Argentina: Guerra delle Malvinas, il ricordo di Juan Carlos Treppo. Il Gendarme dal cuore italiano raccontato dal nipote Walter Nicolas

Di Gerardo Severino* 

Buenos Aires (nostro servizio particolare). In un precedente articolo pubblicato su questo quotidiano avevamo fatto cenno ai tanti soldati, marinai e avieri di origini italiane caduti durante la guerra delle Malvinas, molti dei quali rimasti per anni sepolti in fosse comuni presso il cimitero di Darwin.

Soldati argentini nella guerra per Malvinas

Fra questi, non lo avevamo precisato in quella circostanza, anche se ne avevamo riportato il nome, vi fu anche il Gendarme Juan Carlos Treppo, un giovane 25enne che sacrificò la propria vita a centinaia e centinaia di chilometri dalla sua Patria di nascita, la provincia del Chaco, ove da anni si era insediata la sua famiglia, una volta trasferitasi dal Friuli.

Il Gendarme Juan Carlos Treppo

Attraverso il ricordo della sua figura, ricostruita anche grazie alla testimonianza di tutti i suoi numerosi fratelli e sorelle, ma soprattutto del nipote, Walter Nicolas Treppo, attualmente allievo presso la Scuola Ufficiali “Grl. Martín Miguel de Güemes” della stessa Gendarmeria Nazionale, vogliamo, con questo modesto contributo, ricordare tutti i militari argentini e inglesi che purtroppo irrorarono col loro sangue le lontane isole dell’Arcipelago, consapevoli di averlo fatto in omaggio ai propri doveri.

Il Gendarme Juan Carlos Treppo (1957 – 1982).

Abbiamo scelto la figura di Juan Carlos Treppo onde onorare i tanti soldati, marinai, avieri e gendarmi Italo-Argentini caduti alle Malvinas al di là del suo cognome, volendo sottolineare una circostanza poco nota, la stessa che, almeno a nostro avviso, ne fece un vero eroe.

Pochi sanno, infatti, che nel maggio del 1982 il Gendarme Treppo non avrebbe dovuto prendere parte a quella rischiosa Guerra, alla quale era stato destinato un altro militare in servizio presso lo stesso Squadrone, un Gendarme che aveva un figlio piccolo e la moglie incinta, uno dei tre che avrebbe dovuto mobilitare il reparto di stanza a Las Lajas.

Juan Carlos Treppo in una foto giovanile appena arruolato nella Gendarmeria Nazionale Argentina

Il giovane Treppo non riuscì a quel punto a contenere la sua audace nobiltà d’animo, la stessa che lo avrebbe spinto a maggior gloria della Patria.

Il Gendarme Treppo chiese, quindi, all’ufficiale che comandava lo Squadrone di potersi offrire volontario, sostituendo così il suo compagno all’appuntamento con la morte.

Tutto questo da parte di un giovane di appena 25 anni.

Ebbene, Juan Carlo Treppo era nato a Cancha Larga, nei pressi di La Leonesa, capitale del Dipartimento di Bermejo, nella provincia del Chaco, il 28 marzo del 1957, primogenito di Eduardo Treppo, il quale in seguito metterà su una nutrita nidiata composta da ben 10 figli (Norma, Irene, Luis, Ana Maria, Eduardo, Nelson, Liliana, Triel e Adriano), cresciuti in seguito tutti all’ombra della madre, rimasta vedova anzitempo.

La famiglia Treppo, il cui capo era un trattorista in servizio presso una piantagione di zucchero, era originaria del Friuli Venezia Giulia, esattamente di Sedilis, l’antico borgo che la famiglia di Giuseppe Treppo e Anna Disint aveva abbandonato, agli inizi del Novecento in cerca di fortuna in Argentina.

Abituato ai sacrifici fin da ragazzo, tanto che ogni giorno, camminava per circa 5-10 chilometri, tornando da Scuola, per portare il pranzo al padre, a nove anni già era capace di guidare il trattore, mentre a 13 era un provetto autista di camion.

Dopo aver frequentato il terzo anno di Scuola Tecnica intraprese il mestiere di camionista.

Secondo le testimonianze dei fratelli e delle sorelle, Juan Carlos prima di arruolarsi nella Gendarmeria Nazionale aveva servito dapprima nella Marina Mercantile, per poi assolvere agli obblighi militari tra le fila dell’Esercito, presso il quale fu brevettato tiratore scelto e, infine, Cacciatore di Montagna.

