Argentina: Il calabrese Marcelo Barbieri da comandante della Gendarmeria nazionale a pioniere della radio-televisione del Paese sud americano

Di Gerardo Severino*

BUENOS AIRES (nostro servizio particolare). Nella seconda metà degli anni Cinquanta, in quelli che furono gli albori della televisione in Argentina, un ruolo preminente lo avrebbe assunto il Generale in pensione Marcelo Barbieri, ex Direttore Generale e, quindi, Comandante Generale della gloriosa Gendarmeria Nazionale Argentina (GNA).

Apparato radio in uso alla Gendarmeria Argentina nei primi anni ’60

Il quale, già prima di entrare nella Fuerza, nel 1938, si era occupato di Telecomunicazioni nell’ambito dell’Esercito, fra l’altro laureandosi anche in Ingegneria elettronica.

Il Barbieri, figlio di emigrati italiani originari della Calabria, dopo il congedo dalla GNA (la quale gli ha dedicato la Sala n. 2 del suo prestigioso Museo Storico, a Buenos Aires) si dedicò completamente alla tecnologia elettrotecnica e a quella elettronica in generale e alla televisione in particolare, divenendo così il precursore delle prime trasmissioni delle varie emittenti private, come approfondiremo meglio nell’apposito capitolo.

Quella che segue è la sua vicenda umana e professionale.

Da ufficiale dell’Esercito a Comandante della Gendarmeria

Marcelo Barbieri nacque a Buenos Aires il 10 gennaio del 1915, a pochi mesi dunque dall’inizio della “Grande Guerra” che ben presto avrebbe dilaniato l’Europa intera, figlio di Beniamino e di Rosa De Brasi, entrambi emigrati italiani provenienti dalla Calabria (la madre era nativa di Bonifati, in provincia di Cosenza).

Il Generale Marcelo Barbieri

Non abbiamo particolari notizie riguardo ai suoi primi anni di vita, ma possiamo ipotizzare che il giovane Barbieri abbia avuto la possibilità di studiare, prima di decidere di arruolarsi nell’Esercito Argentino, attorno al 1935.

E sarebbe stato proprio sotto le armi che il nostro protagonista, divenuto ufficiale, s’appassionò così tanto di tecnologia applicata sia all’elettrotecnica che all’elettronica, tanto da entrare a far parte della specializzazione delle Comunicazioni, specialità che presso le Forze Armate italiane è ancora nota col termine di “Trasmissioni”, sino a qualche tempo fa facente parte dell’Arma del Genio [1].

Nel 1938, allorquando, alle dipendenze dello stesso Ministero della Guerra, fu istituita la Gendarmeria Nazionale, il Barbieri vi fu trasferito e contestualmente nominato capo della Sezione Comunicazioni, la quale avrebbe gestito a livello nazionale il “Servizio Radio” della Fuerza.

La Specialità delle Comunicazioni aveva avuto origini nel corso dello stesso anno, quando al Colonnello dell’Esercito Argentino, Don Ernesto Taquini fu chiesto di preparare un progetto onde realizzare una rete di comunicazioni radio propria della Gendarmeria.

A tal fine, per la realizzazione pratica del progetto, fu trasferito alla Fuerza proprio il nostro Marcelo Barbieri, allora Tenente della Riserva, il quale in quel frangente prestava servizio presso la Fabrica Materiali per le Comunicazioni dello stesso Esercito.

La Sezione Comunicazione della GNA iniziò ufficialmente a funzionare il 14 novembre dello stesso 1938. Da quella data in poi il Barbieri avrebbe lavorato alacremente onde assicurare al Corpo di Polizia un sistema di comunicazioni radio moderno, agile e soprattutto dinamico: una rete che consentisse ai reparti territoriali di poter ottenere, in tempi rapidi e soprattutto sicuri, le informazioni necessarie, sia sul fronte operativo che su quello amministrativo.

Sempre alla ricerca di nuovi spunti per i suoi studi, Marcelo Barbieri ottenne dal Direttore Generale della GNA di potersi recare in missione nei Paesi vicini, onde potersi confrontare sia con gli omologhi Corpi di Polizia che con gli Enti preposti alla Comunicazione.

