Di Gerardo Severino
Buenos Aires (nostro servizio particolare). Gli storici Dionisio Petriella e Sara Sosa Miatello, autori del notissimo “Diccionario Biografico Italo-Argentino” (Buenos Aires, Associazione Dante Alighieri, 1976) nel ricordare gli esponenti della famiglia Amadeo si limitarono alle prime due generazioni, quella di Lazzaro, Luigi e Luis, padre e figlio, che avevano raggiunto il Rio de la Plata nel 1819, per motivi politici, per non tornare mai più nella natia Liguria.
Stranamente, nel complesso lavoro enciclopedico mancò qualsiasi riferimento a Don José Luis Amadeo Cáceres, nato a Buenos Aires nel 1833 il quale, come vedremo, fu, nella sua lunga esistenza terrena, un agente marittimo, un uomo d’arme, un amministratore comunale, un Deputato, ma soprattutto il capo della Dogana di Buenos Aires e, sebbene per qualche settimana, anche della Polizia Municipale di Buenos Aires.

Josè Luis Amadeo Caceres in una rara fotografia del 1872
Ufficiale valoroso e funzionario integerrimo, José Luis Amadeo Cáceres portò molto in alto il buon nome degli Italiani in Argentina, scalando le vette di quella Pubblica Amministrazione che egli stesso aveva contributo, col suo ingegno e la sua professionalità, a rendere più moderna ed efficiente.
Le origini italiane della famiglia Amadeo e il suo insediamento in Argentina (1819 – 1905).
Nel corso del 1819 – per motivi politici si ricordava prima – Lazzaro Luigi Amadeo, figlio di un ricco armatore di Alassio, ove era nato nel 1777, varcò le “Colonne d’Ercole” per raggiungere, assieme al figlio, Luigi, le allora Province Unite del Rio de la Plata, l’odierna Argentina.
Uomo di vasta cultura, peraltro conoscitore e studioso di Dante, Virgilio e dei classici in generale, tanto da essere amico del grande Bartolomé Mitre, Lazzaro Luigi Amadeo si diede al commercio, seguito in questo dallo stesso figlio.
Il capostipite degli Amadeo Argentini morì a Buenos Aires nel 1870 [1].
Luigi Amadeo era nato a Genova nel 1803 – come asseriscono Petriella e Miatello – anche se in alcune ricerche genealogiche consultate in Internet sembrerebbe che la data esatta sia quella del 13 febbraio 1804.

Luigi Amadeo padre di José Luis
Nel 1830, assieme al connazionale Giacinto Caprile, anche lui Genovese, l’Amadeo fondò in Buenos Aires una delle prime Società Marittime a capitale interamente italiano, denominata “Amadeo Y Caprile”, la stessa ove avrebbe lavorato per qualche tempo il nostro protagonista.
Tra i fondatori, nel 1853, dell’Hospital Italiano, Luigi fu anche tra gli iniziatori della “Società Rural Argentina”, nel 1866, della quale fu per anni membro della Commissione Direttiva e, poi, dal 1868 al 1869, anche Direttore.
Luigi Amadeo si era unito in matrimonio con Genoveva Cáceres Y Carranza Velez, originaria di Cordoba, dalla quale ebbe numerosa figliolanza.
Morì a Moron (Buenos Aires) il 7 marzo del 1895.
Il Colonnello José Luis Amadeo Cáceres. Una vita per l’Argentina (1833 – 1925).
José Luis Amadeo nacque a Buenos Aires il 28 febbraio del 1833, figlio primogenito di Luis Amadeo e di Genoveva Cáceres, dalla quale mutuò il secondo cognome.
Formatosi sia intellettualmente che professionalmente alla “corte patriarcale” del nonno Lazzaro Luigi, José Luis compì un buon percorso formativo, lo stesso che qualche tempo dopo gli avrebbe consentito di scalare le vette dell’Amministrazione Finanziaria dello Stato di Buenos Aires.
