Alpini: un museo a Trento racconta la lunga, gloriosa storia di un Corpo nato nel 1872

Di Fausto Vignola

Trento. L’Altura del Doss è un luogo di incontro di tanti episodi della storia e della cultura del capoluogo trentino testimoniati, tra l’altro, da recentissimi ritrovamenti preistorici, da ciò che resta di sepolture longobarde e di una basilica paleocristiana che si fondono nell’armonia della natura con il Mausoleo dedicato a Cesare Battisti ed il Museo Nazionale Storico degli Alpini.

L’entrata al museo di Trento

Mi accolgono all’ingresso il Direttore, Tenente Colonnello Giulio Lepore, Alpino Paracadutista, ed il Generale del Ruolo d’Onore Stefano Basset, anch’egli Alpino e decorato al Valor Militare, precedente direttore ed oggi appassionato consulente storico del museo.

La visita comincia ancora prima di raggiungere il complesso espositivo, percorrendo la monumentale via di accesso, realizzata in buona parte in galleria negli anni ’40 dal personale delle Truppe Alpine, esclusivamente in servizio.

Ciò che oggi ci troviamo davanti è frutto di una importante opera di ristrutturazione e riqualificazione e che ha visto la partecipazione sinergica del Ministero della Difesa, della Provincia Autonoma e del Comune di Trento nonché dell’Associazione Nazionale Alpini, (ANA) a testimonianza del radicamento delle Truppe Alpine nel tessuto sociale.

Pochi dati bastano a riassumere l’importanza del progetto che, attraverso la realizzazione di nuovi ambienti, ha permesso l’espansione dell’area museale da 250 metri quadrati. agli attuali 1.100.

Una delle sale espositive del museo

Il sistema espositivo, originariamente concepito come una visita ad una collezione di cimeli e ricordi, è stato completamente rivoluzionato.

Entrare nel museo significa essere coinvolti in un viaggio multimediale attraverso il quale toccare con mano la storia dei nostri soldati di montagna per giungere, attraverso ambienti sempre diversi, all’attualità e al futuro del Corpo.

Nell’accogliente e moderna area di ingresso è possibile scaricare un App che permette di seguire la visita con il proprio smartphone.

In ogni caso, ad ogni postazione sono disponibili schermi multimediali dai quali attingere notizie particolarmente accurate tanto da “sorprendere” anche i navigati appassionati del settore.

Un totem telematico, inoltre, fornisce informazioni storiche e ambientali dell’area allargando così la visione d’insieme e dando vita ad un percorso culturale organico.

L’accesso al museo avviene attraverso gli ambienti originari, abilmente integrati nella nuova struttura, segno di continuità e tradizione.

Si passa infatti da una splendida esposizione cronologica di uniformi, al Sacrario, ove sono scolpiti nel marmo i nomi degli Alpini che nel tempo sono stati decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Gli Alpini hanno partecipato a numerosi eventi bellici nel corso della loro lunga storia

Un masso del Monte Grappa è posto al centro della sala a ricordo dei Caduti.

Il tutto è collegato idealmente da opere di Paolo Caccia Dominioni, Geniere Alpino ed eroe della battaglia di El Alamein, che nell’immediato dopoguerra ha dedicato un decennio della sua vita alla ricerca dei caduti dispersi su quell’immenso campo di battaglia e alla loro tumulazione nel Sacrario da lui progettato.

Si tratta di grandi affreschi realizzati sulle pareti, per ammirarli bisogna alzare lo sguardo, un semplice gesto tipico dell’Alpino che durante la marcia guarda in alto cercando il punto d’arrivo, la vetta.

L’Alpino in movimento è il nome dell’ampia area successiva, dove si ha la percezione di come le truppe alpine si sono costantemente aggiornate e adeguate ai mutamenti delle tecniche di combattimento.

Immancabile il simulacro del mulo, compagno fedele di tante missioni che è andato in pensione solo pochi anni fa superato dall’avvento della tecnologia, ben rappresentata dai numerosi mezzi meccanici esposti.

il simulacro del mulo, compagno fedele di tante missioni andato in pensione solo pochi anni fa

Armi, slitte provenienti da vari fronti, sci di diversi modelli ed altri materiali si incontrano lungo il percorso che, passando da un angolo dedicato all’ANA, custode della memoria, si inoltra nel settore dedicato alla quotidianità, dove la ricostruzione di un posto letto ricorda i momenti tipici della vita di caserma.

Particolarmente interessante, poi, la presenza di un obice da 105/14, un prodotto italiano che risulta ancora competitivo nonostante i suoi oltre 60 anni di servizio.

Il pezzo è in uso in numerosi Eserciti del mondo e nei nostri Reggimenti di Artiglieria da montagna.

Il museo è stato strutturato per soddisfare gli interessi di numerose categorie di visitatori: innanzitutto i giovani, ai quali sono rivolti alcune specifiche zone, gli appassionati di storia e i semplici curiosi che forse per la prima volta si avvicinano a tematiche di carattere militare.

Una deviazione del percorso ci porta in biblioteca, oggi in via di riorganizzazione, il cui punto di forza, oltre ai numerosi testi tematici, consiste nei documenti storici relativi a fatti d’arme o singole vicende personali.

Oltre al lavoro del personale del museo, l’alimentazione di questo importante archivio si deve al contributo di singoli cittadini, appassionati, vecchi Alpini che, attraverso le loro donazioni, concorrono a comporre il mosaico della storia del Corpo.

Fondati nel 1872 per difendere i nostri confini montani – a breve si terranno le celebrazioni del 150° – gli Alpini si sono sempre distinti per spirito di corpo, attaccamento al dovere ed abnegazione.

Arruolati nelle vallate alpine, conoscitori “di default” della montagna, sono stati grandi protagonisti della Guerra Bianca nel corso della Grande Guerra – attività peraltro ritenuta impossibile fino quel momento – ma hanno saputo distinguersi anche in aree non usuali per le loro procedure operative come le sterminate pianure del Don o gli assolati altopiani africani.

La loro evoluzione ha coniato una nuova e magari forse meno romantica definizione: Truppe Alpine, che ne testimonia la natura pluriarma ovvero la nascita di specifici reparti, fra i quali artiglieri, genieri, paracadutisti, che progressivamente si sono aggiunti al nucleo originario per rendere sempre più efficiente la presenza di questi soldati in ambiente montano.

Alpini in addestramento

Il tour si conclude con un’interessante esposizione riepilogativa delle numerose missioni di pace che hanno visto la partecipazione delle Truppe Alpine.

Mozambico, Bosnia, Libano, Afghanistan sono alcuni dei tanti teatri dove le penne nere hanno ancora una volta affermato il loro impegno e la loro dedizione con la forza di chi sa affrontare le asperità della montagna.

 

 

Alla fine del percorso, il paracadute di un alpino paracadutista del Battaglione Monte Cervino, erede dei gloriosi sciatori, ci conferma ancora una volta che l’alpino è sempre in movimento, pronto a cogliere la sfida dei tempi attraverso nuovi materiali e nuove tattiche pur mantenendo salda la tradizione.

 

Per info e contatti: 

Museo Nazionale Storico degli Alpini – Via Brescia 1 – Trento 

Sito Web: museonazionalealpini.it

Contatti: telefono e fax. 0461827248 – mail: museoalpini@libero.it

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore