Attacco alle truppe statunitensi: Washington valuta le modalità di risposta. Sul tavolo anche l’ipotesi di una ritorsione diretta contro Teheran

Di Fabrizio Scarinci

WASHINGTON. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, proprio in queste ore il governo americano starebbe valutando sia la possibilità di colpire le milizie filo-iraniane di stanza in Iraq e in Siria, sia quella di effettuare azioni dirette nei confronti dell’Iran o del suo apparato militare.

Un F/A-18 Super Hornet a bordo di una portaerei statunitense

Già nella giornata di ieri, infatti, il Presidente Joe Biden aveva chiarito come l’attacco nei confronti della “Torre 22” (questo il nome in codice dell’avamposto colpito) avrebbe certamente avuto una risposta adeguata.

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden

In seguito alle sue parole le attività di volo delle forze aeree statunitensi nella regione sembrerebbero essere notevolmente aumentate, tanto che, nelle ore notturne, le difese antiaeree iraniane sarebbero state poste in stato di massima allerta.

Nel frattempo, diversi bombardieri B-1b e B-52H dell’USAF avrebbero iniziato a riposizionarsi in Europa.

Un B-52H Stratofortress ripreso durante un rifornimento in volo

Dal canto suo, il governo iraniano starebbe ora cercando di negare il suo coinvolgimento diretto nell’azione di ieri.

Quanto ci sia di vero nelle parole degli Ayatollah per il momento non è dato saperlo. Ciò che, però, è certo è che i miliziani responsabili dell’attacco si configurano (non diversamente da Hamas, Houthi ed Hezbollah) come dei veri e propri “proxies” della Repubblica Islamica, che li arma e li supporta da anni al fine di proiettare la propria influenza sulla regione.

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