Assunto presso la Prefettura di Zarate – Brazo Largo nel gennaio del 1980 egli entrò, quindi, a far parte della Gendarmeria Nazionale, frequentando successivamente il corso di “Commando”, riportando peraltro ottimi voti, presso lo stesso Escuadrón 14 di Las Palmas.

 

La tomba di un soldato argentino ignoto (Guerra delle Malvinas – 1982)

Nel 1981 lo troviamo in servizio a Las Lajas, capoluogo del Dipartimento di Pichunches, nella Provincia di Neuquén, ove dal 1941 operava uno speciale Squadrone di tale Corpo di Polizia. Fidanzato con una sua conterranea, Juan Carlos Treppo non ebbe, molto probabilmente, la possibilità di salutare né lei, né la sua famiglia rimasta a vivere a La Leonesa e alla quale il Gendarme non aveva raccontato nulla riguardo alla sua decisione di andare in guerra.

La sua giovane vita si sarebbe spezzata il mattino del 30 maggio 1982, allorquando, durante il trasferimento in volo della sua squadra, a bordo di un elicottero “Puma” dell’Esercito Argentino, nei pressi del Monte Kent, un razzo inglese partito da un Sea Harrier colpì in pieno il velivolo.

L’elicottero prese fuoco al contatto con il suolo, esplodendo subito dopo.

Morirono in quella circostanza, oltre a Juan Carlo Treppo, anche il Primo Tenente Ricardo J. Sánchez, il Sottotenente Guillermo Nasif, i Caporali Mariano Verón, Víctor S. Guerrero e Carlos I. Pereyra, i cui corpi furono poi sepolti in una fossa comune presso il cimitero di Darwin.

Juan Carlos Treppo nel ricordo di suo nipote, Walter Nicolas Treppo.

Grazie ad una speciale autorizzazione concessaci dal Direttore Generale/Comandante Generale della Gendarmeria Nazionale Argentina, il Signor Generale Andrés Severino, che ringraziamo di vero cuore, abbiamo avuto il piacere di intervistare a distanza l’allievo ufficiale Walter Nicolas Treppo, figlio di Walter Adrian, uno dei nove fratelli del nostro Eroe.

Erede anche lui della famiglia friulana trapiantata nel Chaco, Walter Nicolas si accinge a breve ad intraprendere la professione di ufficiale della “Fuerza”, come generalmente viene citata la G.N.A., ma certamente con uno spirito diverso rispetto ai suoi camerati.

Il cadetto Treppo davanti al busto che ricorda il Generale De Guemes

Abbiamo, quindi, rivolto a lui le seguenti domande.

Walter, quanto ha pesato per lei il doversi chiamarsi Treppo e sapere che nelle sue vene scorre sangue italiano?

Credo che sia stato un peso positivo portare questo cognome, oltre alla storia e a ciò che racchiude, ha alcune “responsabilità” cioè quelle di tenere presenti i valori che sono stati inculcati di generazione in generazione, che sono i pilastri della famiglia. E sapere che sono discendente di italiani è un sentimento soddisfacente, poiché sono un ammiratore della storia e della cultura italiana.

Ha mai visitato l’Italia?

No, però è uno dei miei obiettivi futuri quello di poter viaggiare, conoscere l’Italia e palpare di persona tutta la storia e la cultura che ha questo Paese e che seguo da giovanissimo.

Perché ha scelto di entrare a far parte della “Centinela de la Patria”?

Sono cresciuto con le storie di vita della mia famiglia, a volte felici altre tristi, nelle quali era sempre presente mio zio e quello che faceva, quello è stato il motore per il quale diversi membri della famiglia sono entrati nella Fuerza fino ad oggi.

Il cadetto Walter Nicolas Treppo

È stato per questo e per il sentimento di voler servire il mio Paese che ho deciso di unirmi ed essere una Sentinella della Patria e abbracciare questo stile di vita.

L’eroismo di suo zio, Juan Carlos è certamente motivo d’orgoglio, ma è anche una condizione impegnativa per chi, come lei, porta il suo stesso nome nella Gendarmeria. Cosa ne pensa?

