Attacco in Siria, missione compiuta in attesa di altre azioni

Di Pierpaolo Piras

Washington. “Mission accomplished !” questa la frase più significativa del Presidente Usa Donald Trump,
riferita ieri dal New York Times (https://www.nytimes.com/).

Per Trump in Siria la missione è stata totalmente compiuta

“Missione compiuta” , una formula adatta, come in certi film, ad un pilota di rientro da un bombardamento di successo. In realtà i cittadini americano utilizzano spesso idiomi tratti dalla loro storia.

Lo Stato Maggiore USA ha affermato che l’attacco è stato eseguito alla perfezione. Altre fonti , invece, hanno evidenziato un fallimento dell’attacco coi missili in quanto una significativa quota di essi sarebbe stata abbattuta dalla bontà della contraerea siriana , tutta di fabbricazione russa. Certo è che distrutte le fabbriche dei gas , nulla impedirà di costruirne di ulteriori in altri siti.

Sono stati accuratamente evitati gli obiettivi di soggiorno dei militari russi e persino siriani. Anzi, il Presidente russo Vladimir Putin è stato informato dell’imminenza dell’attacco. Elementi che fanno ipotizzare altri tipi di condivisione sia politica che militare.

Trump ha dichiarato che la politica del suo Governo non persegue la destituzione di Assad.

Il presidente siriano, Assad in un incontro con il suo omologo russo, Putin.

Per l‘Observer (https://www.theguardian.com/observer) (i lettori del Guardian la domenica leggono Observer), Theresa May, non senza polemiche interne per non aver consultato preventivamente la Camera dei
Comuni, fa da sponda a “The Donald” affermando la necessità di stare a fianco agli alleati, confermando la stessa linea che, a dire il vero, il Foreing Office pratica, da sempre, in politica estera con e per gli Usa.

Il pronunciamento dell’Eliseo riportato da Le Figaro (http://www.lefigaro.fr/) conferma che le priorità del Presidente Emmanuel Macron in Siria sono quelle già affermate nel maggio 2017, ovvero , porre fine alla lotta
contro l’ISIS, consentire l’accesso degli aiuti umanitari alle popolazioni civili, avviare un processo collettivo virtuoso e capace di elaborare una soluzione politica del conflitto .

Il Presidente francese Macron e la premier britannica May

USA, Inghilterra e Francia, non causalmente vincitori della II Guerra Mondiale, hanno ognuno a modo proprio, le idee chiare sulle motivazioni di un intervento che, molto significativamente, questi tre grandi della politica mondiale hanno promesso di reiterare se Assad continuerà ad utilizzare armi altamente letali, gas o bombe che siano, contro l’inerme popolazione civile.

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