A tal riguardo, tanto per citare degli esempi calzanti, lo troviamo in missione a Montevideo già nell’agosto del 1947, tornandoci successivamente nel settembre dell’anno seguente [2].

In verità, il nome di Marcelo Barbieri sarebbe stato presto associato alla stessa storia delle Comunicazioni radiofoniche Argentine.

Il ruolo dapprima di Capo del Servizio Trasmissioni e, dal 1951, di Direttore delle Comunicazioni nell’ambito della GNA non fu, infatti, esclusivo, tant’è vero che già nel 1945 lo troviamo, da “Comandante Ispettore”, anche Direttore delle Radiocomunicazioni della Repubblica, così come di altri organismi riconducibili al variegato mondo delle Comunicazioni [3].

Ne abbiamo testimonianza anche dal seguente articolo, pubblicato su di una nota rivista dell’epoca, edita a New York, nel quale si rende nota una sua visita presso la Stazione CIDRA di Cuyo, nell’Argentina Centrale e di Hurlingham, in provincia di Buenos Aires: “Il Comandante Marcelo Barbieri, Direttore delle Radiocomunicazioni dell’Argentina, è stato ospite della Compagnia International de Radio S.A. ad aprile, quando ha visitato l’ufficio di controllo terminale radio della compagnia a Cuyo e la stazione trasmittente di Hurlingham. Guidato da R.H. Scott, General Manager di CIDRA, e F. W. Grant, Ingegnere impiantista, e accompagnato da E.N., esperto di Radiocomunicazione, il Comandante Barbieri ha visitato le installazioni. Essendo lui stesso un tecnico, ha mostrato grande interesse per l’apparecchiatura del terminale di controllo e per il trasmettitore Hurlingham” [4].

La sua fulgida carriera lo avrebbe portato ben presto a scalare le vette del giovane Corpo di Polizia, tanto è vero che nell’agosto del 1955 (con decreto n. 12.466), appena quarantenne lo troviamo già Direttore Generale/Comandante Generale della GNA, al posto del primo titolare di tale importantissima carica, il Generale di Brigata Manuel M. Calderon.

Il Generale Barbieri – che è stato il primo Comandante Generale proveniente dalla stessa Fuerza – avrebbe mantenuto tale Comando sino al 1959, anno in cui fu sostituito e, quindi, posto in congedo dal Corpo.

Marcelo Barbieri, Pioniere della Televisione pubblica e privata in Argentina (1959 – 1968)

Già al tempo in cui il Barbieri era a Capo del Servizio Trasmissioni della GNA era nata l’amicizia con Fernando Pérez Paz, un imprenditore di Jujuy (Nord dell’Argentina) protagonista della storia della Televisione, noto per aver fondato, nel 1966, la “Sociedad Radio Visión Jujuy”.

La Radiostazione Agrumis della Gendarmeria Nazionale Argentina nei primi anni dell’istituzione della Fuerza

I due avrebbero operato in tale settore e con ottimi risultati già a partire dai primi anni ’50, quando l’ufficiale della Gendarmeria aveva iniziato a cimentarsi anche nella fabbricazione di antenne radio e di apparati di trasmissione professionali, in seguito destinati ad operare all’interno del Paese, presso le varie emittenti private.

Alcuni biografi di Marcelo Barbieri ricordano che il Generale, dopo un delicato intervento chirurgico al quale fu sottoposto, nel corso della lunga convalescenza, anziché seguire le prescrizioni mediche che lo invitavano a dedicarsi al completo riposo, non riuscendo a starsene “con le mani in mano”, si dedicò anima e corpo alla sua vera passione: l’elettronica.

Ciò lo avrebbe spinto verso il mondo televisivo, che allora in Argentina era ancora in una fase di studio e assestamento generale, dopo i primi risultati raggiunti a partire dal 1951.

Grazie alla collaborazione di altri amici tecnici, Marcelo Barbieri avrebbe ben presto contribuito alla diffusione della Televisione anche all’interno del Paese.