Divenuto adulto, José Luis collaborò inizialmente col padre nella gestione della avviatissima Società Marittima di famiglia, la quale – lo ricordiamo per chi conosce poco la storia Argentina – operava in un settore (quello dei commerci marittimi) fra i più redditizi che si potessero allora esercitare nella bellissima Capitale dello Stato di Buenos Aires.
La centralità della grande città del Rio de la Plata produceva effetti sia nel campo politico che economico, tanto che – agli inizi degli anni ’50 dell’Ottocento – era ancora al centro di lotte intestine che contrapponevano da un lato i Confederati delle varie Province, una coalizione di Caudillos e proprietari terrieri con a capo il Generale Urquiza e gli Unitari, rappresentati dalla cosiddetta “Oligarchia” di commercianti e professionisti di Buenos Aires, con a capo il Generale Rosas, il quale aveva fatto e voleva fare di Buenos Aires il fulcro della vita finanziaria e politica dell’intera Nazione Argentina.
Dopo la sconfitta di Rosas (1852) Buenos Aires si dovette sottomettere alla Confederazione, accontentandosi, suo malgrado, ad esercitare il ruolo di Stato/Provincia.
Tornando al nostro José Luis Amadeo osserviamo che risale al 1855 il primo documento ufficiale che ne attesta l’appartenenza all’Amministrazione Finanziaria dello Stato di Buenos Aires.

La vecchia Dogana di Buenos Aires nel 1873
Il 29 dicembre di quell’anno, infatti, nell’ambito delle ampie riforme riservate a tale settore [2], il Ministero delle Finanze del “Gobierno de Buenos Aires” con apposito decreto nominò Don José Luis Amadeo “Veedor” (Ispettore) presso la Dogana di Buenos Aires, quale vice dell’Ispettore Principale, Don Marcos Sauvidet [3].
L’Amadeo avrebbe prestato servizio nella potentissima Amministrazione Doganale porteña per moltissimi anni, fatta eccezione per il periodo nel quale l’Argentina fu impegnata nella cosiddetta “Guerra delle Triplice Alleanza” (maggio 1865 –maggio 1870) [4].
In quel frangente storico, poco più che trentenne, José Luis Amadeo fu anch’egli mobilitato, entrando così a far parte inizialmente della “Guardia Nacional de Infanteria”, assumendo, con il grado di Tenente Colonnello il comando del 2° Battaglione del 4° Reggimento e, in seguito (1866), quello del 4° Battaglione della 1^ Divisione di Buenos Aires, allora comandata dal Colonnello José Maria Bustillo.
La Divisione faceva direttamente parte del 2° Corpo, posto agli ordini dello stesso Generale Bartolomé Mitre, allora Presidente della Repubblica
L’ufficiale di origini italiane si batté da vero eroe ad Estero Bellaco, il 2 maggio del 1866, distinguendosi peraltro anche nel corso della celebre e sanguinosa prima battaglia di Tuyutí, del successivo 24 maggio (la seconda si sarebbe verificata il 7 novembre dell’anno seguente) e, infine, in quella di Curupaytì, del 22 settembre, sempre del 1866.

La battaglia di Tuyutì (maggio 1866)
Nel corso del 1868, l’ormai promosso Colonnello José Luis Amadeo, considerato anche il ruolo importante che aveva svolto nell’Amministrazione Finanziaria porteña, fu nominato dal Presidente Domingo Faustino Sarmiento “Commissario Generale di Guerra e Marina”, uno speciale Dipartimento del Ministero della Guerra che proprio in quel frangente storico ricopriva per il Paese un ruolo particolarmente strategico.
Situato in Piazza de Mayo, a Buenos Aires, nei pressi del Palazzo del Governo, il “Comisariato General” svolgeva la funzione che negli Eserciti Europei d’allora si definiva di “Intendenza”, occupandosi, prevalentemente, di assicurare all’Esercito e alla Marina la fornitura di derrate alimentari, così come il vestiario e altri materiali logistici, per i quali il Commissariato si sarebbe dovuto confrontare con le varie aziende produttrici o fornitrici [5].
Si trattò, come è facile intuire, di un incarico di elevata responsabilità, peraltro reso ancor più delicato dallo stato di guerra nel quale si trovava in quel frangente la Nazione.
Il Colonnello Amadeo mantenne tale Comando sino al 13 gennaio del 1870, a pochi mesi della fine della guerra contro il Paraguay.
Fu proprio in tale data che egli vi rinunciò, onde poter riprendere il suo incarico presso la Dogana di Buenos Aires [ 6].
Agli inizi del 1872, a pochi mesi dalla fine della terribile epidemia di “febbre gialla” che aveva sconvolto la Capitale [7], in un frangente storico nel quale la città si preparava alle elezioni politiche, il nostro Colonnello fu nominato tra i “Comisarios Extraordinarios para conservare el orden en la eleciones”, con competenza riguardo alle aree cittadine di San Cristobal e di Barracas al Monte 8].
A tale importante incarico fece seguito, sul finire dell’anno la nomina del Colonnello Amadeo Cáceres a Comandante del 4° Reggimento della prestigiosa “Guardia Nacional de la Capital”, incarico che Don José Luis avrebbe ricoperto per molti anni [9].
Nel 1879, tanto per confermare quanto appena detto, egli fu posto a capo della 2^ Circoscrizione della G.N., dalla quale dipendevano alcuni dei Reggimenti dello speciale Corpo [10].
A queste importantissime funzioni il Colonnello Amadeo alternò anche altri incarichi, fra i quali anche quelli di natura politica, sia al livello Municipale (era, infatti, Consigliere Municipale a San José in Flores) che Statale, essendo stato eletto anche Deputato presso il Parlamento della Provincia di Buenos Aires. Riguardo al suo interesse per la politica ricordiamo sin d’ora la sua vicinanza (datata 1877) al noto “Partito Autonomista”, del quale facevano parte gli amici Carlos Pellegrini e Adolfo Alsina [11]. Ovviamente il maturo Colonnello aveva, nel frattempo, scalato la varie tappe gerarchiche dell’Amministrazione Doganale di Buenos Aires.
Nel 1880, ad esempio, lo troviamo a capo della Dogana di San Fernando y Campana, mentre l’anno dopo è Amministratore della sezione “Rentas Nacionales” (Reddito Nazionale) presso la Dogana principale della Capitale.
Non conosciamo esattamente gli estremi del provvedimento, ma di certo sappiamo che nel 1882, Don José Luis Amadeo Cáceres fu promosso “Amministratore Generale” della Dogana di Buenos Aires, con ufficio in Plaza 25 de Mayo, angolo Victoria [12].
Tale ascesa contribuì, oltre che ad elevare di livello l’intera organizzazione Doganale anche a consentire l’ingresso in essa di non pochi oriundi italiani, come nel caso di un vecchio amico di famiglia, Gennaro Nicandro Pauletti, che proprio in quegli anni troviamo tra gli ufficiali responsabili del cosiddetto . “Resguardo”, la Guardia Doganale di Buenos Aires, incarico che l’italiano avrebbe ricoperto sino al 1892, anno della sua morte [13].
Nell’estate del 1890, suo malgrado, il Colonnello Amadeo fu anch’egli coinvolto nella cosiddetta “Revolución del Parque “ (Rivoluzione del Parco), in riferimento al “Parco di Artiglieria” di Buenos Aires, quartier generale dei rivoluzionari e centro nevralgico dell’insurrezione civile-militare, organizzata il 26 luglio dal partito di opposizione “Unione Civica”, di recente fondazione, in netto disaccordo con il Presidente Miguel Ángel Juárez Celman, in carica dal 1886.