Diverse volte mi è stato detto di quanto potrebbe essere gravoso il peso che porto sulle spalle a causa del mio cognome, ma io non l’ho mai visto in questo modo. Sia per me che per ogni membro della nostra famiglia è un grande orgoglio e responsabilità portare il cognome Treppo e molte volte ci dà la forza per migliorare e mantenere i valori che ogni giorno ci sono stati inculcati, oltre a la responsabilità di esaltarlo, come ha fatto lui.

Cosa ha provato quando ha saputo che i resti mortali di Juan Carlos erano stati finalmente riconosciuti dai periti?

Il mio sentimento è coinciso con quello provato da mio padre e dai miei zii, avendo oggi la certezza che lui è lì, alle Malvinas con i suoi compagni; prima, sulle Isole, quando ci andarono i miei zii, si doveva pregare nei pressi della Croce Maggiore, mentre oggi vi è finalmente una tomba identificata dove potranno deporre un fiore e ricordarlo.

Spera di andare un giorno alle Malvinas per posare un fiore sulla tomba di Juan Carlos?

Sì, mi piacerebbe. Sarebbe un’opportunità arricchente, un misto di sentimenti quando avrò la possibilità di camminare sulla terra dove riposa mio zio Juan Carlos.

Il ricordo indelebile del Gendarme Treppo e la riconoscenza della Patria Argentina.

L’eroismo di Juan Carlos Treppo e dei suoi compagni caduti assieme a lui alle Malvinas non è stato mai dimenticato dalla Nazione Argentina, la quale gli conferì alla memoria la “Medaglia della Nazione Argentina per i Morti in Combattimento”.

ll settore argentino del Cimitero di Guerra delle isole Malvinas

In seguito gli è stato intitolato il glorioso Escuadrón n. 31 della Gendarmeria Nacional, a Las Lajas, ove Juan Carlos prestava servizio prima dello scoppio del conflitto dell’82. Il 23 agosto del 1994, il Decreto n. 1.459/94 ha ricompreso, poi, il suo nome fra i militari della Gendarmeria Nazionale ai quali fu concessa la promozione straordinaria “post mortem” per meriti di guerra al grado superiore, a far data proprio dal fatidico 30 maggio 1982.

Nel 1998, con la Legge nazionale 24.958/98 promulgata il 3 aprile di quello stesso anno, anche Juan Carlos Treppo fu proclamato “Eroe Nazionale”.

Anche la sua Patria d’origine, La Leonesa ha voluto onorarne la figura intitolandogli un’apposita Calle. Porta il suo nome anche la “Escuela de Cadetes” della “Sociedad de Bomberos Voluntarios” (vigili del fuoco volontari) di Glew, una cittadina della provincia di Buenos Aires facente parte del partido di Almirante Brown.

Nel novembre del 2017 è stata intitolato alla sua memoria lo Squadrone “A” degli Aspiranti Gendarmi presso il celebre “Instituto de Capacitaciòn Especializada Cabo Juan Adolfo Romero”, con sede in Mercedes (Buenos Aires), come documenta un’apposita targa scoperta nella relativa Piazza d’Armi della Caserma.

Lo stesso è accaduto agli inizi di dicembre del 2020, presso la Caserma sede del 14° Escuadrón, a Las Palmas, ove alla presenza dei fratelli, delle sorelle e dei nipoti gli è stata intitolata la Piazza d’Armi. Come è stato già ricordato nel precedente articolo, nella metà di settembre dello scorso anno, grazie ad una sorella di Juan, Liliana, detta Lili, è stato possibile, da parte degli esperti forensi, identificare i suoi resti mortali, i quali nel 1982 erano stati tumulati nella fossa multipla C.1.10 del Cimitero Militare di Puerto Darwin.

Lilli ha fornito, infatti, il sangue necessario per ricavare il DNA richiesto dai tecnici di laboratorio per le relative analisi genetiche.

Dal settembre 2021, dunque, anche i familiari di Juan Carlos, primo fra tutti il suo orgoglioso nipote, Walter Nicolas potranno avere finalmente la gioia di porre un fiore sulla sua tomba, una delle tante contraddistinte da una croce bianca, una delle tante illuminata dal sole quasi a voler richiamare l’attenzione generale quale monito indelebile contro la guerra, il peggior rimedio seguito dall’uomo per risolvere le controversie fra i popoli, anche laddove fossero motivati da giuste rivendicazioni, come lo era, lo è e lo sarà per sempre la restituzione delle Malvinas all’Argentina, cui appartiene da sempre.

*Colonnello (a) Guardia di Finanza. Storico Militare

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