Roma. L’Arma dei Carabinieri e la FAO hanno sottoscritto, oggi, un accordo di collaborazione per proteggere l’ambiente e la biodiversità, favorire la gestione sostenibile delle risorse selvatiche e a tutelare le foreste, incluso la lotta alla deforestazione illegale.
L’intesa è stata firmata dal comandante Generale dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette e dal direttore generale della FAO, José Graziano da Silva.
Il nuovo accordo di cooperazione fa seguito all’assorbimento da parte dell’Arma dei Carabinieri del Corpo Forestale dello Stato nel gennaio 2017, un assorbimento che ha fatto ricadere sull’Arma le responsabilità in materia di tutela delle foreste e delle risorse ecologiche italiane, oltre al compito di contrasto alle attività agroalimentari illecite.
La partnership con la FAO intende facilitare e rafforzare lo scambio di expertise e di conoscenze tecniche, a favorire lo sviluppo delle capacità istituzionali e il mutuo scambio di tecnologie ed esperienza.
“L’accordo di oggi darà nuova forza alla già solida collaborazione della FAO con l’Arma dei Carabinieri e in particolare con l’ex Corpo Forestale dello Stato – ha affermato da Silva -. Per affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici, la prevenzione è la cosa migliore che possiamo fare. Questo è fondamentale per preservare le risorse forestali, l’ambiente e la salubrità alimentare, in breve, per affrontare il tema dell’insicurezza alimentare, che è il nostro mandato globale”.
“Siamo consapevoli dell’importanza della FAO nel mondo e delle sue competenze tecniche – ha sottolineato il generale Del Sette -. I Carabinieri sono la prima polizia a firmare un accordo con la FAO e siamo orgogliosi di mettere a disposizione della FAO le nostre competenze per contribuire alla protezione dell’ambiente e della biodiversità, alla gestione sostenibile delle risorse della fauna selvatica e alla salvaguardia delle foreste”.
Secondo l’accordo firmato oggi, iniziative congiunte FAO – Carabinieri potranno includere lo scambio di esperti, corsi di formazione e visite di studio, seminari e conferenze congiunte, scambio di conoscenze tecniche e informazioni. Le iniziative andranno a beneficio di funzionari statali, anche di paesi terzi e potranno coinvolgere soggetti non statali come ONG, organizzazioni della società civile, università e centri di ricerca, il settore privato, organizzazioni di produttori e cooperative.