La rivoluzione, voluta dal leader del Partito Radicale, Leandro Alem, il quale aveva chiesto l’appoggio dell’ex Presidente Bartolomé Mitre, fu animata dal Generale Manuel Jorge Campos, il quale guidò le truppe a sostegno della ribellione, peraltro non brillando in fatto di organizzazione e metodo in combattimento.
Durante i giorni della rivolta, la casa del Colonnello Amadeo, in Calle Paraguay, 1162, divenne persino il Quartier Generale del Pellegrini.
ùIl 7 agosto dello stesso ‘90, dopo la rinuncia alla Presidenza da parte di Miguel Juarez Campo, assunse l’importante assise il Vice Presidente, Carlos Pellegrini.
In quella stessa data fu tolto lo stato d’assedio nella Capitale, mentre la Guardia Nazionale fu estesa a tutta la Repubblica.
In tale contesto, il 5 novembre seguente il Presidente Pellegrini nominò Comandante del 6° Reggimento della Guardia Nazionale della Capitale proprio il nostro Colonnello Amadeo, il quale dal 19 agosto precedente era andato in pensione, su sua richiesta dalla carica di “Director Generale de Rentas” del Dipartimento delle Finanze, al quale, nel frattempo era assurto [14].
Il Colonnello Amadeo avrebbe, quindi, esercitato la sola funzione di Ufficiale della Guardia Nazionale sino al 6 giugno del 1893, data nella quale il Presidente della Repubblica, Saenz Peña lo nominò Direttore de la “Oficina de Tierras y Colonias”, ufficio dipendente dal Ministero degli Interni [15].
Non solo, ma un paio di settimane dopo, il 28 dello stesso mese di giugno, lo stesso Presidente lo volle anche a capo della Polizia della città di Buenos Aires, incarico che in verità l’uomo avrebbe esercitato solo per alcuni giorni (sino al 6 luglio), avendo preferito giustamente dare le dimissioni [16].
Il 20 gennaio del 1894, infine, il Presidente Saenz Peña lo nominò Ispettore Addetto (molto probabilmente a titolo onorario) al Dipartimento delle Finanze [17].
Uno degli ultimi atti che ci parlano del Colonnello Amadeo nell’ambito della Pubblica Amministrazione Argentina porta la data del 9 febbraio 1897, allorquando il Capo di Stato Maggiore Generale dell’Esercito accettò le sue dimissioni da Comandante del 6° Reggimento di Fanteria della Guardia Nazionale della Capitale [18].

Uniforme della Guardia Nazionale (1865)
Ritiratosi a vita privata, si fa così per dire, Don José Luis Amadeo, che nel 1897 aveva ormai 64 anni, non rimase certo con le classiche “mani in mano”. Sindaco supplente sin dal 1895 della celebre “La Previsoria. Compañia Nacional de Seguras”, avrebbe operato nel campo assicurativo – e non solo in quello – per altri numerosi anni.
Ammogliato con Donna Julia Maria Rezábal e, in seconde nozze, con Donna Josefa Ghache Espinosa, il Colonnello di origini liguri, che aveva avuto da entrambi le mogli numerosi figli, si spense nella sua amata Buenos Aires il 2 gennaio del 1925, alla veneranda età di quasi 92 anni, tutti spesi bene, tra lavoro e famiglia, ma anche per l’onore e il prestigio di quella Patria, l’Argentina, che tanto aveva dato alla sua famiglia di migranti italiani, gli stessi Amadeo che anche dopo la morte del “grande vecchio” avrebbero servito la bandiera bianco-celeste nei vari campi e nelle varie epoche.