Grazie, infatti, alle sue sperimentazioni, il segnale televisivo fu accolto con ottima visione e sonoro anche nei luoghi più remoti della “Grande Buenos Aires”, come viene definita l’estesa provincia.

Grazie a Stazioni emittenti televisive a bassa potenza, come quella da lui utilizzata nei primi esperimenti, i principali centri dell’interno della Provincia, ove furono installati ripetitori posti in luoghi strategici, fecero finalmente conoscenza con la “scoperta moderna”, peraltro potendo “catturare” sui propri teleschermi i programmi irradiati dalle Televisioni operanti presso le più grandi città dell’Argentina.

Fu così che il 5 novembre del 1959, la Direzione Generale delle Telecomunicazioni del Ministero delle Comunicazioni concesse al Generale Barbieri la prescritta licenza per installare la “Stazione sperimentale LU1B”, autorizzando lo stesso ad effettuare prove di emissione, sia video che sonora, sulle frequenze di 211,25 e 215,75 Mc/s, che corrisponde al canale 13, tutti i giorni dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 22.00.

La Stazione risultò composta da due telecamere per lo studio e una per il cinema; da una consolle con due monitor di anteprima e uno per i mixer-amplificatori video “air”; da un impianto audio di basso livello con due ingressi microfonici, uno per pickup e uno per linea, con unità associate per pitch correction e preenfasi; un power frame contenente il generatore di sincronizzazione principale e dodici alimentatori per le telecamere e la console; un rack RF con il trasmettitore video e il trasmettitore audio; due antenne di tipo Corner-Reflector con guadagno di 8,5 dB sul piano orizzontale e scatole di interconnessione e tubi flessibili delle unità.

La potenza irradiata del video era di 125 watt e quella del suono di 80 watt.

Unico handicap fu rappresentato dalle antenne, le quali non fu possibile posizionarle come si sarebbe voluto, poiché furono installate ad appena 33 metri sopra il livello stradale, purtroppo nelle vicinanze di edifici molto più alti.

Le caratteristiche dell’emissione erano: 525 righe; frequenza di linea 15.625; 50 campi; larghezza canale 6 Mc/s; separazione tra video e audio 4,5 Mc; modulazione video negativa; e modulazione del suono FM con più/meno 25 Kc/s di escursione.

L’emittente si prestava a trasmettere i propri programmi con numeri in diretta o cinema e anche a funzionare come “ripetitore” o “slave” per un’altra emittente.

Durante le trasmissioni sperimentali furono ottenute informazioni di ricezione soddisfacenti a distanze variabili tra 6 e 15 chilometri.

La Stazione televisiva sperimentale ebbe modo di ripetere nuovamente le prove di trasmissione nel mese di marzo 1960, ma questa volta con una potenza di trasmissione che raggiunse i 500 watt.

Riassumendo, tra il novembre e il dicembre del 1959, il Generale Barbieri costruì, dunque, una prima Stazione Televisiva trasmittente “sperimentale” (denominata per l’appunto LU1B) di media potenza, ottenendo dal Ministero delle Comunicazioni il permesso temporaneo per “andare in onda”.

Godendo della collaborazione di non pochi amici, fra i quali i tecnici radiofonici A. Vilches, J. Vila e R. Rodríguez, che lo coadiuvarono soprattutto nella parte ricevente, il Barbieri allestì la Stazione trasmittente proprio al centro di Buenos Aires, nella sua abitazione privata in Avenida Sarmiento 2519 (Quartiere Palermo), irradiando il segnale attraverso il Canale 13.

In seguito sarebbe nata proprio la TV denominata “Canale 13”.

Il Generale Marcelo Barbieri – non lo avevamo ancora scritto – è stato anche il vero pioniere della radiotelefonia argentina, ai cui successi egli aveva contribuito sia come militare in servizio, che come membro di molte Associazioni radioamatoriali, quali “Radio Club”, “Centro Televisivo”, “Centro Veterani” e così via.

