2004 al 31 gennaio 2005, NRF 9 dal 1° luglio 2007 al 15 gennaio 2008, NRF 16 dal 1° gennaio 2011 al 30 giugno 2011 e NRF 2018 dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018.
In quest’ultima occasione, abbiamo detenuto la responsabilità di Land Component Command (LCC) della NRF. Per tutto il 2018 sono state assegnate, oltre a quelle dipendenti, la VJTF, su base Brigata Ariete, la 12^ Brigata Meccanizzata britannica, la 9^ Panzer Brigade tedesca e le unità di supporto.
L’articolato piano d’azione predisposto da NRDC per esercitare questo ruolo ha visto il suo punto di culmine nell’Esercitazione Brilliant Ledger 2017, al cui termine è stata conseguita la certificazione di Comando “Combat Ready” idoneo a dirigere la componente terrestre della NRF da schierare per un eventuale impiego.
Conclusa la fase di preparazione, il Comando di NRDC-ITA si è concentrato nel consolidamento del livello di preparazione raggiunto seguendo diverse linee di sviluppo, che consentiranno di capitalizzare l’impegno di NRF18 anche per i fini nazionali. In particolare, le osservazioni e lezioni identificate e apprese in quest’anno impegnativo saranno utili anche a livello nazionale.
Da questo punto di partenza si potranno anche identificare spunti di carattere dottrinale orientati all’aggiornamento delle pubblicazioni, all’addestramento e formazione dei Quadri destinati a futuri impieghi paritetici.
Il livello di prontezza garantito dipende ovviamente dall’addestramento condotto. Che peso ha nella vostra attività e come si sviluppa?
Il Comando di Corpo d’Armata di Reazione Rapida, come ogni organizzazione che si prepara ad assolvere un nuovo compito, deve essere in condizione di comprendere quali siano gli adattamenti necessari ad assumerne le responsabilità. Per fare ciò, si rivela fondamentale la necessità per tutto il personale di saper cogliere le sfumature del moderno scenario e capire quali siano le minacce, potenzialmente in grado di generare instabilità nei Paesi della NATO e nel territorio europeo.
Il peso dell’addestramento è certamente preponderante, in quanto attività ineludibile per perseguire il necessario livello di prontezza operativa.
Fondamentale è, al riguardo, la condotta di esercitazioni il cui valore non si rileva esclusivamente nella mera esecuzione finale. Tutte le fasi di sviluppo di una attività addestrativa sono, allo stesso modo, estremamente impegnative e formative e si prefiggono lo scopo di capire cosa migliorare ed in che modo farlo, piuttosto che confermare solamente un piano, un concetto o una dottrina già consolidata. Considerate le risorse coinvolte, ogni opportunità deve essere sfruttata al massimo ed ogni partecipante deve prepararsi scrupolosamente, avendo chiaro il proprio compito ed il proprio ruolo.
L’approccio all’attività, quindi, deve essere onesto e produttivo, nella considerazione che non sussiste alcuna differenza tra la pianificazione di una operazione militare e quella di un’esercitazione, se non la sensibilità con cui lo staff partecipa e contribuisce al loro sviluppo ed all’apporto che fornisce nell’ambito della rispettiva condotta.
Ne discende che l’addestramento di un Comando di questa portata non sia lasciato al caso, ma risponda ad un meccanismo consolidato nel tempo che coinvolge tutto il personale dell’ente e delle unità affiliate.
Bisogna lavorare quotidianamente suIla preparazione fisica, che va perfezionata, sulla capacità di resistere allo stress e di agire in territori/ambienti difficili e ad alto rischio. Occorre, infatti, tener presente che alla nostra volontà di difendere, l’avversario contrappone la sua, volta a ledere e distruggere. Ne discende che bisogna essere molto preparati per affrontare, senza sottovalutare, chi, parimenti preparato e capace, cercherà di sfruttare ogni nostra potenziale vulnerabilità.
Il comandante, annualmente, definisce la sua vision in linea con quanto emanato dal livello strategico dell’Alleanza, identifica con chiarezza gli obiettivi del proprio livello, fornisce precise indicazioni e stabilisce le priorità. Questo è il necessario approccio in condizioni di risorse limitate. Si rivelano determinanti il sapere, il saper fare, la condivisione della conoscenza, che alimentano un ciclo virtuoso, idoneo a capitalizzare i risultati raggiunti collettivamente anche in previsione dei futuri avvicendamenti.
A completamento del programma addestrativo interno, il Comando è attivamente coinvolto nello sviluppo e nella condotta di attività in ambito nazionale ed internazionale, in aderenza al principio di mutuo supporto e reciprocità con le omologhe unità dell’Alleanza.
Tenendo presente che la condotta di esercitazioni su larga scala è limitata, a causa degli imprescindibili costi e delle ripercussioni ambientali che ne possono derivare, il ricorso ad un più estensivo uso delle opportunità addestrative fornite della simulazione in aggiunta alle tradizionali esercitazioni è premiante.
I sistemi di simulazione permettono di verificare, ricreando eventi e situazioni in tempo reale, la bontà delle decisioni prese, garantendo allo strumento militare enormi benefici, in termini di aderenza agli obiettivi addestrativi, efficacia ed economicità. Questo, però, può integrare l’addestramento live, non sostituirlo; è quindi un necessario complemento alle attività a fuoco o per posti comando, ma solo un addestramento in condizioni di reale fatica mentale e fisica può prepararci alla missione.
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