NOTE
[1] Cfr. Petriella e Miatello, op. cit. p. 24
[2] Al riguardo vedasi Gerardo Severino, Dogane Argentine: storia, processi e sviluppi dalle origini ad oggi, in www.giornidistoria.net, (30 novembre 2021)
[3] Cfr. Registro Nacional de Gobierno de Buenos Aires – Año de 1855, Buenos Aires, Imprenta de “El Orden”, 1856, p. 153
[4] Cfr. Gerardo Severino, Rómulo Giuffra: l’eroico artigliere italiano di Pocito, in www.giornidistoria.net, (29 marzo 2022)
[5] Cfr. Michal & Edward T. Mulhall, Handbooh of the River Plate, Buenos Aires, Standard Printing Office, 1869, p. 23
[6] Cfr. Departamento Guerra Y Marina, “Memoria presentata al Ministro de Estado en el Departamento de Guerra y Marina al Congreso Nacional” datata 13 gennaio 1870, in Registro Nacional del la Republica Argentina – Año 1870, Buenos Aires, Imprenta “El Nacional”, 1870, p. 20
[7] Cfr. Gerardo Severino, Gli italiani d’Argentina accanto alla gente di Buenos Aires colpita dalla febbre gialla, in www.giornidistoria.net, (22 settembre 2021)
[8] Cfr. Atto del Departamento de Gobierno de Buenos Aires in data 30 marzo 1872, in Registro Oficial de la Provincia de Buenos Aires – Año de 1872, Buenos Aires, Imprenta “del Mercurio”, 1872, p. 168 e 169
[9] Cfr. Departamento de Gobierno, “Nombramiento de Gefes para los siete Regimientos de la Guardia Nacional de la Capital” del 28 dicembre 1872, a firma del Governatore Mariano Acosta, in <<Registro Oficial de la Provincia de Buenos Aires – Año de 1872>>, Buenos Aires, Imprenta “del Mercurio”, 1872, p. 533
[10] Cfr. Departamento de Gobierno, “Nombras los Gefes de Cuerpos de la Guardia Nacional” in data 2 settembre 1879, in Registro Oficial de la Provincia de Buenos Aires – Año 1879, Taller Tipografico de la Penitenciaria Nacional, 1879, p.423
[11] Il “Partido Autonomista Nacional” fu un partito politico liberal-conservatore argentino, nato il 15 marzo 1874 dalla fusione del partito Autonomisti di Adolfo Alsina con quello Nazionalista di Nicolás Avellaneda
[12] Cfr. <<Gran Guya de la Ciudad de Buenos Aires>>, Ed. Hugo Kunz, Buenos Aires, 1886, p. 127
[13] Cfr. Departamento de Hacienda, decreto “Nombrando emlpliados en la Aduana de la Capital” datato 28 giugno 1892, in Registro Naciolal de la Repubblica Argentina – Año 1892, Buenos Aires, Taller Tipografico de la Penitenciaria Nacional, 1892, p.776
[14] Cfr. Departamento de Hacienda, “Decreto Jubilando al Director Generale de Rentas, Don José Luis Amadeo”, n. 19519 del 19 agosto 1890, in Registro Nacional de la Repubblica Argentina, Buenos Aires, Taller Tipografico de la Penitanciaria Nacional, 1899 (?), p. 160
[15] Cfr. Registro Nacional de la Repubblica Argentina – Año 1893, Taller Tipografico de la Penitenciaria Nacional, 1894, p. 7
[16] Cfr. Ramón Cortés Conde, Historia de la Policia de la Ciudad de Buenos Aires, Buenos Aires, 1937, p. 202.
[17] Cfr. Decreto in data 20 gennaio 1894, in Congreso Nacional, “Diario de Sesiones de la Camera de Senadores – 1894″, Buenos Aires, Imprenta del Congreso, 1894, p. 617
[18] Cfr. “Decreto acordante la renuncia del Jefe del Regimiento 6° de Infanteria de Guardias Nacionales de la Capital” datato 9 febbraio 1897, in Registro Nacional de la Republica Argentina – Año 1897, Buenos Aires, Taller Tipografico de la Penitenciaria, 1897, pp. 354, 355
© RIPRODUZIONE RISERVATA