I rapidi successi conseguiti anche attraverso i brevetti da lui registrati lo convinsero a dar vita ad una vera e propria azienda elettronica, con la quale si diede sia alla fabbricazione che all’installazione di antenne trasmittenti televisive, le prime delle quali furono ideate per le note Televisioni “Canale 12”, operante a Córdoba  [5], assemblata nell’aprile 1960, “Canale 8”, a San Juan, installata nel marzo 1964 e “Canale 7”, a Santiago del Estero, eretta nel luglio del 1965.

Straordinario, poi, sarebbe stato il suo ruolo di esperto e collaboratore nell’ambito dell’intero settore della Radio-filodiffusione e Televisione nazionale, tant’è vero che, allorquando il 18 aprile del 1960 fu lanciato il celebre “LV81” di “TV Channel 12” di Córdoba, il primo canale aereo provinciale, mentre i partner principali della Telecor privata furono Marcos Ordóñez, Juan Carlos Salazar e José Bonaldi, la consulenza tecnica fu affidata proprio al nostro Generale Marcelo Barbieri.

A tal riguardo è doveroso ricordare che il citato Telecor è stato il secondo canale televisivo nazionale che l’Argentina ha avuto, dopo la fondazione di Channel 7 a Buenos Aires nel 1951.

Rammentiamo a tal proposito che il 1951 vide la nascita della “Televisión Pública Argentina”, che fece dell’Argentina il Paese sud americano tra i primi al mondo a dotarsi di un servizio televisivo regolare.

Grazie ad esso i segnali televisivi ebbero modo di raggiungere varie località dell’Argentina, compresa l’allora lontanissima Olavarría, sempre in provincia di Buenos Aires, ove lo stesso Barbieri montò una Stazione ricevente la lui stesso acquistata, già usata e obsoleta, durante un suo viaggio in Europa.

Il buon rapporto tra la dirigenza di “Radio Visión Jujuy” e Marcelo Barbieri avrebbe portato alla firma di un contratto per l’installazione dell’antenna principale di “Channel 7”, che si dimostrò un ottimo prodotto, nonostante la tecnologia d’allora fosse ancora mossa da concetti primordiali, ovviamente se li rapportiamo alle esperienze attuali. Il Generale Barbieri non si fermò certo alla sola esperienza in Argentina.

Egli fu un professionista ad ampio spettro, tant’è vero che amò confrontarsi anche con altre realtà e con altri Paesi, come accadde nella primavera del 1963 allorquando compì un viaggio in Brasile, sicuramente non di piacere, conoscendo la sua curiosità verso le nuove tecnologie.

In quella circostanza, nella relativa “Carta Turistica” rilasciata dall’autorità Consolare Brasiliana onde recarsi a Rio de Janeiro risulta di professione ingegnere, con indirizzo in Calle Teodoro Garcia, 2278, ovviamente sempre a Buenos Aires. Attorno al 1965, Marcelo Barbieri era ormai assurto all’apice della sua carriera, sia come funzionario pubblico nell’ambito del Ministero delle Comunicazioni che come grandissimo esperto del settore radio-televisivo.

Il visto turistico di Marclo Barbieri

Così si scrisse di lui su di un Bollettino d’Informazioni statunitense: “Negli ultimi dieci anni il Direttore del Segretariato delle Telecomunicazioni di Buenos Aires, il Capo del Dipartimento del Materiale di Comunicazione che è anche il Direttore Generale del Traffico nel Ministero dell’Aeronautica, il Direttore della radiodiffusione pubblica e privata, membro del Consiglio di Amministrazione di un’emittente televisiva di Buenos Aires, capo del traffico della Direzione Generale delle Telecomunicazioni, è l’ingegnere delle telecomunicazioni Marcelo Barbieri di Buenos Aires, redattore e corrispondente politico, interessato a Telestar e Comunicazioni Spaziali […]” [6].

Nel 1966 anche la sua azienda viene pubblicizzata in una diffusa Rivista edita dall’Istituto Internazionale degli Ingegneri elettrici ed elettronici (IEEE Membership Directory, 1966, p. 46), con la ragione sociale di “Television Technician Organizazion Professional Marcelo Barbieri”, con indirizzo Calle Teodoro Garcia, 2278 a Buenos Aires.

Il Barbieri fu uno scienziato a 360 gradi, come si suole dire in questi casi, in quanto si occupò di elettronica e di telecomunicazioni anche a livello divulgativo, firmando, così alcuni testi specifici, come il poco conosciuto “Consejo Nacional de Telecomunicaciones. Razones que aconsejan su creación”, così come non pochi articoli e saggi su importanti riviste scientifiche, che compose praticamente sino alla morte, come nel caso di “Television Argentina: Un Enfoque Nacional”, edito a Buenos Aires nel 1968.

La vita straordinaria di Marcelo Barbieri, l’ufficiale e l’ingegnere elettronico che tanto lustro diede all’Argentina, così come alla sua Patria d’origine, la Calabria, ebbe fine prematuramente il 2 novembre dello stesso anno 1968, quando il “Comandante”, così come veniva amorevolmente chiamato e citato dalla stampa, si spense all’età di 53 anni, pianto dalla moglie, Dominga Petrona Santagata e dai figli [7].

In suo ricordo, nel corso del 1970, fu intitolato il ripetitore installato in località Cerro Zapla per conto di “Radio Visión Jujuy S.A.”, in riconoscimento del lavoro svolto dal Barbieri, prima nell’assemblaggio della Stazione centrale di trasmissione e poi nell’installazione del medesimo ripetitore.

L’eredità del grande Generale e Ingegnere di origini italiane fu raccolta dal figlio, Colonnello in congedo Eduardo Jorge Barbieri [8], che nel corso degli anni ’70 troviamo, nell’ambito del Comitato Federale di Radiodiffusione, Presidente della nota “Argentina 78 Televisora (a 78 TV) S.A.”, emittente di Stato all’epoca della dittatura militare, carica che avrebbe ricoperto sino all’agosto del 1978, allorquando preferì dimettersi per divergenze sorte, all’epoca dei Mondiali di Calcio, nell’ambito del Direttorio chiamato a gestire la stessa emittente, pur continuando, tuttavia, ad operare nell’ambito del citato Comitato Federale di Radiodiffusione e ad occuparsi di Radiotelevisione anche negli anni seguenti, in un contesto storico nel quale anche in Argentina si sarebbe diffusa la televisione a colori.

Ma questa è un’altra storia.

NOTE

[1] Cfr. Julio Alberto Lagos, Historia de las comunicaciones en el Ejercito argentino, 1970, p. 581.

[2] Cfr. Liste passeggeri della Compagnia di Navigazione Argentina Dodero del 25 agosto 1947 e del volo CX-AKR del 23 settembre 1948. In www.familysearch, voce “Marcelo Barbieri 1915”.

[3] In quel frangente storico il Barbieri risulta residente in Avenida San Martin, n. 277.

[4] Cfr. “The International Review of the International Telephone and Telegraph Corporation”, n. 3, agosto 1945, p. 27.

[5] Cfr. Jorge Nielsen- Hugo F. Verga, Television Argentina (1951 – 1975), Buenos Aires, La información, Ediciones del Jilguero, 2001.p. 319.

[6] Cfr. Resources Survey For Latin American Countries, Bureau of Educational and Cultural Affairs – Department Of State, november 1965, p.89.

[7] Cfr. Fernando Ramires Llorens, Monica Maronna e Sergio Duran, Television y dictaturas ed el Cono Sur. Apuntes per una Historiografia in Costrucion, Ciudad Autónoma de Buenos Aires, Instituto de Investigaciones Gino Germani; Montevideo, Facultad de Información y Comunicación Udelar, 2021 (Libro digital, PDF), p. 37.

[8] Era stato Comandante del 181° Battaglione degli Ingegneri dell’Esercito Argentino e, nel 1974, Addetto Militare presso l’Ambasciata Argentina a New York. Con la Risoluzione n. 1 del 24 marzo del 1976 la Giunta Militare lo nominò Segretario di Stato per l’Energia, nell’ambito del Ministero dell’Economia.

*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare

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